La recensione NON contiene spoiler.
Ad inizio ‘900 lo scrittore L. Frank Baum ha creato interamente il mondo di Oz e pubblicato i primi 14 libri, tra i quali Il Meraviglioso Mago di Oz. Sono state raccontate le avventure di Dorothy, dello spaventapasseri, delle varie streghe presenti in quella magica terra (il tutto reso celebre dal primo adattamento cinematografico del 1939), ma mai era stato svelato in modo approfondito come il celebre mago era arrivato ad Oz e come aveva fatto a diventare il sovrano di quel regno incantato.
Sam Raimi, il regista della trilogia di Spider-Man, e gli sceneggiatori Mitchell Kapner e David Lindsay-Abaire, sono partiti da questa semplice idea per riportarci ad Oz come mai era stato fatto. Ne Il Grande e Potente Oz hanno immaginato e ricreato il passato del mago, spiegandoci come un semplice ed egoista illusionista del Kansas da quattro soldi è riuscito a diventare il non completamente onesto sovrano (rimane pur sempre un illusionista senza poteri magici), che però ha salvato Oz dalla distruzione e tiene molto ai suoi abitanti e al bene del regno. Il tutto è stato realizzato con un profondo rispetto nei confronti del materiale originale, che si nota ad ogni livello e in ogni momento sul piano visivo, della sceneggiatura e soprattutto nel tono.
Oscar Diggs (James Franco) è un modesto e talentuoso mago che lavora in un circo itinerante. La sua passione sono i giochi di prestigio e la scienza, ma il suo vero scopo nella vita è diventare ricco e celebre, una via di mezzo tra Houdini e Thomas Edison. Non rispetta il suo assistente (il mitico Zach Braff), ed è anche uno sciupafemmine: usa il suo fascino e carillon per sedurre una ragazza dopo l’altra, e sarà proprio questa la sua rovina. Costretto alla fuga da un fidanzato infuriato, viene risucchiato da un tornado con la sua mongolfiera finendo inspiegabilmente ad Oz, che è anche il suo soprannome. In questi primi 18 minuti Raimi cita Fleming e ce li propone in bianco e nero, o meglio seppiato, e con un formato dello schermo ridotto. Sembra di guardare realmente un film di settant’anni fa, e il 3D è tenuto al minimo. Una volta arrivato ad Oz, gradualmente l’immagine proiettata si amplia (come nel trailer), e la gamma di colori utilizzata raggiunge il suo massimo splendore.
Lasciando da parte una decina di minuti, che sembrano la presentazione di Pandora con le sue creature e piante strane, Oz poi incontra la strega buona Theodora (Mila Kunis) che riconosce in lui il mago della profezia, giunto dal cielo per salvare il regno e i suoi abitanti dalla strega cattiva. Oscar Diggs gioca la sue solite carte: seduce la ragazza, e aspira al trono e al reale tesoro di Oz, simbolo della ricchezza e del potere che ha sempre sognato. Questo sarà il suo più grande errore, ma allo stesso tempo la sua più grande fortuna: rischiando di perdere tutto quanto scoprirà di essere un uomo migliore di quel che crede e con un gran cuore, la guida di cui quella terra ha realmente bisogno.
I punti di forza del kolossal fantasy sono molti, a partire dal casting. James Franco è perfetto, e riesce a mantenere un ottimo equilibrio alternando comicità slapstick e serietà, il tutto condito con un forte dose di fascino. Ottime le streghe Mila Kunis e Rachel Weisz, anche se la più convincente è la splendia Michelle Williams nei panni di Glinda,la strega saggia e buona. La sua recitazione è appena sopra le righe, gioca molto con la sua parte senza sminuirla e senza banalizzarla, divertendosi ad interpretare l’ingenuità della strega evitando di farla passare per stupida.
Ma è l’intera pellicola ad essere fondata su gioco, citazioni e sfumature. C’è tutto quello che i fan di Oz desiderano: la Città di Smeraldo, il sentiero di mattoni gialli, ma anche il campo di papaveri, indirettamente presenti anche il leone, lo spaventapasseri e l’uomo di latta, per non parlare della strega cattiva di colore verde, la sfera di cristallo e molto altro. È un film moderno, ma il tono è quello di un classico, che crea epicità non con la CGI ma con il racconto e i suoi personaggi. Qualcuno dirà che gli effetti visivi non sono all’altezza dei più recenti kolossal, ma attenzione: è Raimi stesso ad essersi contenuto proprio per non perdere di vista l’obiettivo della pellicola. A fianco di creature perfette ricreate con la computer grafica, come la scimmia alata Finley e la Fanciulla di Porcellana (adorabili), troviamo scenografie realmente costruite (dallo scenografo pluri-premio Oscar Robert Stromberg, regista del prossimo Maleficent) inserite in un contesto di fondali digitali parzialmente posticci. No, non è la costosa CG venuta male di Alice in Wonderland, ma lo stesso regista che pur avendo la piena padronanza del mezzo ha deciso di ricreare qualcosa che richiamasse profondamente Fleming nello stile, e non ne risultasse solo il fratello maggiore con più muscoli. Mi aspettavo forse un 3D con maggiore profondità, ma è fluido e coerente in ogni scena senza disturbare, e credo che nella visione in due dimensioni si perdano molti aspetti, in particolare nell’esplosivo finale (diventa Il Mago di Oz!).
Nota di merito per la colonna sonora di Danny Elfman, stretto collaboratore di Raimi ormai da anni. A sorpresa nessuno dei forti temi presenti nei trailer è presente, ma ascoltiamo una soundtrack nuova di zecca che sfrutta, rielabora e ripropone più volte il tema del carillon ma anche dei suoni che richiamano il circo. Una delle migliori mai realizzate dal compositore di Spider-Man.
Il Grande e Potente Oz è una pellicola che finalmente può riunire famiglie e sale cinematografiche, binomio assente da tempo. Un film che, pur durando un paio d’ore ed essendo impostato come una pellicola di origini, si ritaglia il giusto tempo per il racconto, senza fretta e con le dovute pause. Un respiro necessario per non calpestare storia e personaggi, senza allo stesso tempo utilizzare banali espedienti per tener buono lo spettatore medio.
Voto: 7.5
Per chi vuole, dopo l’immagine uno SPOILER SUL FINALE se volete scoprire se c’è o meno un collegamento con Dorothy…
SPOILER! No, nessun collegamento diretto con Dorothy e le scarpette rosse (d’argento nel libro!). Il film ha un suo finale, ma ammicca parzialmente ad un possibile secondo capitolo perché l’idea iniziale dello studio era appunto di non realizzare un prequel diretto della storia raccontata nel Mago di Oz. La speranza è che il cerchio si chiuda in futuro con l’arrivo della casa di Dorothy che schiaccia la strega dell’Est e riceve da Glinda le celebri scarpette magiche.
Il Grande e Potente Oz uscirà nelle sale giovedì 7 marzo. Vi ricordiamo che qui trovate la pagina facebook italiana del film. Qui invece trovate un post dedicato a tutti i personaggi presenti nella storia.
I titoli di coda sono accompagnati da Almost Home, il singolo presente nella colonna sonora cantato da Mariah Carey.