Ricordate quando Demi Lovato si infuriò per aver ricevuto in dono una Barbie durante un suo concerto? “âHo passato tutta la mia vita cercando di essere come questa bambola, e sapete cosa ho capito? Io non sono questo.” Disse in quell’occasione al suo pubblico. Il problema di dover apparire in un modo in cui non siamo è molto comune tra le ragazze ed è soprattutto dovuto ai modelli che ci vengono imposti dallo spettacolo, dalla moda e dal mercato dell’intrattenimento… E’ per questo che una giovane ricercatrice Anita Sarkeesian si è messa a studiare il corpo delle donne nei videogiochi…
Anita Sarkeesian è una giovane ricercatrice canadese-statunitense che, amante dei videogames, ha scoperto, non senza disappunto, che spesso la figura femminile nei videogiochi ricalca fastidiosi stereotipi sessisti senza lasciare spazio all’immaginazione.
Come la Barbie propone un modello di donna irreale, con curve e forme impossibili, così nei videogiochi, spesso scritti da uomini, il modello di donna è un modello di femminilità stereotipato che poco ha a che vedere con il complesso mondo femminile.
Eppure sono molte le ragazzine che giocano ai videogiochi. Perchè la loro esigenza di spaziare con l’immaginazione in un mondo digitale dove non ci siano solo clichè non dovrebbe essere appagata?
Anita Sarkeesian vuole realizzare un documentario per analizzare in che modo la figura femminile nel mondo dei videogiochi sia relegata all’interno di una serie di luoghi comuni: le donne devono fare lavori da donne, le donne nel ruolo del cattivo devono essere brutte, le donne sono solo elementi decorativi. Eppure sappiamo bene che le cose non stanno così e analizzare il fenomeno ci aiuta a liberarcene.
Se volete saperne di più sul progetto di Anita visitate il suo sito qui. E se foste voi a disegnare il vostro videogame come sarebbe la vostra protagonista?