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Community, il commento alla 4^ stagione

Pubblicato il 26 giugno 2013 di emanuele.r

Sono molte le tempeste apparentemente insormontabili attraverso cui è passata Community, la comedy NBC in onda in Italia su Comedy Central. La più grave è quella che ha portato alla 4^ stagione: per divergenze con la produzione e parte del cast (soprattutto Chevy Chase), il creatore e showrunner Dan Harmon è stato sbattuto fuori dallo show e rimpiazzato dalla coppia David Guarascio e Moses Port. I quali loro malgrado hanno dato corpo ai sospetti dei fan.

Il ritorno della serie per quella che si pensava l’ultima stagione, le tensioni nel cast e i cambi anche rispetto alle richieste della produzione hanno partorito una serie diversa, che compie l’errore di sforzarsi a ripetere gli schemi precedenti senza capirne lo spirito, anzi andando a rimestare in soluzioni convenzionali, ossia la nemesi di Community.

L’apertura della première, con la parodia della situation comedy, con risate dal vivo e multi-camera, sembra quasi un’involontaria dichiarazione d’intenti: tramutare una delle più innovative serie comiche degli ultimi anni in qualcosa di più vicino ai gusti del grande pubblico tv, andando a orecchiare The Big Bang Theory. Il risultato è che si risponde a qualche macchinosità della 3^ stagione con una piattezza inusuale, che passa dal troppo della première (c’è addirittura Hunger Games in mezzo) al nulla del resto della stagione.

I personaggi si appiattiscono sui propri cliché e involvono, come Abed ridotto ormai a un disadattato sociopatico e Britta e Troy fermi alle loro scaramucce di cuore, le gag riuscite e le trovate geniali si contano sulle dita delle mani (l’American Swords Cook) e l’auto-ironia e il meta-linguaggio sembrano ormai marchi di fabbrica, ripieghi di maniera. E l’accoglienza del pubblico ha dimostrato che Port e Guarascio avevano torto. Qual è allora la buona notizia? Che NBC ha assunto di nuovo Harmon dando la possibilità di una 5^ insperata stagione. Un altro miracolo targato Community, la serie che vince anche quando perde.

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