Torino 2012 – Intervista a Gipi, regista di Smettere di fumare fumando

Torino 2012 – Intervista a Gipi, regista di Smettere di fumare fumando

Di Filippo Magnifico

La 30° edizione del Torino Film Festival è cominciata ieri con la proiezione di Smettere di fumare fumando, seconda opera, dopo L’ultimo Terrestre, diretta da Gian Alfonso Pacinotti, meglio conosciuto come Gipi (qui trovate la nostra recensione). Un film che ha come protagonista lo stesso regista, ripreso nei primi dieci giorni di una sfida particolarmente difficile: smettere di fumare.

Di solito sul comodino ci tenevo le sigarette, poi sono passato alle telecamere, che erano sparse in casa mia. Quando smetti di fumare non sai cosa fare con le mani, avevo sempre la macchina da presa in mano”. Per sconfiggere una dipendenza Gipi ha quindi ceduto ad un altro vizio, mettendosi a nudo e pagandone le conseguenze. Una cosa che se da un lato gli è servita, dall’altro continua a fargli molta paura:

“Mi fa molta paura l’idea che la mia vita venga messa di fronte a qualcuno che non vede l’ora di tornare a casa dopo averlo visto per scrivere qualcosa.”

Abbiamo incontrato Gipi per parlare del suo film. Durante questa chiacchierata il regista ha inoltre rivelato che c’è una terza pellicola in arrivo, che sarà incentrato sulla figura del padre:

“Dopo Smettere di fumare fumando una benefattrice mi ha comprato una macchina da presa vera e io ho messo in piedi una troupe e ho fatto già un altro film che è quasi ultimato. E’ un po’ il figlio di Smettere di fumare fumando, soprattutto nella totale libertà utilizzata nel raccontare. A Procacci è piaciuto e pensavamo di portarlo in sala.”

Tra le domande fatte non poteva certo mancare una riguardante le motivazioni che hanno spinto il regista ad intraprendere un simile percorso:

“Se fai una cosa come la facevo io, a tal punto che il dottore ti dice che potresti andare sotto terra, secondo me qualche problema c’è, ma non solo le sigarette che fumi. Io ho iniziato il film per due motivi: prima di tutto perché volevo fare una cosa che mi permettesse di perdere il controllo, che mi facesse sentire libero, anche di poter fare qualcosa di brutto, di sconclusionato. Non mi importava assolutamente nulla. L’altro motivo era smettere di fumare. Ho unito le due cose, non solo quale avesse la priorità in realtà. Tutto il resto è venuto senza che io l’avessi previsto. Non sapevo mai quello che sarebbe successo ogni giorno, non avevo un punto di arrivo. Infatti ad un certo punto il film si spegne, quando mi accorgo di non avere più questo moto di pazzia in corpo.”

Dopo aver visto il lavoro nella sua interezza, ti è per caso venuta voglia di trasformarlo in un fumetto?

“Non ci ho pensato. Però è vero il contrario. Quando ho iniziato mi dicevo: “Come mai non riesci ad essere libero con la macchina da presa come lo sei stato con il fumetto? Perché non riesci a perdere il controllo? Qual è il problema?”. Senti voci che ti parlano e ti dicono che il cinema va fatto in una determinata maniera, che lo spettatore si aspetta una cosa molto precisa. Sentivo una mancanza di libertà a causa della mia stessa natura, quando in realtà dovrei essere libero di fare quello che voglio. Nei fumetto, però, riuscivo a farlo. Era l’unica cosa che sapevo fare: parlare in libertà, scrivere in libertà. Si è trattato quindi di un percorso contrario, fare una cosa con una telecamera che assomigliasse ai lavori che facevi con i fumetti. Almeno come atteggiamento, perché si tratta di due cose completamente diverse. Come nei fumetti ho usato me stesso e mi sono messo di fronte ad una macchina da presa. Rivedendomi ora mi ammazzerei. Però nei fumetti l’ho sempre fatto, ho usato sempre la mia figura. E’ una cosa strana, fare una cosa del genere comporta uno sdoppiamenti stranissimo. Non so come ci riesce Moretti. Quando vedo il film mi capita di pensare “Guarda come è buffo!”, è come se non fossi io. Ma si tratta di me, quando cammino per la strada le persone mi riconoscono. E’ una cosa spaventosa, trasformare sé stessi in un burattino in questa maniera. Una cosa di cui ti rendi conto dopo, perché durante la lavorazione mi sono divertito. Dopo mi ha molto spaventato.”

