Ogni spettatore appassionato di cinema ha immaginato che tra un film e l’altro, tra un personaggio e una attore e l’altro ci fossero delle connessioni segrete. Queste connessioni le rende evidenti Gyorgi Palfi, regista ungherese noto per Taxidermia, che al Torino Film Fest (sezione Torino XXX) porta il suo ultimo film, Final Cut, un incredibile lavoro di montaggio durato circa 4 anni.
Come fare a portare sullo schermo la storia d’amore definitiva, capace di far battere all’impazzata il cuore degli innamorati che la stanno vivendo così come quello del pubblico in sala? La soluzione c’è: prendere tutte le love story più belle, più famose, più amate, più citate della storia del cinema e fonderle in una sola, partendo da un semplice gioco di sguardi tra due sconosciuti. Da un’idea di Palfi e Zsófia Ruttkay, Final Cut (prodotto da Bela Tarr) è il racconto di una storia d’amore lunga 117 anni, quello del cinema con lo spettatore, costruito attraverso il rimontaggio di 451 pellicole, tutte omaggiate sia dalla presenza di attori e registi nei titoli di testa, sia dalla catalogazione nei titoli di coda.
Ma il risultato è ben lungi da essere un lavoro storico, come il monumentale (e altrettanto bellissimo) History of Film, quanto un’ode all’arte cinematografica e del racconto per immagini, in cui Palfi – e 4 montatori straordinari – riassemblando ogni immagine come diretta conseguenza della precedente creano il film dei film, la storia di tutte le storie, come a voler fare una riflessione semiotica all’ennesima, che però diventa racconto essa stessa. Onnivoro e globale, Final Cut spazia dall’Arrivo del treno alla stazione di La Ciotat ad Avatar, dal cinema giapponese o indiano fino a Mad Men e Twin Peaks, passando ovviamente per il cuore del cinema classico americano.
Ne viene fuori un film letteralmente straordinario, che trabocca amore per il cinema, che trasmette una gran voglia di film anche attraverso il lavoro – anche qui immenso – di cesello sul sonoro e la colonna sonora. Una sorpresa fotogramma dopo fotogramma, che una volta superato l’effetto quiz, rapisce e stupisce.
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