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Person of Interest, il commento alla 2^ stagione

Pubblicato il 25 marzo 2013 di emanuele.r

Person of Interest 2x01 Finch Cap 01

Il ritorno di Person of Interest non era in discussione su CBS, visto che gli ascolti erano più che discreti, ma sicuramente ponevano agli autori Jonathan Nolan e J. J. Abrams dei problemi: amalgamare o no, e se sì come, gli spunti seriali e orizzontali con la struttura classica di episodi chiusi cercando di attirare il pubblico del network abituato a serie “conservatrici”? La 2^ stagione in onda in queste settimane su Mediaset Premium dirime la questione in modo piuttosto convincente.

La seconda stagione incomincia dove era finita la prima, ovvero la telefonata della macchina a Reese. La telefonata consiste in un codice che identifica una nuova persona di interesse: Leon Tao, un uomo che ha rubato dei soldi a persone pericolose. Intanto Root (la hacker che ha rapito Finch), si trova assieme a Finch in un ristorante dove avvelena Julie Davenport. Reese salva Tao e riesce ad avere informazioni su Finch dalla macchina, che rivela il nome “Hanna Frey“, una ragazza scomparsa in un piccolo paesino in Texas. Reese chiama Carter e la invita ad andare in Texas assieme a lui. Nel frattempo Root tende un agguato a Denton Weeks, l’amante di Julie Davenport nonché l’uomo a cui Nathan Ingram ha venduto la macchina per un solo dollaro.

Person of Interest 2x01 Leon Reese Promo 04

Da qui, Nolan (coadiuvato per la première da Raffaele Zorzes e da John Cassar per la regia) fa partire un’avventura che assieme al tentativo di Reese di recuperare Finch (cosa che avviene dopo 2 episodi) racconta anche l’insieme degli interessi e delle persone connesse alla creazione della macchina, tessendone quasi una sua storia, tanto che si comincia proprio con il primo dialogo tra Finch e la creatura, che oramai, da vera e propria intelligenza artificiale, è un reale personaggio che parla e interagisce con i personaggi.

Così è proprio la macchina, al centro di ogni possibile storyline, a diventare l’ago della bilancia della serie fornendo il caso settimanale da cui, per struttura, non si può delegare, ma anche a creare gli intrecci che fanno avanzare e approfondire il racconto, rendendo importante il ruolo di alcuni nuovi personaggi che potrebbero essere centrali. Root (significativo il cognome di Turing, dallo scienziato che creò i linguaggi informatici dando origine al logo Apple) ovviamente, che però pare sparire dopo i primi episodi, ma anche Elias e soprattutto Leon Tao, che potrebbe essere il Leo Gatz (l’irresistibile macchietta di Arma Letale interpretata da Joe Pesci) della serie.

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Una 2^ stagione che quindi sa fare propria e capitalizzare la semina della prima annata, sa dare ai suoi attori ancora più spazio e sfumature (soprattutto a Jim Caviezel ed Amy Acker) e battute spassose (“La vera ragione della macchina, è che il mondo è una noia”), tensione narrativa e la solita precisione della regia nelle scene d’azione. Insomma, un dramma mainstream di fattura più che buona.

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