L’Uomo d’Acciaio – Il nostro incontro con Henry Cavill, Russell Crowe e il cast a Taormina!

L’Uomo d’Acciaio – Il nostro incontro con Henry Cavill, Russell Crowe e il cast a Taormina!

Di Leotruman

L'Uomo d'Acciaio - Il Cast alla premiere italiana del Taormina Film Festival - Foto 6

QUI trovate la nostra recensione in anteprima.

In contemporanea con l’esordio americano (dagli incassi record), sono sbarcati al Taormina Film Festival tutti i protagonisti de L’Uomo d’Acciaiola pellicola che sta rilanciando definitivamente il supereroe più popolare al mondo: Superman!

Abbiamo incontrato e intervistato tutti i talent presenti: il regista Zack Snyder (300, Watchmen), il nuovo Superman Henry Cavill, i candidati all’Oscar Amy Adams (Lois) e Michael Shannon (Zod), la semi-esordiente Antje Traue (Faora) e il premio Oscar Russell Crowe. Presenti anche i produttori Deborah Snyder e Charles Roven (Il Cavaliere Oscuro).

Nell’attesa di farvi vedere le nostre videointerviste, ecco il resoconto della conferenza stampa che si è tenuta nel pomeriggio in attesa della proiezione in anteprima questa sera al Festival, nella magica cornice del Teatro Greco di Taormina alla quale parteciperanno 8mila persone.

Sei stato uno dei primi registi ad aver usato il senso estetico come nuova possibilità del digitale. Ce ne puoi parlare?

Zack Snyder: I film ai quali sono stato interessato sin dall’inizio hanno sempre avuto effetti digitali e un lato fantasy, cercando di mischiare questo aspetto con la realtà. Con la tecnologia mi sento sempre a mio agio, ho cercato di spingerla un po’ oltre i limiti. In realtà io comincio sempre disegnando e quindi non mi sento limitato dalla tecnologia. Cerco proprio di cominciare dal disegno, e poi cerco di portare tutto alla realtà grazie alla tecnologia digitale. Mi piace sperimentare nuove cose, l’ho sempre fatto.

Come ti sei sentito ad interpretare il ruolo iconico di Jor-El?

Russell Crowe: So che è un personaggio leggendario, so che si tratta di un film con personaggi leggendari. Ma io non ho visto mai i Superman del passato, non ho avuto molti riferimenti. Zack Snyder ha però creato un’energia grandiosa sul set, ha preparato tutto in maniera dettagliata. Per me è stata una situazione insolita, generalmente devo compiere ricerche, e di certo non potevo volare su un pianeta fantastico per farlo! Mi sono dovuto affidare a quello che ha preparato il regista, ed è stato magnifico.

L'Uomo d'Acciaio - Il Cast alla premiere italiana del Taormina Film Festival - Foto 1

Sei un produttore specializzato nel restyling del supereroi. Come si rifanno i connotati ai personaggi dei fumetti?

Charles Roven: Una delle cose più importanti che può fare un produttore è essere certo di lavorare con persone più creative e intelligenti di lui, con un’immaginazione più fervida. Questo parte della concezione stessa del film, sino alla sua realizzazione. Sono stato fortunatissimo con la trilogia del Cavaliere Oscuro: un cast incredibile, grandi contributi artistici. Anche su questo film David S. Goyer e Christopher Nolan hanno trovato l’idea giusta nel reimmaginare Superman. Hanno fatto un lavoro incredibile. Come produttore ho cercato di facilitare questo lavoro, ed è stata come una grande festa.

La scena più difficile da realizzare? La battaglia finale?

Michael Shannon: Una curiosità interessante da raccontare: l’ultimo combattimento è stato girato proprio all’inizio! Era una scena ambientata all’esterno, e mi piace la maniera semplice con cui finisce questa vera battaglia.

I personaggi di Superman e Zod non sono tanto il cattivo e il buono, ma due lati della stessa medaglia. Vogliono entrambi vivere, sopravvivere. C’è come un lato shakeaspeariano, come sei riuscito a combinarlo in un film che parla di un supereroe?

Zack Snyder: Volevamo che la storia facesse vedere l’uomo adulto, e poi con i flashback cercare di capire come è diventato l’uomo che è adesso. Non abbiamo voluto inserire la storia originale di Superman, ma abbiamo cercato di andare oltre quelli che sono i canoni più rigidi della storia di Superman aggiungendo questo lato più intimo. Siamo tornati indietro per cercare di capire come ha fatto a diventare quello che è, per capire la natura magnifica, soprannaturale. È stato molto piacevole poter lavorare su questi aspetti. Ormai sappiamo qual è la storia di Superman e ora riusciamo a capire meglio perché fa le cose che fa, pensare quello che farà. È stato difficile, ma è stato interessante lavorare su questo punto.

L'Uomo d'Acciaio - Il Cast alla premiere italiana del Taormina Film Festival - Foto 3

Michael Shannon: Quando incontra Kal la prima volta lui spera che partecipi al suo piano, non vuole che diventi un suo nemico. Spera di farlo unire alla lotta per ricostruire Krypton.

Henry Cavill: Certo, perché entrambi questi personaggi sono devoti e farebbero qualsiasi cosa per difendere la loro razza. Farebbero di tutto pur di salvare la loro gente. Ma lo vogliono fare in due modi completamente diversi.

