FILM D’APERTURA
Non perfetto, ma comunque bel film che c’entra appieno lo spirito del romanzo (non si parla di amore, ma dell’innocenza perduta in nome di un american dream realizzato che si rivela inutile) coniugando un gusto estetico per le immagini davvero eccezionale. Ben vengano poi scelte ardite ed anacronistiche come una colonna sonora rap e costumi vintage, ma comunque moderni. VOTO: 4/5 (Leggi la recensione)
IN CONCORSO
Dal regista di Una Separazione, vincitore dell’Orso d’oro di Berlino dnel 2011, un altro thriller della parola, in cui lo scoprire chi e perché ha detto questo o quello e perché lo ha detto, è alla base di tutti i vari snodi narrativi. Anche stavolta sullo sfondo c’è un divorzio. Asghar Fahradi, che stavolta gira in Franica (con Bérénice Bejo e “il profeta” Tahar Rahim), scrive e dirige benissimo come al solito, ma il film ha meno forza del suo precedente lavoro. VOTO: 3.5/5
UN CERTAIN REGARD
Bel film di Sofia Coppola, sulla storia vera di un gruppo di ragazzine californiante così ossessionate dalle varie Paris Hilton, Linsday Lohan & Co. da esntrare nei loro appartamenti e derubarle di oggetti di lusso. Regia fashion qualche basta, Emma Watson sdoganata dai ruoli di ragazza per bene. VOTO: 3.5/5 (Leggi la recensione)
Vincitore del Gran Premio della Giuria del Sundance e prodotto da Forrest Whitaker, ecco le ultime ventiquattro ore di un ragazzo di 22 anni di San Francisco vittima di un omicidio totalmente immotivato da parte di un poliziotto con il grilletto facile. Storia vera che commuove, ma non significa che sia un bel film.. A parte il finale (che si raccorda ai primi secondi del film, il resto è un lungo flashback) non ha particolari motivi di interesse cinematografico. Girato bene, recitato bene, ma molto convenzionale. VOTO: 2/5
QUINZAINE DES REALISATEURS
Difficile ripetersi dopo Valzer con Bashir. Ari Folman ci prova con una storia che alterna il live action con l’animazione e che si ispira a Il Congresso di Futurologia di Stanislam Lem. Cosa si è disposti a fare per rimanere famosi e giovani? E cosa è disposta la gente a fare per avvicinarsi a questi falsi miti? Al centro di tutto una Robin Wright che interpreta sé stessa. Sembra una versione 2.0 di Matrix in tono drammatico-allucinogeno, il risultato è soprattutto tanta confusione. VOTO: 2/5 (Leggi la recensione)
Anche quest’anno ScreenWeek è al Festival di Cannes per raccontarvi tutto il cinema d’autore e gli eventi della Croisette in diretta: trovate tutta la copertura nella nostra Sezione Speciale.