Attenzione: l’articolo contiene spoiler.
Dopo la gran confusione dello scorso episodio, American Horror Story: Asylum cerca di mettere ordine, a modo suo, nel vortice di personaggi, mostri e perversioni e lo fa scegliendo tre fulcri precisi attorno a cui girare: un ciclone, un film e il diavolo.
Il ciclone è il Nor’Easter, quello che dà il titolo a questo terzo episodio e che sta per abbattersi sul manicomio di Briarcliff: per calmare i pazienti, sorella Jude organizza una proiezione di un film, Il segno della croce di DeMille. La situazione ideale invece per scatenare il diavolo che è rimasto in giro dopo l’esorcismo e per i tentativi di fuga di Kit.
Scritto da Jennifer Salt e diretto da Michael Uppendahl, Nor’Easter prova, e sostanzialmente riesce, a rendere più efficace le suggestioni e gli orrori assortiti sciorinati senza costrutto finora attraverso un maggiore controllo della struttura.
Ovviamente tutto gira attorno al ciclone, perfetto escamotage narrativo per creare atmosfera e scatenare le paure e le follie che inutilmente a Briarcliff si cerca di reprimere, incarnate dal demonio che si è infilato nel corpo di sorella Mary Eunice, la quale semina male lungo l’episodio sobillando i pazienti, eliminando la paziente messicana che ne aveva fiutato l’odor di zolfo e poi seducendo il dottor Arden – stuzzicando la sua insana passione per le suore – che reagisce male.
Tanto male da distruggere una statua della madonna truccata di rossetto, chiamandola puttana, e da catturare Shelley, violentarla e poi amputarle le gambe per non farla fuggire facendola credere evasa. Cosa che cercano di fare anche Kit e Lana, ma il bosco lì fuori riserva loro le famose creature del dottor Arden, dall’apparenza a metà tra cannibali e zombie.
Ma il cuore filmico dell’episodio è proprio la pellicola di De Mille, di cui American Horror Story è una sorta di specchio contemporaneo: come quel film che sotto le spoglie di una storia cristiana celava sesso, erotismo, violenza, morte e follia, così la serie sonda attraverso il grimaldello dell’horror pulsioni e tabù, anche blasfemi, spesso nascosti dalla tv americana, e arriva a citare, a proposito di follia hollywoodiana, Delitti senza castigo di Sam Wood nel nuovo rapporto tra Arden e Shelley.
Nel frammento contemporaneo, prima della sigla, finalmente Theresa e Leo vengono fatti fuori, ma non da Bloodface, da loro ammazzato, ma da un gruppo di Bloodface che a loro volta si scontrano con un altro Bloodface: cosa vuol dire tutto ciò? Chi sono e qual è il vero mostro? Per fortuna questo frammento arriva a inizio puntata, altrimenti avremmo dovuto rivedere al ribasso il nostro giudizio sulla puntata.
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