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L’uomo con i pugni di ferro – La recensione in anteprima del film di RZA

Pubblicato il 08 maggio 2013 di laura.c


Possono bastare i capricci cinematografici di un rapper per tenere in piedi un film, per quanto manifestatamente becero e  intenzionato a mescolare il peggio della sottocultura pop occidentale con il peggio di quella orientale? L’uomo con i pugni di ferro, opera prima da regista di Robert Diggs, meglio conosciuto come RZA, sembra suggerire una risposta negativa  a questa domanda.

La storia si svolge in un’antica Cina particolarmente fittizia, in cui una banda di avidi briganti mira a spodestare addirittura il dominio dell’imperatore. A contrastarla si ritrovano tre valorosi combattenti, uniti da destini molto diversi: c’è il figlio dell’ex-capo banda (Rick Yune), che deve vendicare la morte del padre; un emissario governativo bianco dal pittoresco nome di Jack Knife (il povero Russell Crowe) e il fabbro locale che per onore e per salvare la prostituta da lui amata accetta di mettersi a servizio della causa (e vi lasciamo immaginare gli assurdi giri di sceneggiatura per giustificare la presenza di un interprete di colore come RZA in questo ruolo).

Sulla carta non ci sarebbe niente di male a tentare il connubio tra un’estetica da videoclip, una colonna sonora e un’“etica” hip hop e i tratti di un generico immaginario cinese, proveniente più da film americani di serie b che da una conoscenza vera e propria della cinematografia del Celeste Impero. Così come, sempre in teoria, non ci sarebbe niente di così temibile nel mescolare splatter e arti marziali, sulla scia di quanto insegnato tra l’altro da quel Kill Bill la cui “nobile” aurea è il motivo per cui il nome di Quentin Tarantino campeggia anche su questo film, quasi a mo’ di testimonial di RZA. Peccato che nella pratica l’assemblaggio di tutti questi elementi, compiuto dal leader degli  Wu-Tang Clan, non sia solo di bassa fattura come lecito attendersi sin dalle premesse,  ma anche molto piatto, senza quell’impeto che si potrebbe richiedere a un’opera dal carattere così velleitario.

Lo spirito con cui è realizzato L’uomo con i pugni di ferro è chiaramente ludico: basta vedere anche solo il modo da cartoon con cui viene spiegata allo spettatore la geografia di Jungle Village, ossia l’ipotetica cittadina cinese in cui si svolge l’azione. Anche il modo in cui sono costruite le armi e le abilità dei diversi personaggi rivela un’evidente passione per il genere dei kung fu movies, mentre di contro i tocchi di splatter sembrano solo un’aggiunta volta a conquistarsi il target giovanile.  Più in generale, tutto il film procede per accumulo intorno a una sceneggiatura risibile, senza trovare la chiave giusta nemmeno per esaltare il proprio gusto trash. Decisamente un colpo mal scopiazzato e mal sferrato, con poche sparute note positive, tipo la professionalità di un attore come Russell Crowe anche in un ruolo potenzialmente imbarazzante quale Jack Knife.

L’Uomo con i pugni di ferro uscirà nei cinema italiani il 9 maggio. Per maggiori informazioni potete consultare le nostre News dal Blog.