Un’idea bizzarra, ma vincente: mettere insieme uno dei più noti e affermati attori televisivi degli ultimi anni e un giovane attore di successo ma che deve ancora dimostrare il suo talento. Appunti di un giovane medico, miniserie Sky Arts trasmessa dalla sua omologa italiana, è la curiosa commistione di Jon Hamm (Mad Men) e Daniel Radcliffe (Harry Potter) sulla base dei racconti di Bulgakov. Commistione rischiosa ma apprezzabile.
La miniserie racconta la storia del Dr. Bomgard in due momenti cruciali della sua carriera: agli inizi in un piccolo ospedale di campagna e poi, da adulto e affermato, a Mosca. La narrazione prende il via quando Bomgard ritrova un suo taccuino con alcuni appunti di quando era un giovane medico alle prime armi, mentre la polizia sovietica ne perquisisce lo studio. Una storia raccontata attraverso il blocco note sul quale il protagonista appunta le vicissitudini del provare a fare carriera e curare i pazienti di un paesino rurale che prova a modernizzarsi.
Tratto da una serie di racconti di Michail Bulgakov, pubblicati postumi, adattati da Mark Chappell, Shaun Pye e Alan Condo per la regia di Alex Hardcastle, Appunti di un giovane medico è un drama grottesco, una sorta di Scrubs un secolo prima in cui le vicende autobiografiche dello scrittore diventano spunto per una riflessione sul progresso in Russia.
Raccontata attraverso i flashback di Bomgard adulto (Hamm) che interagisce nel ricordo col se stesso giovane (Radcliffe), la miniserie racconta con humour beffardo e spesso nero un paese che prima l’ignoranza del regime zarista e poi la paranoia di quello sovietico ha trascinato a fondo, bloccato in credenze e superstizioni, facendo germogliare la rabbia che Bulgakov esprimerà – con ironia sopraffina – in molte delle sue opere. Gli autori allargano lo spettro narrativo e tematico dell’opera di Bulgakov e giocano più apertamente con la sua vita, la morfina, la cura alla sifilide, i ricordi e le aspirazioni letterarie, ma allo stesso tempo giocano più esplicitamente con i toni grotteschi.
Ne viene fuori un prodotto bizzarro, curioso, che nel finale sfocia verso un onirismo sempre più esplicito, una violenza meno trattenuta ma più surreale che rischia di confondere le acque (la cena dopo la morte di una paziente), ma che non manca di trovate efficaci anche visivamente, come la macchina da presa nella bocca del paziente, e che comunque ha trovato un pubblico pronto e attento, tanto da permettere alla rete di rinnovare lo show per una seconda annata. Merito anche della strana accoppiata, con Hamm a macchiare sottilmente il suo carisma e Radcliffe impegnatissimo a far superare la memoria del maghetto di Rowling. Per tutti e due, promozione piena.
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