In passato è stato accennato che mentre David Goyer si era trovato in un punto morto della sceneggiatura di Il cavaliere oscuro – Il ritorno, aveva ricominciato a leggere alcuni vecchi numeri di Action Comics. Da lì era nata qualche nuova idea per un film di Superman, caldeggiata da Christopher Nolan che si è proposto come produttore della pellicola, che ha subito dopo proposto alla Warner Bros.
“Mi ricordavo di aver visto i vecchi film di Donner e il Jor-El di Marlon Brando che parla con la moglie e dice ‘C’è un altro pianeta in cui lo possiamo mandare’ e ricordo di aver pensato ‘È strano per me, che conosca questo pianeta’. Sembrava che i kryptoniani fossero già stati sulla Terra, che avessero inviato alcune sonde senza equipaggio o qualcosa di simile. Avevo questa immagine nella mia testa, di Clark, da adulto, nel nord, che trova questa astronave kryptoniana che era stata sepolta nel ghiaccio per decine di migliaia di anni.
Sono un terribile artista ma ho abbozzato il simbolo kryptoniano, dipinto su una grotta, come se fosse stato visto dagli uomini delle caverne. Questo mi ha fatto guardare al mito di Superman in un modo diverso, ed è stato quello il filo che ho iniziato a tirare”.
Con Batman lo scrittore aveva già imparato che per far si che un personaggio rimanga vitale, bisogna distruggere alcuni elementi sacri che compongono il suo canone.
“È necessario mettere in discussione le cose. E una delle cose che io e Chris avevano fatto nella versione ‘realistica’ di Batman: non avevamo intenzione di fare nulla, solo perché si fa così nei fumetti. Abbiamo dovuto ideare la nostra logica interna.
Adoro i film di Donner, ma reputo che Superman, almeno cinematograficamente, sia stata conservata nell’ambra per 35 anni. Non è mai realmente evoluto al di là del film di Donner, e il film di Singer, per sua stessa volontà, è stato un omaggio, una sorta di sequel diretto.
Ho anche pensato che si fosse bloccato in questa grande era di Norman Rockwell, un grande boy scout blu, con il ricciolo. Un sacco di persone stavano discutendo se Superman era ancora attuale, e se poteva o meno essere significativo. È stato interessante vedere la reazione del pubblico nel corso dell’ultimo anno, e solo il fatto che la gente parli dell’Uomo d’Acciaio tanto quanto lo sta facendo adesso, mi fa capire che abbiamo fatto bene il nostro lavoro. Se riuscirà a misurarsi con alcuni dei film Marvel allora penso che avremo dato giustizia al personaggio”.
L’idea di base di Goyer era di creare un grande film fantascientifico, e una storia su un primo contatto. Superman avrebbe girovagato sulla Terra, ancora non completamente formato, con i cattivi della Phantom Zone che vengono mandati in un buco nero. Chris, dopo aver letto queste 2/3 pagine, si è proposto a Goyer come produttore del film di Superman e gli ha suggerito l’idea di condividere i crediti per la storia. La storia è stata divisa su alcuni cartelli, e in seguito espansa, nell’arco di 4/5 incontri. Da quel momento Goyer ha scritto tutti gli script.
“È difficile dire quale parte era di Chris, perché ci siamo seduti in una stanza e abbiamo buttato giù le idee. È stato un processo fluido. Ma a partire dalla fase dello script, è tutta opera mia, e Chris ha fornito alcune note. Ho fatto due bozze ed è in quel momento, che Zack è salito a bordo”.
Goyer era conscio fin dall’inizio che alcune persone non sarebbero state contente delle scelte che hanno preso, derivate dalla volontà di creare un film di Superman che fosse ‘realistico’, come era già accaduto in Batman Begins. Per questo motivo Lois non poteva più sottostare alla convenzione, per la quale non riusciva a distinguere Clarke da Kal-El. La Warner non ha accettato facilmente queste modificate, al contrario della DC Comics.
Un altro adeguamento al giorno d’oggi, è stato messo in pratica dal generale Zod. Un po’ ce ne siamo resi conto guardando i video virali di L’Uomo d’Acciaio, ma solo dopo la visione del film di Zack Snyder possiamo pienamente apprezzare il modo di pensare, a livello globale, di Zod che quando arriva sulla terra, manda il suo messaggio ai terrestri, in tutte le lingue del mondo. Una peculiarità che mette in risalto il contrasto che c’è tra lui e Superman, che si muove solo per l’America.
“È sempre stata una cosa che farà parte dell’evoluzione di Superman. [Nel sequel] non avrà scelta e dovrà diventare globale”,
ha spiegato Zack Snyder alla conduttrice Francine Stock, del programma The Film Programe, andato in onda sulla BBC Radio 4.
“Dovrà letteralmente accadere. Ma io ero davvero interessato a – e forse è perché il presidente adesso è Barack Obama – al fatto che per Superman fosse ok, con l’essere un americano. Lui è la quintessenza di una creatura e di una creazione americana. Ho voluto rendere omaggio al supereroe, che proviene dal cuore dell’America, e al ‘Perché?’ Di tutto questo. Ero davvero interessato a quanto fosse americano, ed ho pensato che il miglior modo possibile, fosse con Kevin Costner e un campo di grano. Ed è per questo che volevo che Kevin e Diane Lane interpretassero quelle parti [i coniugi Kent] perché rappresentano davvero un’America credibile ma un’America che è anche… Lo facciamo nel modo più realistico il possibile, ma tutte le icone sono ancora molto rappresentate in un modo in cui non so, se esistono veramente. Ma vuoi farlo. Come un documentario di Norman Rockwell… girato a mano da Norman Rockwell”.
La globalizzazione di Superman, come potrà essere affrontata nei prossimi film? Vedremo Superman rinunciare alla sua cittadinanza americana, come è accaduto nel numero 900 di Action Comic?
Fanno parte del cast di L’Uomo d’Acciaio, Henry Cavill, Amy Adams, Russell Crowe, Kevin Costner, Diane Lane. Oltre al successo al boxoffice, la stampa internazionale ha rilasciato delle recensioni molto positive. Per saperne di più consultate le nostre news dal blog. Qui trovate la pagina facebook italiana del film e non perdetevi il nostro incontro con il regista e il cast a Taormina e la nostra recensione.
Fonti Bleeding Cool, Bleeding Cool