Recensioni

Game of Thrones, il commento a And Now His Watch Is Ended

Pubblicato il 26 aprile 2013 di emanuele.r

Attenzione, l’articolo contiene spoiler

La 2^ parte dell’episodio precedente aveva scosso le acque calme di questo inizio di 3^ stagione, ma giunto al 4° episodio Game of Thrones recupera le armi che l’hanno reso grande e sfodera una puntata di tutto rispetto che fa smuovere le rivolte che scuotono i vari regni e coinvolge a pieno lo spettatore.

Jamie Lannister, dopo aver perso la mano destra, cerca di ribellarsi agli uomini del Nord, ma non ha successo.  Ad Approdo del Re, Varys riceve una visita da Lord Tyrion, il quale cerca prove per vendicarsi della sorella Cersei, che ha cercato di ucciderlo durante la battaglia delle Acque Nere.  Al tempio di Baelor, Cersei e Olenna parlano del matrimonio tra Re Joffrey e Lady Margaery. Al rifugio di Craster, Samwell è preoccupato per il neonato di Gilly e le dice che potrebbe esserci una via d’uscita. Dopo aver salutato un confratello caduto in battaglia, i Guardiani della Notte hanno una discussione con Craster.  Bran sogna di vagare nel bosco e questa volta incontra sua madre Catelyn. Poco dopo si risveglia con accanto Jojen Reed. Theon Greyjoy viene ingannato e riportato nella prigione dal ragazzo che lo aveva aiutato. Thoros di Myr, con Arya e Gendry, raggiunge Beric Dondarrion, anch’egli un membro della Fratellanza Senza Vessilli. Dondarrion vuole fare giustizia riguardo i crimini del Mastino e propone uno scontro con Clegane. Ad Astapor, Daenerys giunge alla dimora di Kraznys mo Nakloz, con Jorah Mormont, Barristan Selmy e Missandei, per l’acquisto dell’esercito degli Immacolati. La donna dà a Kraznys il suo drago più grande e in cambio riceve la frusta simbolo del comando degli Immacolati.

Scritto dagli showrunner Benioff e Weiss e diretto da Alex Graves, And Now His Watch Is Ended entra all’interno delle varie storyline mostrandone i lati cupi e raccontando le rivolte di vario tipo, esplicite o sotterranee, che li squassano e che ribaltano i rapporti di forza tra i personaggi.

Se i Lannister sono la famiglia Ewing di questo medioevo romanzesco, più interessati a complottare l’uno con l’altro (Tyrion contro Cersei, Cersei contro Tyrion e i Tyrell, i consiglieri l’uno contro l’altro, con Tywin al centro delle beghe) che a preservare il loro potere contro gli avversari, non sono pochi i venti che disturbano il normale andamento di regni e potere: Jaime ridotto a sperare di morire in mano agli uomini del Nord, Theon tradito non si sa bene per quale motivo, ma soprattutto due gruppi di “anarchici”, di senza re che lottano per la propria dignità piuttosto che per i vessilli di un sovrano. I Guardiani della notte che lasciati digiuni per giorni si ribellano a Craster e Mormont che li affamavano uccidendoli (e inducendo Samwell alla fuga con Gilly e il figlio) e la Fratellanza senza vessilli, che rivendicando la natura di disertori contro tutte le guerre e i padroni, condanna il mastino a morte per singolar tenzone, contro Dondarrion.

Grandioso finale dedicato a Daenerys che, dopo aver consegnato il drago con cui ha comprato gli 8000 soldati di Kraznys, si rivolta contro la ferocia del re e mostrando di conoscere la lingua del posto (e aver compreso quindi tutti gli insulti che ha ricevuto) ordina ai soldati di attaccare e al suo drago (Dracarys!) di bruciare vivo il tiranno. Con l’esercito reso libero e volontario (scena bellissima, scandita dalle lance a terra, degna dei migliori film epici, dalla splendida fotografia),  e i draghi liberi nel cielo, i Targaryen – che durante l’episodio sono stati irrisi dai Lannister – sono pronti a riprendersi ciò che spetta loro. Rombante conclusione di un episodio che sa ritrovare la suspense genuina degli intrighi politici e personali, che diffondere violenza e spettacolo, che sa avvincere con la trama e coi bellissimi dialoghi, da sempre fiore all’occhiello dello show. Che ora viaggia spedito verso il ritrovato trionfo.

Guardate il prossimo promo, commentate la recensione e restate con Screenweek.