Archivio

Cinema e Proibizionismo – A qualcuno piace caldo

Pubblicato il 15 novembre 2012 di Filippo Magnifico

Lawless Poster Italia

Nell’attesa che Lawless, la pellicola diretta da John Hillcoat (regista di The Road) e presentata al Festival di Cannes (qui trovate la nostra recensione), faccia il suo ingresso nelle sale italiane, proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta di quelle pellicole che, in un modo o nell’altro, hanno affrontato il tema del proibizionismo.

Dopo Gli Intoccabili è il turno di una delle commedie più famose della storia del cinema: A qualcuno piace caldo, pellicola del 1959 diretta dal grande Billy Wilder.

A Qualcuno Piace Caldo Foto Dal Film 03

Cosa centra il proibizionismo con questa pellicola? Parecchio, visto che tutto trae origine proprio da lì. Il film è ambientato infatti nella Chicago di fine anni ’20. I protagonisti, interpretati da Tony Curtis e Jack Lemmon, sono due musicisti squattrinati, che per arrangiare suonano proprio in un locale all’interno del quale vengono spacciati alcolici.

Per una serie di sfortunate coincidenze i due diventano testimoni involontari della Strage di San Valentino e per sfuggire ai sicari di Al Capone, che li vuole morti, si fingono donne ed entrano a far parte di un complesso femminile che deve fare un tour di due settimane in Florida. Qui fanno la conoscenza di Zucchero (una straordinaria Marilyn Monroe), una suonatrice di ukulele dalla vita sentimentale tormentata e dedita all’alcol.

Il resto è praticamente leggenda, a cominciare dai vari aneddoti, veri o falsi che siano, riguardanti la lavorazione del film e la sua protagonista Marilyn Monroe, che avrebbe fatto passare le pene dell’inferno al regista Billy Wilder e al resto del cast. Sembra infatti che l’attrice non riuscisse ad imparare le sue battute, costringendo la produzione ad infiniti ciack.

Poco male perché è il risultato che conta! L’interpretazione della diva Marilyn sarà anche stata causa di forte stress per tutti, ma è di quelle che non si dimenticano e ha contribuito in maniera determinante a rendere questa pellicola intramontabile, con la sua ambiguità (cosa che gli è costata una condanna da parte della Catholic Legion of Decency), gli equivoci e i momenti esilaranti.

Una formula perfetta, la cui essenza si riassume in una semplice frase, che dovrebbe sul serio entrare a far parte delle nostre vite: Nessuno è perfetto!