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Torino 2012 – Christmas with the Dead, la recensione

Pubblicato il 25 novembre 2012 di Filippo Magnifico

Calvin (Damian Maffei) sta passando la vigilia di Natale con la sua famiglia, quando accade l’inspiegabile. Una serie di lampi colorati cominciano infatti ad illuminare il cielo. La moglie di Calvin e la piccola figlia assistono allo spettacolo, mentre l’uomo è intento a schiacciare un pisolino sul divano. Quei bagliori sono in grado di trasformare le persone in zombi e l’uomo, che non li ha visti, si ritrova ad essere solo in un mondo popolato da creature affamate di carne umana. Finché non riesce a trovare un altro sopravvissuto…

Partiamo subito dalle buone notizie: questa mattina abbiamo partecipato alla conferenza stampa del film Christmas with the Dead, ispirato ad una racconto di Joe R. Lansdale, presente in sala con il regista T.L. Lankford, e abbiamo appreso che forse (si sottolinea forse) vedremo una trasposizione cinematografica del Ciclo del Drive-in. Chi ha letto i libri sa bene quanto sia cinematografico (come tutte le opere di Lansdale del resto), quindi una news del genere non può che fare piacere. Speriamo solo che ne venga fuori un buon film, cosa che non è decisamente Christmas with the Dead. E qui sono finite le buone notizie.

Una produzione low budget che rielabora un racconto scritto da un autore che sembra essere la versione letteraria di John Carpenter. Una cosa che, perlomeno nella mente di tutti gli appassionati di cinema di genere, crea grandi aspettative. Ad aumentare ulteriormente l’attesa ci pensa poi il titolo, che unisce due cose decisamente distanti, che trovano la loro concretizzazione in una parola sola: B-Movie. E fin qui ci siamo, nel senso che Christmas with the Dead è sì un B-Movie, ma non nell’accezione positiva che questo termine potrebbe avere.

La storia è semplicissima e, come tradizione impone, fonde più generi al suo interno (ovviamente l’horror, ma anche la commedia, il cinema fantascientifico e, verso la fine, quello post-apocalittico). Quello che manca è un’identità precisa, un pizzico di personalità, in poche parole quel guizzo che tutti i film di serie B hanno e che è in grado di allontanarli dal vasto panorama delle pellicole non riuscite. Quello diretto da T.L. Lankford è un film piatto, che sembra cullarsi troppo dell’ottimo biglietto da visita che possiede ma che, a conti fatti, offre veramente ben poco .

Ad una rappresentazione fiacca si unisce poi una messa in scena penalizzata dal budget limitato, cosa messa bene in evidenza da un pessimo make-up usato per i morti viventi. La cosa sarà anche voluta, come quei lampi colorati che intervengono più volte durante la storia e che effettivamente riescono a trovare una loro collocazione, ma se l’intenzione era quella di fare un omaggio ad un certo tipo di cinema, che ha trovato la sua esaltazione in registi come Roger Corman (citato peraltro durante la conferenza stampa), ci troviamo decisamente lontani. La Troma è riuscita a fare di meglio e con molti meno soldi, perché, appunto, ha una personalità.