Recensioni

Black Mirror, il commento alla 2^ serie

Pubblicato il 12 giugno 2013 di emanuele.r

La prima serie di Black Mirror, 3 episodi di un’ora trasmessi da Channel4 e proposti in Italia da SkyCinema nell’ottobre 2012, è stata un fulmine: Charlie Brooker – che aveva già riflettuto sui media con Dead Set – aveva realizzato la più straziante e illuminante riflessione sui nuovi media che il mondo del cinema e della tv avessero messo in piedi. Capolavoro. Il successo e la diffusione (anche illegale, ovviamente) ha consentito a Brooker di affrontare una 2^ serie, sempre di 3 episodi, in replica in questi giorni su SkyCinema. Sempre affascinante, anche se meno clamoroso del precedente trittico.

In Torna da me, Martha, sconvolta dalla morte del proprio compagno Ash, inizia a parlare con lui attraverso un software per chat, che simula delle risposte e dei dialoghi che il vero Ash formulerebbe. Dal software di chat passa ad un altro che simula la sua voce per telefono, ma non si ferma; in Orso bianco, Victoria Skillane è il nome della protagonista di questa puntata. Si risveglia su una sedia, apparentemente sfuggita ad un tentato suicidio, senza alcuna memoria.  Esce in strada ed inizia ad urlare, chiedendo aiuto alla gente che la guarda dalle finestre dei palazzi adiacenti e nel resto del quartiere. Purtroppo per lei gli estranei a cui chiede aiuto non le rispondono, bensì si limitano a filmarla con il telefonino; in Vota Waldo, un orsetto blu di nome Waldo, inventato da un comico satirico che, per motivi di popolarità viene addirittura candidato alle elezioni. Con il suo umorismo tagliente e le prese in giro agli altri politici guadagna subito l’attenzione della gente.

Scritti da Charlie Brooker, i tre episodi di questa nuova serie di Black Mirror si pongono più come misto tra Ai confini della realtà e Il decalogo 2.0 che come fantascienza sociale (come era la prima serie) e forse, in questa più forte scelta narrativa, in cui l’intreccio prevale sul contesto sta il relativo calo degli episodi di un prodotto che è comunque tra i  migliori esistenti in tv.

Il migliore dei 3 è Torna da me, un delicato melodramma sulla morte che torna sulla scia di Ricordi pericolosi, l’episodio che chiudeva la prima serie, giocando sul confine tra innovazione tecnologica e invenzione fantastica, sulla società dei consumi che ormai è diventata la società dei bisogni e che arriva a un agghiacciante finale attraverso un’adorabile Hayley Atwell. Intrigante nello svolgimento, meno nel finale e nell’assunto, Orso bianco, versione tecnologica della Pericolosa partita di Schoedsack che scava nel senso profondo del torture porn, mostrare e condividere, godere collettivamente del dolore, diventando una parabola più ampia sulla giustizia come spettacolo ma al tempo stesso sembrando uno di quei racconti in cui conta solo il finale. Il meno convincente forse è quello che in Italia ha fatto più rumore, Vota Waldo, in cui si possono leggere parecchie somiglianze con il fenomeno Grillo in Italia, dal passaggio di un personaggio comico e campione dell’anti-politica, all’odio come forma di governo, dall’influenza della pubblicità e dei mezzi dello spettacolo al modo in cui i “poteri forti” gestiscono soprattutto chi dovrebbe combatterli. Sbrigativo e un po’ greve, rispetto ad altri, anche se sa azzeccare il finale drammatico e fortunatamente non profetico.

Quello che un po’ manca a questa 2^ serie di Black Mirror è la compattezza tematica, la lucidità di analisi, in favore di un gusto della narrazione più semplice, anche se mai banale o accattivante, che forse può farlo apprezzare a un pubblico più generale ma forse perde di vista alcune questioni. Resta il fatto che Brooker conosce molto bene i tempi della narrazione e rende i suoi episodi dei veri e propri racconti in senso letterario, diversi per forma e struttura dai romanzi eppure completi nella breve durata. In pochissimi, nella tv mondiale, hanno il suo talento. La 3^ stagione (probabile ma non ancora confermata) lo dimostrerà ancora.

Commentate la recensione e restate con Screenweek.