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Les Misérables – Anne Hathaway e Hugh Jackman, le prime interviste!

Pubblicato il 22 novembre 2012 di Leotruman

Les Miserables Hugh Jackman foto dal film 3

Fino ad oggi nessuno ha visto il montaggio finale di Les Miserables, l’adattamento cinematografico del grande spettacolo teatrale diretto da Tom Hooper (premio Oscar per Il Discorso del Re), e le aspettative sono alle stelle. Pochi giorni alla première mondiale di Londra, che si terrà ad inizio dicembre, e alle prime recensioni, utili indicatori per capire se il film ha serie possibilità di sbancare la notte degli Oscar come molti ipotizzano.

Nell’attesa ecco arrivare su EW le prime interviste a Hugh Jackman, che interpreta l’ex criminale in cerca di redenzione Valjean, e Anne Hathaway, che interpreta la sfortunata Fantine.

Ecco la nostra traduzione delle domande e risposte più interessanti, che svelano i retroscena della pellicola: dalla realizzazione delle sequenze cantate dal vivo, all’opinione che hanno gli attori sul romanzo di Hugo e sul musical stesso, fino ad aneddoti come la perdita di peso della Hathaway (quasi 11 kilogrammi!).

Les Miserables Anne Hathaway foto dal film 2

Qual è stata la tua prima esperienza con Les Miserables?

ANNE HATHAWAY: La mia prima esperienza è stato vedere mia mamma in teatro. Avevo 7 anni e lei stava recitando nel primo tour nazionale, interpretava la ragazza di fabbrica che fa licenziare Fantine. E lei era anche la sostituta di Fantine. Così la mia prima volta che vidi lo spettacolo è stato quando lei interpretava la ragazza di fabbrica, mentre la seconda volta recitava come Fantine!

Sei entrata quindi nell’azienda di famiglia!

Sì, sì. Sono stato assunto nell’azienda di famiglia, per simulare prostituzione e morte…

Ci sono alcune parti sinistre in questa storia per un bambino piccolo. Come ti sei sentita a guardarlo, soprattutto perché era tua madre ad interpretare la disperata, una madre malata di un’altra bambina piccola?

È stato intenso vederlo. Mi sentivo eccitatissima nel vedere mia mamma recitare. Era così emozionante quando ha sofferto. Sapevo che era una combinazione dell’avere sette anni, e guardare la propria madre sul palco, ma anche di essere incredibilmente commossa per l’ingiustizia della storia.

Fantine è una madre, disposta a fare qualsiasi cosa per la sua bambina. È interessante che proprio tua madre abbia potuto passarti qualcosa sul ruolo…

Questa è un’altra cosa importante. Non ho ancora figli, se Dio vorrà li farò presto un giorno, ma sono stata comunque in grado di sentire un forte legame con il personaggio attraverso mia madre. Soprattutto sapendo che era l’ultima performance che mia madre ha fatto prima di ritirarsi dalla mondo della recitazione e diventare una madre a tempo pieno. Sapendo che era questo il suo sacrificio, le emozioni erano molto forti e le ho riportate in superficie molto velocemente.

Hai visto il musical quando eri piccola, ma hai letto anche il libro quando eri più giovane?

La cosa più sconvolgente è stato non averlo letto prima! Sono stata una bambina precoce, e ho cercato di leggerlo quando avevo 13 anni, credo principalmente per mostrare alla gente che leggevo Les Miserables. [Ride.] Ma non riuscivo ad andare oltre le prime 15 pagine. L’ho messo da parte e raccolto poi in seguito.

Cosa hai trovato di bello nel romanzo di Victor Hugo quando finalmente l’hai letto?

C’è una bellissima parte del libro che descrive quello che succede a Jean Valjean quando Cosette entra nella sua vita. Per la prima volta, impara ad amare. Aveva una specie di amore distaccato per l’umanità, in termini di ‘devo fare il bene, devo fare il bene’, ma non era mai collegato ad un sentimento. Era più qualcosa di intellettuale. E Cosette è proprio quello che permette al suo cuore di sciogliersi. Il mio personaggio è l’inizio di quella parte della storia.

La firma di Fantine è la canzone “I Dreamed a Dream”, sentita anche nel trailer. Com’è stato durante le riprese di quella sequenza?

È stato come dividersi in molte parti ed esporsi completamente, come essere nuda, lasciare i vestiti.


Quelli che la conoscono solo come la canzone di Susan Boyle saranno sorpresi di vedere le sue vere origini, come una sorta di amaro e cinico scherno cantato da una donna che sta praticamente dicendo fan**** alla vita.

Non è stato semplice. In questa versione si rende Dio responsabile, dicendo: ‘Quanto grave, in realtà, è stato il mio peccato?’ Una parte di me era consapevole della grandezza del compito. La parte di me che ha dovuto cantare in realtà era indicibilmente arrabbiata, proprio come doveva essere Fantine.

Voi avete tutti cantato dal vivo sul set, invece di registrare le canzoni in anticipo sincronizzandole con il labiale durante le riprese: quando come ha cambiato l’interpretazione di “I Dreamed a Dream”?

Avevo deciso a grandi linee come doveva essere la performance, e non avevo intenzione di cantarla come si dovrebbe farlo in un teatro. […] Ho dovuto posizionare il messaggio nei miei occhi e lasciare che l’emozione vivesse nella mia voce, al contrario di cercare di cantare la canzone in un modo che sarebbe stato, diciamo, foneticamente gradevole.

