Archivio Ultime News Interviste

Venuto al Mondo – Incontro con Castellitto e Penélope Cruz.

Pubblicato il 06 novembre 2012 di laura.c

Sergio Castellitto riporta sul grande schermo una storia nata dalla penna della sua consorte Margaret Mazzantini, e ancora una volta lo fa avvalendosi del talento di un’attrice come Penélope Cruz, anche in questo caso impegnata in un ruolo iper drammatico, forse addirittura più di quello già affrontato in Non ti muovere. Questo perché Venuto al mondo parla sì dell’evoluzione di una giovane coppia (composta da Cruz e Emile Hirsch), messa alla prova dal passare del tempo e dall’impossibilità di avere un figlio, ma intreccia questa storia intima, di sentimenti e passioni brucianti, con il dramma della guerra, sullo sfondo di una Sarajevo sconvolta dall’assedio che lacerò la città all’inizio degli anni ’90.

“Vorrei dire la verità su questo film – ha spiegato il regista e interprete, Sergio Castellitto, presentando ieri il suo ultimo lavoro alla stampa – “e la verità è che è stata un’avventura umana. Molti film sono un’esperienza professionale affascinate, altre volte deludente. Questa è stata invece un’avventura in cui ciascuno di noi ha messo una parte di sé e della propria vita. Quando abbiamo cominciato a lavorarci, sei anni fa, non c’era niente. C’erano solo un uomo e una donna andati a Sarajevo, e il primo germe di una storia cominciata già 10 anni prima, quando Margaret viveva piena di speranza l’attesa di nostro figlio, e nel frattempo vedeva in televisione Gad Lerner che dall’altra parte dell’Adriatico ci mostrava l’esatto contrario di quello che stavamo vivendo, cioè l’assenza della speranza”.

Da qui l’origine del romanzo di Margaret Mazzantini, e poi dell’adattamento, che ha coinvolto come interprete lo stesso figlio della coppia,  Pietro Castellitto, e di cui l’autrice si ritiene molto soddisfatta:

“Nessuno scrittore ama vedere il proprio lavoro sul grane schermo, perché si tratta sempre, per forza di cose, di una riduzione. Ma nel caso di Sergio è diverso, perché lui è il mio primo lettore, quello che mi aiuta a capire cosa ho scritto e in che direzione sto andando quando lavoro a un libro.  Per cui sa anche come uccidere i miei amori: spesso scrivendo innalziamo cattedrali, mentre quello che ci interessa davvero sono piccole cose. Noi, pur avendo caratteri molto diversi, abbiamo la stessa visione del mondo, e questo è importante per due artisti. Soprattutto quando, come in questo caso, si ha a che fare con un lavoro più duro del solito, con una guerra da ricostruire, con una produzione internazionale e tante scene molto complesse”.

A semplificare il compito, la presenza di un’interprete di fama mondiale come Penélope Cruz, che Castellitto ha ringraziato per essersi posta come una vera attrice e non come una star, e per aver ancora dato prova di talento nel recitare la parte di una donna italiana (nonostante il film uscirà nelle nostre sale in versione doppiata):

“Quando ho letto il libro, mi sono innamorata della storia e del personaggio, come quando ho letto Non ti muovere – ha detto l’attrice – per me era diventata quasi una necessità, quella di fare un viaggio con questa donna. Non è successo spesso nella mia carriera di leggere un personaggio ed esserne quasi ossessionata. In questo caso, inoltre, il libro era di 600 pagine, quindi molto difficile da adattare, ma quando è arrivato il copione sono stata felice di scoprire che già la prima versione riusciva a mantenere tutta l’essenza del romanzo”.

Da quando è stata coinvolta nel progetto dalla coppia Castellitto-Mazzantini, Penélope Cruz ha anche vissuto l’esperienza della maternità, che l’ha aiutata a comprendere meglio il suo personaggio, Gemma, tormentato dall’impossibilità di avere figli:

“Sono successe tante cose da quando ho accettato di fare il film, una di queste è stata diventare mamma, il che mi ha fatto capire in maniera più profonda quello che manca alla donna che interpreto, quello che non può avere nella sua vita. Ma penso che ogni donna possa capirlo anche senza aver vissuto un’esperienza simile, ho trovato interessante questa figura già quando ho letto il libro”.

La sua Gemma presenta infatti un carattere molto complesso, dotato di luci e ombre:

“È un ruolo che non è politicamente corretto, perché lei non è così. Non mi chiedo mai se sono simile al personaggio o se avrei fatto quello che avrebbe fatto lei. Cerco invece di capire ciò che avviene nella sua psicologia, di coglierne tutte le sfumature. Di Gemma penso che non sia una donna che da piccola giocava con le bambole pensando a quando sarebbe diventata mamma: lei arriva a questa necessità dopo l’incontro con un uomo, e a quel punto la maternità diventa per lei un’ossessione. Se dovessi scegliere la sua battuta che mi ha colpita di più, è quando si riferisce a un figlio come a “un lucchetto di carne” con cui legare a sé il suo amore. È una frase che spiega bene il personaggio e mostra anche perché è così interessante, con tanti colori.  È una donna con una macchia di dolore, ma che lotta e sopravvive”.

Per Castellitto, Gemma è come gli altri personaggi del film, popolato di “sommersi e di salvati”, in una storia che mira prima di tutto al cuore dello spettatore:

“Ho cercato qualcosa che mi emozionasse, rivendicando a questa parola un valore di intelligenza, perché l’emozione è la parte più rischiosa di ognuno di noi. Il film vuole arrivare al pubblico nella maniera più netta, raccontare archetipi della vita umana, il cinema deve prendersi questa responsabilità. E so che, da questo punto di vista, è un film molto ambizioso. Con umiltà autentica, ho cercato di fare quello che io penso dovrebbe essere il cinema, tagliando la fiction ma facendo passare per la messa in scena una forte teatralità”.

Per questo Castellitto ha detto di aver scelto “il bisturi del melodramma” per far sgorgare l’essenza del film, evitando le scene di raccordo e concentrandosi su quei momenti veramente simbolici della vita dei personaggi, tenendo sempre a mente che “ogni atto con vocazione artistica, è un atto d’amore”.

Il film uscirà nelle sale italiane l’8 novembre distribuito da Medusa Film.