Quando alla regia c’è Michael Winterbottom non sai mai come andrà a finire. Si può passare da belle commedie come 24 Hour Party People a film da galera come Genova e The Killer Inside Me. Un buon punto di partenza per evitare di detestare una sua opera è che la sceneggiatura non sia sua. È questo il caso The Look of Love, scritto da Matt Greenhalg, che per l’occasione ha cercato di raccontare la vita borderline di Paul Raymond, uno degli uomini inglesi più ricchi del ventesimo secolo, impresario diviso tra editoria e clubbing, entrambi declinati sull’hard, accusato da sempre di aver portato “la perversione a casa della regina”, una sorta di Hugh Hefner versione british
Raymond non era solo un uomo a cui piaceva il piacere. Era un personaggio pubblico che rappresentava la bella vita, un marchio da utilizzare su qualsiasi prodotto d’intrattenimento adatto al pubblico maschile adulto. Il lusso ed i suo vizi contribuirono a creare un’idea di bella vita fatta di belle donne, champagne, sigari e cocaina che, purtroppo, finì con il coinvolgere anche la sua amata figlia, quella Debbie che lui tenne sempre a fianco a sé, anche quando si trattava di vizi e stravizi.
Il film di Winterbottom si sofferma proprio su questo rapporto filiale. È in questo amore malsano (non parliamo di pedofilia, ma di madornali errori educativi) che trae la sua forza drammaturgica questo film altrimenti molto patinato fatto di vivaci sequenze di sesso, droga, burlesque e copertine di giornali. Nessun personaggio è davvero approfondito, la prole di Paul Raymond si disperde nei meandri di una sceneggiatura che non spiega bene tutto, finendo con il lasciare parecchie zone d’ombre sulla vita stessa del persona a cui il biopic è dedicato. Il racconto riesce comunque a scorrere fluido, ben coadiuvato da un cast di attori funzionali e funzionanti: e se Steve Coogan è senza dubbia una bella scoperta per chi non segue il piccolo schermo inglese, la bellezza delle varie Tamsin Egerton, Imogen Poots, e Anna Friel è ben supportata da una presenza scenica capace veramente di bucare lo schermo.
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