Adam (Jack O’Connell) ha quasi vent’anni ed è fin troppo turbolento. Il suo patrigno (Peter Mullan) non è certo uno stinco di santo e per punire l’ultima enorme marachella del figliastro decide di farlo lavorare, in modo tale da farsi ripagare il danno. Le consuete faccende domestiche vengono subito accantonate e Adam si ritrova a svolgere degli affari poco legali per conto del padre, che lo costringe a fare da autista per Roy (Tim Roth), sicario di professione, che deve compiere il suo ultimo omicidio facendolo passare per l’operato di un serial killer che sta mietendo vittime proprio in quei giorni. Le cose si complicano quando, nel bel mezzo del loro reato, i due vengono sorpresi da una giovane e avvenente ragazza (Talulah Riley).
Presentato alla 30° edizione del Torino Film Festival, The Liability, terzo lungometraggio diretto da Craig Viveiros, è un film che stupisce positivamente proprio a causa del suo principale difetto. Una cosa apparentemente senza senso ma incredibilmente vera. Vedendo il film, infatti, ci si rende conto di quanto ripetutamente la sua storia mandi al diavolo la linearità, presentando situazioni poco credibili e incoerenti, soprattutto nella seconda metà, dove ogni cosa sembra succedere solo ed esclusivamente per esigenze di copione. Nonostante tutto questo ci troviamo di fronte ad un’opera più che godibile, ricca di momenti divertenti (che non lasciano mai spazio alla noia) e in grado di scorrere liscia come l’olio nonostante la sua essenza contorta.
Merito del regista Craig Viveiros, che è stato in grado di dosare sapientemente l’atmosfera, limitandosi a rendere ridicolo il necessario e raggiungendo picchi di tensione altissimi con la semplice inquadratura di uno sguardo. Al resto ci pensa ovviamente Tim Roth, che praticamente fonde le caratteristiche del più spietato sicario alle fattezze del ragioniere dell’ufficio sotto casa. Una caratterizzazione azzeccata, che si adatta perfettamente a quest’attore. Buono anche il resto del cast, compresa anche la Mamma/Marilyn interpretata da Kierston Wareing che, pur occupando un ruolo marginale, riesce a spiccare nei pochi momenti che le sono dedicati.
The Liability è un film che porta all’estremo il concetto di sospensione dell’incredulità ma lo fa così bene che, sul serio, gli si perdona ogni difetto. Provare per credere.