Quanto è importante per te prenderti cura di tutto il processo creativo?

“Oltre che importante per me è molto divertente. Io mi sono divertito a montare, a fare le musiche, a mettere gli effetti. Mi piace tenere in mano la macchina da presa, è una cosa erotica. Ne L’ultimo Terrestre ho lavorato con persone bravissime, però mi è mancato il non affondarci le mani dentro. Quando fai un film e arrivi in sala di montaggio, il montatore e l’assistente al montaggio hanno deciso e selezionato le scene. Ma la verità è che molto spesso negli scarti c’è l’oro. Qui invece era tutto lì.”

Che sorte avrà questo film?

“La mia idea è di metterlo gratis nel web. Questo dipenderà anche dalla reazione delle persone durante il Festival. Non ho speso niente per farlo, non vedo perché dovrei chiedere soldi per farlo vedere.”

Le eventuali critiche nei confronti di quest’opera ti farebbero più male di quelle che ha ricevuto L’ultimo Terrestre? Alla fine sei solo tu sullo schermo…

“Assolutamente sì. Mi hanno fatto più male. La critica è normale, chiunque è libero di dire che una cosa non gli è piaciuta. Mi ha molto ferito il fatto che per il mio film sia stato usato il termine narcisismo. Ho sempre pensato che il narcisismo implicasse una rappresentazione positiva. Io in questo film mi faccio a pezzi, non mi lavavo neanche i denti prima di inquadrarmi. Non so come possa essere stato letto in quel senso. E’ vero che ci sono io di fronte alla macchina da presa, ma semplicemente perché non c’era nessun altro.”

Ma è anche un rischio che si corre quando si fa un’opera del genere…

“Purtroppo sono fatto così. Mi capitava anche con il fumetto. Quando faccio qualcosa penso sempre di raccontarla ai miei amici, di parlare con le persone che mi vogliono bene. Ma chiaramente non è così. Quello che ho fatto è da stupidi, un’azione kamikaze che non avevo calcolato.”

Smettere di fumare fumando è nato come un’opera personale. A che punto hai deciso di farlo vedere anche ad altre persone?

“Ho una sorella che mi fa da coscienza. Mi fido di lei. Quando mi ha detto di farlo vedere io l’ho mandato a Moretti e a Procacci e tutti e due mi hanno detto che era molto bello. E io ci ho creduto. Mi sono detto che forse era vero, che non avrebbe divertito solo me, ma anche qualcun altro. Forse fargli aprire il festival non è stata la migliore delle idee. Vedremo nei prossimi giorni.”

LEGGI ANCHE

Winnie the Pooh: annunciato un terzo capitolo della saga horror 29 Marzo 2024 - 12:00

Lunga vita al franchise Winnie the Pooh: Blood and Honey! È stato ufficialmente annunciato un terzo capitolo della saga horror.

Monkey Man, una featurette ci porta alla scoperta del film 29 Marzo 2024 - 11:00

Dev Patel ci accompagna alla scoperta di Monkey Man, suo debutto alla regia, e ci parla dei suoi riferimenti cinematografici.

Terence Hill: 5 film per una carriera incredibile 29 Marzo 2024 - 10:00

Il 29 marzo 1939 nasceva Mario Girotti, in arte Terence Hill, ad oggi uno degli attori più amati ed importanti della storia del cinema italiano.

Cuckoo: il trailer la prossima settimana, ecco il primo poster 29 Marzo 2024 - 9:00

Ecco Hunter Schafer sul primo poster di Cuckoo, atteso horror di Tilman Singer: NEON annuncia che il trailer arriverà la settimana prossima.

X-Men ’97 – Episodio 3: omaggi e citazioni 28 Marzo 2024 - 8:31

Curiosità, riferimenti, easter egg e omaggi ai fumetti nel terzo episodio di X-Men '97.

Kong contro Mechani-Kong: l’altro King Kong giapponese – Godzillopedia capitolo 4 26 Marzo 2024 - 8:00

Il secondo film della giapponese Toho dedicato a King Kong: Kong contro Mechani-Kong.

X-Men ’97 è una bomba (la recensione senza spoiler dei primi tre episodi) 20 Marzo 2024 - 8:01

X-Men '97 è la migliore cosa che potesse capitare a un vecchio fan dei mutanti Marvel, animati, a fumetti o entrambe le cose.

L'annuncio si chiuderà tra pochi secondi
CHIUDI 
L'annuncio si chiuderà tra pochi secondi
CHIUDI