È girato tutto in piano sequenza. Quante volte hai dovuto farlo per ottenere la migliore performance?

Ho girato il primo ciak, e non era soddisfatto. Ho iniziato la seconda ripresa, e si è fermato. Avevamo questi auricolari [con la musica], e non era semplice. Ma quando sei solo “tu e un pianoforte’, non potevamo girare con un livello di volume da offuscare la voce nella tua testa.

Perché un problema?

Mi resi conto che stavo ascoltando me stessa, e stavo rovinando tutto. Di solito si indossava solo un auricolare, ma ne ho chiesto un altro e li ho compressi bene nel mio orecchio, in modo da non riuscire a sentire quello che stavo facendo. E così ho continuato…

Prima di virare verso la prostituzione, Fantine vende i suoi capelli, vende i suoi denti, e diventa magrissima. Lei non ha perso i denti veri, ma si è tagliata realmente i capelli e ha fatto molti altri sacrifici per questo ruolo.

A causa della perdita di peso e del taglio di capelli, ho praticamente avuto modo di recitare le mie parti tutte in sequenza. Prima di iniziare le riprese ho perso circa 5 chili, ma dall’inizio delle riprese al suo arresto ho avuto 14 giorni di tempo per perdere altri 6 chili. In totale quando ho finito le riprese ho perso 11 chili!

Les Miserables Hugh Jackman Russell Crowe foto dal film 4

Tutti nel film cantano dal vivo invece di recitare in playback con canzoni preregistrate. Nei musical normalmente questo non viene fatto: hai iniziato con qualcosa di facile per prepararti al meglio ?

HUGH JACKMAN: No, una delle mie canzoni più importanti era proprio il primo giorno, che non era probabilmente una buona idea. Si trattava del monologo iniziale [“What Have I Done”], che è una canzone molto emotiva, ed è stato comunque fantastico realizzarla per prima perché è una delle più difficili.

Così ti sei fiondato nella parte in modo profondo. Ti sei sentito più tranquillo subito dopo?

Suppongo sia stato un po’ come girare una scena di nudo. Quando ti togli i vestiti, tutti ne sono auto-cosciente, ma nel giro di un’ora … non è più niente! Mi sono sentito molto più a mio agio e siamo andati avanti. Penso che tutti si siano sentiti così. È diventato normale, e tutti cantavano. Anche la troupe cantava spesso!

Musical sono spesso un genere sfacciatamente felice, ma in Les Miserables vediamo che cosa spinge le persone ai margini della società e cosa si può fare per loro. Vediamo i poveri lottare e morire. La gente muore di fame, e bambini vivono in case orribili. C’è molto dolore in questo film…

Sì, hai ragione. Il titolo è Les Miserables proprio perché non si può raccontare questa storia in alcun modo senza esplorare questo aspetto. Come vivono le persone ai margini della società? Abbiamo i Thenadiers, questi sopravvissuti, questi parassiti, che vanno in giro per trovare un modo per sopravvivere in tutto. Non sono altruisti, non sono empatici, non sono idealisti in alcun modo o forma. Fuggono per sopravvivere, e in qualche modo mostrano la gamma completa della natura umana. Ma la mia sensazione nel finale è edificante: Valjean è piuttosto sorprendente per quello che fa e ciò che offre agli altri.

Parliamo di due dei suoi co-protagonisti: il primo è Colm Wilkinson, che interpreta il vescovo, un uomo che dà a Valjean un regalo incredibilmente generoso: gli permette di reinventarsi. Wilkinson ha interpretato invece Valjean sia a Broadway che nei teatri del West End di Londra, così sembra opportuno che sia lui ad interpretare questa parte così importante per l’evoluzione Valjean.

È successo la prima settimana di riprese, e sembrava tutto così strano perché Colm è stato uno degli attori più famosi ad aver interpretato ruolo di Jean. L’ho visto un anno prima di girare il film, mentre stavo facendo il mio one man show a teatro, ed è stato fantastico poi poterlo incontrare e lavorare con lui. 

L’altro co-protagonista di cui volevo parlare è Russell Crowe. Valjean è molto “Nuovo Testamento”, tutto perdono e redenzione, mentre Javert è molto “Vecchio Testamento”, molto più ira e giudizio.

Ci siamo aiutati a vicenda. Tale rivalità c’è dall’inizio, è davvero una costante in tutto il film. Doveva essere molto forte, ed è uno dei punti cardine della storia, dall’inizio alla fine.

C’è rivalità nella vita reale tra voi?

[Ride] Russell e io in realtà siamo diventati amici molto stretti. Eravamo già buoni amici prima, ci conoscevamo molto bene. E Russell mi ha dato consigli più volte nei momenti chiave della mia vita che hanno contribuito alla mia carriera. Grazie a lui devo due dei più grandi ruoli che abbia mai avuto in vita mia, perché è state mi ha suggerito per loro.

Il film farà il suo ingresso nelle sale italiane giovedì 31 gennaio 2013. Per tutte le novità sulla pellicola potete consultare le nostre News dal Blog. Vi ricordiamo inoltre che qui trovate la pagina facebook del film.

Fonte: EW