Mentre in questi giorni da più parti ci si lamenta del successo ottenuto da pellicole come I due soliti idioti e si conclude con frasi riguardanti il povero destino del cinema italiano, fa decisamente piacere venire a conoscenza di prodotti cinematografici che, sia ringraziato il cielo, cercano di prendere le distanze da tutto ciò che le produzioni nostrane sono in grado di offrire.
Sì, perché, come troppo spesso ci siamo trovati a ripetere, non è certamente la voglia fare che manca, bensì la voglia di osare da parte delle grandi produzioni. Per fortuna ci sono pellicole indipendenti come True Love, girato all’estero, con attori americani (tra cui Ellen Hollman, vista nella serie televisiva Spartacus), ma a conti fatti interamente italiano.
Diretto da Enrico Clerico Nasino e scritto da Fabio Resinaro e Fabio Guaglione, questo film riprende i canoni tipici di pellicole come Saw e Cube, aggiungendoci una componente estranea al torture porn (anche se il termine in questo caso è alquanto riduttivo): il sentimento.
La storia è quella di Jack e Kate, una giovane coppia di sposi. Per ragioni ignote un bel giorno i due si risvegliano separati, all’interno di stanze che sono delle vere e proprie prigioni. Unico modo per comunicare con l’esterno un piccolo monitor dotato di due pulsanti: Yes e No. Non ci sono porte, finestre e, soprattutto, i due non si ricordano come sono finiti lì dentro. Sono vittima di quello che sembra un esperimento, composto da durissime prove e finalizzato a rafforzare o rompere definitivamente il loro sogno d’amore.
Come abbiamo già detto, tra i titoli che saltano subito alla mente c’è la saga di Saw. Anche i questo caso, infatti, i due protagonisti sono stati rapiti senza un apparente motivo e vengono sottoposti a prove che servono per testare e quindi superare quegli ostacoli che minano la loro vita, nello specifico di coppia. In più abbiamo la presenza di alcuni oscuri “manovratori” che potrebbero ricordare l’onnisciente Gigsaw, messi lì per offrire una seconda possibilità ai loro “assistiti”. La storia prende però le distanze dal semplice torture porn nel suo svolgimento, perché al suo interno l’orrore e la conseguente tortura sono più che altro psicologici (rumori assordanti, privazione del sonno, dei viveri, scoperta di alcuni segreti riguardanti il partner). Tutte cose rese benissimo da una serie di trovate visive e sonore (una componente, quella sonora, sfruttata benissimo all’interno del film) di sicuro impatto.
Premesse che da sole riescono a far spiccare questa pellicola tra la miriade di titoli che ogni anno vengono prodotti nel nostro territorio. True Love possiede la freschezza e la voglia di osare tipica del più puro cinema indipendente americano. Realizzato con un budget limitato, riesce a sopperire ad un evidente carenza di mezzi con una storia che non richiede nulla di esplicito e con alcune scelte registiche e logistiche particolarmente azzeccate. Certo, non può dirsi priva di difetti, ma fa talmente tanto piacere sapere che qui da noi si sia trovato il coraggio di realizzare un’opera simile che ogni nota negativa passa automaticamente in secondo piano.
NOTA: Il film è visionabile GRATUITAMENTE fino al 15 gennaio sulla piattaforma Cubovision. Lo trovate a questo link.