Cinema Festival

Alec Baldwin a Cannes: “Trovare soldi per un film è impossibile, ma se c’è Ryan Gosling…”

Pubblicato il 20 maggio 2013 di Andrea D'Addio

 

La prima volta di Alec Baldwin a Cannes è stata nel 2012. Non aveva nessun film da presentare, ma logicamente fu invitato a calcare il red carpet come invitato ad una delle tante prémiere e lì fu intervistato da una troupe televisiva francese. “Cosa ci fai qui?” gli chiesero. “Giro una pellicola su come funziona il mercato dei film qui a Cannes, quanto sia difficile trovare soldi per un progetto e come il festival sia sempre meno d’arte e più di business” fu grosso modo la sua risposta.

A distanza di un anno quel film è finito e, logicamente, la sua presentazione è avvenuta proprio sulla Croisette. A dirigerlo è stato James Toback, uno dei decani del cinema indipendente americano, che, assieme alla star di 30 Rocks, ha passato dieci giorni sulla costa azzurra alla ricerca di qualcuno che finanziasse una sua personale versione di Ultimo Tango a Parigi, girata però a Baghdad con lo stesso Baldwin protagonista assieme a Neve Campbell.

Eccoci quindi catapultati dentro quella parte del mondo del cinema che solo gli addetti ai lavori conoscono. Come parte un progetto cinematografico? Come e dove si trovano i soldi? Quanto è come è importante la presenza di un attore rispetto ad un altro? Le domande sono di natura tecnica, ma le risposte arrivano in maniera molto informale, grazie alle tante interviste raccolte dalla coppia. Non solo produttori o capi di film commission. No. Tobiack intervista anche i grandi cineasti contemporanei, gli chiede come è cambiato il cinema e Cannes nel corso degli anni: Bernardo Bertolucci, Martin Scorsese, Francis Ford Coppola e addirittura Roman Polanski. Visto che un produttore ad un certo punto gli dice che i migliori attori per racimolare soldi per il loro progetto sono Ryan Gosling e Jessica Chastain, Tobiack e Baldwin vanno ad intervistare anche loro.

Ecco quindi che si scopre come per entrambi ormai alla base di tutto ci sia la sceneggiatura, ma che non basta la loro presenza per fare box office, ma servono sempre almeno due grandi star assieme, differentemente da 20 anni fa (il Johnny Depp di Rum Diary non fa un euro, ma funziona se accanto ha Keira Knightly e Orlando Bloom), ecco che si capiscono le ragioni che spingono tante produzioni a scrivere una storia per un film d’azione che tocchi varie città del mondo (così si prendono soldi sia dalla Russia che dall’india ad esempio), ecco le feste e gli incontri informali, ecco le promesse non mantenute e la voglia di fare un film ad ogni costo. Del resto la frase che fa introduce il film è una celebre considerazione di Orson Welles «Ho passato solo il dieci per cento della mia vita a fare il film. Il restante novanta per cento l’ho passato tentando di fare film».

Il risultato? Un divertentissimo viaggio cinefilo che diverte e commuove allo stesso tempo. L’autoironia di Baldwin e Tobiack è eccezionale e non si può che finire con l’amarli. Seduced and Abandoned non solo è uno dei migliori film della 66esima edizione di Cannes, ma è anche uno dei più bei ed educativi film mai fatti sul cinema stesso, forse il primo capace di raccontare davvero come funzioni quel processo industriale di cui oggi più di ieri è intriso il cinema.

Anche quest’anno ScreenWeek è al Festival di Cannes per raccontarvi tutto il cinema d’autore e gli eventi della Croisette in diretta: trovate tutta la copertura nella nostra Sezione Speciale.