Sei stato chiamato “L’uomo sfortunato di Hollywood” per le parti importanti che ti sono sfumate all’ultimo. Ti ritieni ancora così?

Henry Cavill: Non penso che sia cambiato qualcosa. Essere chiamato l’uomo più sfortunato di Hollywood è stato divertente. Ho comunque lavorato, ho partecipato ad un sacco di provini interessanti, e solo il fatto di essere stato chiamato è stato interessante. Ho avuto opportunità e ora sono arrivato a questo film. Chiamarmi l’uomo sfortunato di Hollywood non ha fatto altro che si parlasse di me, e quindi mi ha portato fortuna.

Una domanda alle madri nel cast. Parlateci del vissuto sull’esperienza di un film che è in sostanza la quintessenza del genere maschile. 

Deborah Snyder: Per me è stato un viaggio molto personale ed importante. Durante la lavorazione abbiamo adottato i nostri due bambini e incontrando la nostra assistente sociale volevamo far capire che era fondamentale per noi adottare. Solo in quel momento ho capito che il film alla quale stavamo lavorando era basato sulla famiglia, sui sacrifici che compiono i genitori. Prima su Krypton, ma poi anche in Kansas visto che non sono benestanti ma agricoltori, e Clark li aiuta. Hanno fatto sacrifici per crescerlo. Questo film è un viaggio di scoperta, e Clark/Kal cerca di capire fino a dove entrambe le coppie di genitori hanno contribuito a farlo diventare l’uomo che è.

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Molte recensioni puntano sull’aspetto della cristologia. Superman sembra proiettare su di sé la figura più celebre che esista. C’è poi il padre che manda sulla Terra il figlio per salvarla, eravate consapevoli di questo? 

Amy Adams: David Goyer ha sempre detto di far riferimento a figure mitologiche e religiose. Questi riferimenti ovviamente sono tanti, non c’è solo Gesu Cristo, ma anche a diversi simboli mitologici. Io credo che al centro di questo film ci sia anche la relazione con la madre. In ogni caso lavorare con colleghi che hanno il valore famiglia è stata la cosa più importante: tra noi stessi si è creata una famiglia con gli stessi valori.

Zack Snyder: I riferimenti a Gesù nel film non sono una cosa che abbiamo inventato, ma fa parte della stessa mitologia di Superman. Sicuramente sono presenti tanti concetti della religione cristiana. Non volevo però essere così esplicito, pur mostrandolo, perché il personaggio di Superman è abbastanza forte e solo volevo far trasparire questo riferimento. Lui è ormai un personaggio che conosciamo così tanto tempo, è un riferimento della nostra cultura e viene tramandato da una generazione all’altra. Sapevo che alcune persone mi avrebbero fatto questa domanda: ho cercato di farla sembrare coerente con il mito di Superman che si è tramandato in questi anni e non volevo mancare di rispetto a questo simbolismo.

L'Uomo d'Acciaio - Il Cast alla premiere italiana del Taormina Film Festival - Foto 2

È più facile calarsi in un personaggio dell’epica romana, di Kripton e della vita quotidiana?

Russell Crowe: Vorrei chiarire che ho visto tutti i film di Marlon Brando proprio fino a Superman (risate). Per interpretare Jor-El bisogna basarsi sull’immaginazione, ma io sono papà di due piccoli ragazzini, quindi ho esperienza come padre di famiglia. Mi sono posto questa domanda: sarei disponibile a mandare i miei figli su questo pianeta, o li terrei con me condannandoli a morte sicura? Ogni genitore si può porre questa decisione difficile. In ogni caso il mondo che ha creato Snyder, anche con la sceneggiatura, è a dir poco meraviglioso. Non pensate che si siano solo blue screen o altro: abbiamo lavorato su dei set meravigliosi, enormi, che davano la sensazione di trovarsi da un’altra parte. Lo scenografo e Zack hanno reso facile immedesimenarsi in questo mondo.

Ci puoi parlare del costume e della famosa questione della “mutanda rossa”?

Zack Snyder: All’inizio volevamo che il costume fosse tipico e si riferisse a Krypton. Si dice che il mantello sia fatto del tessuto in cui è stato avvolto nella navicella da neonato, ma questo avrebbe significato un Superman in giro con un lenzuolo! Ho provato a riscrivere l’idea e se notate tutti gli altri kryptoniani portano un tuta simile, con il simbolo sul petto della loro famiglia, proprio come Superman. Abbiamo lavorato molto sui costumi cercando di realizzare qualcosa vicino all’idea che tutti abbiamo: stivali rossi, la S sul petto. Abbiamo lavorato molto su questo aspetto. I mutandoni rossi non ci sono, perché nessuno più si mette più i boxer sopra i pantaloni: non si possono mettere sopra! Sono un grande appassionato di quel costume, abbiamo provato a farne diverse versioni, anche con i mutandoni: ma non era abbastanza figo per questo tempo!

L'Uomo d'Acciaio - Il Cast alla premiere italiana del Taormina Film Festival - Foto 7

Tornate a trovarci per le interviste e la recensione de L’Uomo d’Acciaio, la cui uscita è prevista per il 20 giugno 2013. Per saperne di più consultate le nostre news dal blogQui trovate la pagina facebook italiana del film.

Fonte: ScreenWeek

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