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Damon Lindelof parla di Lost, World War Z, Tomorrowland e Guerre Stellari

Pubblicato il 14 maggio 2013 di Marlen Vazzoler

Nel numero dell’Hollywood Reporter che uscirà nelle edicole americane dal 24 maggio, è stato pubblicato uno speciale sullo sceneggiatore Damon Lindelof co-autore degli script di Into Darkness: Star Trek e World War Z, al momento al lavoro con Brad Bird sul suo prossimo film, Tomorrowland e su un pilot per la HBO, Leftover, che segnerà il suo ritorno in televisione dopo Lost.

Lindelof ha raccontato alcuni retroscena dei progetti a cui lavorato, ad esempio parlando di Lost ricorda che l’anno in cui è andata in onda la prima stagione dello show, è stato uno dei momenti peggiori della sua vita. Lost era nato da un’idea di Lloyd Braun, e Abrams stava cercando qualcuno che potesse aiutarlo a produrre lo show. Lindelof è entrato in scena grazie alla produttrice Heather Caden. Dopo aver lavorato per 12 settimane a scrivere, girare e editare il pilot di due ore, Lindelof non era sicuro che la ABC avrebbe accettato il progetto come show, secondo lui potevano sperare al massimo in una miniserie. Ma il pilot ebbe molto successo durante gli screen test, ottenendo dei punteggi molto alti simili a quelli di Desperate Housewives, lo show di punta della ABC. Abrams era occupato a dirigere Mission: Impossible 3, e Lindelof si è trovato alla fine a gestire il suo primo show televisivo, da solo.

“Mi sento davvero in colpa nel dire la verità, ed è la verità. L’anno in cui Lost è iniziato ed è andato in onda è stato, senza dubbio, l’anno più infelice della mia vita. Il livello di disperazione e di angoscia che sentivo; ero clinicamente depresso, e tutti coloro con cui hai parlato che mi conoscevano in quel periodo, te lo possono confermare.
Non dormivo. Ho fatto il pendolare avanti e indietro dalle Hawaii; tutto quello che poteva andare storto è andato storto, ho avuto un momento difficile a ideare le storie e scrivere gli script. E non l’avevo mai fatto prima. Ma tutti hanno pensato che stavo facendo un buon lavoro”.

A metà della produzione della prima stagione, Lindelof chiese a Carlton Cuse di aiutarlo, aveva cercato di licenziarsi numerose volte ma le sue dimissioni non venivano accettate. Ma Cuse lo convinse a rimanere, liberandolo dalle responsabilità come produttore, dandogli così la libertà di concentrarsi sulla scrittura.
Lindelof ammette di aver incanalato alcuni dei sentimenti provati dopo la morte del padre ateo, avvenuta un anno prima del suo lavoro a Lost, nel personaggio di Jack.

“Quando non si ha un istituzione religiosa su cui fare affidamento, non ti siedi con shiva, non hai un funerale in chiesa. Ogni volta che qualcuno mi diceva, ‘È in un posto migliore, ora’, avrei voluto dire: ‘Beh, lui non la pensava così’.
Volevo credere che fosse in un posto migliore, così ho incanalato buona parte di quei sentimenti in Jack Shephard, che è stato in pratica stava tornando dall’Australia in volo, con la bara del padre morto e lottava con la stessa idea, di voler abbracciare un sistema nel quale avrebbe potuto trovare conforto. Ma se mi aveste chiesto, nel 2004, se ero addolorato per mio padre? Avrei detto, ‘È morto un anno e mezzo fa, sono depresso e mi manca, ma no’. Ma lo ero”.

Quanto il discorso cade sul controverso finale, Lindelof spiega:

“Amo il finale di Lost. Lo appoggio, ma ci sono un sacco di persone là fuori che lo odiano. Il pensiero convenzionale è che è universalmente odiato, e questo non è necessariamente vero. Le persone più forti sono i nemici. Non posso vivere in un mondo in cui faccio finta di non sentire quelle voci. Quando qualcuno dice qualcosa che veramente mi fa male, devo ripostarlo con un tweet, per lasciarlo andare. Se fossi una persona sana, forse non sarei per niente su Twitter, ma li sento bisbigliare”.

Prossimamente vedremo al cinema un film a cui collaborato alla sistemazione della parte finale dello script, World War Z. Un giorno Brad Pitt, che era stato colpito dallo script di Prometheus tanto da considerare di parteciparvi, ha chiamato Lindelof al telefono per discutere del film della Paramount.

“Penso che dovresti comportarti come se quel genere di cose accadessero di continuo” racconta Lindelof de suo primo snervante incontro con la star, “Ehi, siamo tutti solo filmaker qui, si esce, si va a bere caffè e si parla della storia’. Ci sono voluti circa 20 minuti al mio cervello per smettere di dire, ‘Si tranquillo, sii tranquillo, sii tranquillo’.
L’idea era di un film di zombie su larga scala, epico, da 150milioni di dollari con Brad Pitt mi suonava bene. Perché non l’ho mai visto prima. Non ho visto un folle film di zombie che rischia tutto. Una delle cose che mi ha detto Brad era, ci sono così tanti luoghi comuni che ci si aspetta nei film sugli zombie, e voleva fare qualcosa di diverso. E l’unico modo per farlo era diverso era di fare le cose in grande”.

Dopo aver visto i primi 75 minuti del film, quelli che funzionavano, Lindelof ha accettato l’incarico, ma invece di apportare qualche cambiamento e di riscrivere qualche pagina, Lindelof si è trovato a scrivere 60 nuove pagine, costate alla Paramount 20 milioni di dollari. Con l’aiuto di un ex scrittore di Lost, Drew Goddard, i due hanno completato l’incarico in tre settimane.

“Una delle cose che ho detto quando ho accettato di farlo è stata: ‘Ragazzi, dobbiamo fare questo completamente e totalmente sottobanco’. Ho appena avuto questa esperienza con Prometheus, e ‘Lindelof va ad aggiustare il finale di World War Z’ porterà, letteralmente – sarà la peggiore copertura stampa che possiate mai immaginare. Vi garantisco che mi prenderò la colpa se il film non andrà bene. Questo è il motivo per cui mi trovo qui”.

Il prossimo progetto di Lindelof, Tomorrowland, nasce per la prima volta da una sua idea originale, non sarà basato su un mondo creato da qualcun altro.

“Onestamente, penso che Tomorrowland sarà il primo lavoro davvero originale che ho prodotto nella mia carriera. I miei poteri di scrittore non funzionano nel vuoto, possono solamente essere sbloccati – per quanto limitati possano essere – dalla presenza di qualcun altro. Mi sento come se mi dovessi suonare un motivo prima che possa iniziare a suonare. Vorrei solo sedermi al pianoforte e fissarlo e tu mi ha chiesto di suonarlo”.

Visto che Abrams dirigerà Star Wars: Episode VII, potremmo aspettarci la partecipazione di Lindelof?

“Quando è uscita la notizia che la Disney stava per farlo, la gente stava già twittando, ‘Basta che teniate lontano Damon Lindelof ‘. Quando ho visto questo, ho cominciato a rendermi conto che sarebbe stato un mancato guadagno per me in ogni modo o forma. Considero entrambi (lui e Abrams, ndr.) parti dello stesso gruppo per le idee; siamo tutti e due lì l’uno per l’altro, ufficialmente o non, non importa come. So per certo che, andando avanti, sporgerò un orecchio su tutto questo”.

Fonte THR