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The Client List, il commento alla nuova serie con Jennifer Love-Hewitt

Pubblicato il 23 ottobre 2012 di emanuele.r

Una delle trame più raccontate dalla tv degli ultimi anni è quella della madre che, per vari motivi, deve cambiare vita e rimettersi in gioco, anche in modi discutibili, come in Weeds. Sulla stessa scia si pone The Client List, drama leggero della rete via cavo al femminile Lifetime che da un paio di settimane è trasmesso da FoxLife e vede il ritorno – non proprio trionfale – sullo schermo di Jennifer Love Hewitt dopo la fine di Ghost Whisperer.

Protagonista della serie è Riley, disoccupata, con un marito che la lascia sola coi suoi due figli, a causa di problemi economici troppo pressanti: per affrontare al meglio la situazione trova lavoro in un prestigioso centro benessere, nel quale però i clienti più facoltosi possono chiedere un extra piuttosto sexy.

Creata da Jordan Budde sulla base di un film tv trasmesso dalla stessa emittente (e interpretato dalla stessa Love-Hewitt), The Client List è una storia familiare tipica di Lifetime, ispirata a storia vere, possibilmente lacrimevoli; qui invece si scelgono toni più leggeri, prossimi alla dramedy venati di erotismo all’acqua di rose.

Già dalla sequenza d’apertura s’intuisce cosa vuole la serie: la protagonista s’intuisce nuda, in atteggiamenti sexy mentre un muscoloso cliente la aspetta, ma Love Hewitt è inquadrata sempre sopra le spalle. Segnale preciso di come l’erotismo in serie del genere, e in questa in particolare, sia una sorta di specchietto per le allodole per gli uomini che Lifetime (e in parte FoxLife) non la guardano mai: il resto è un patinato show fatto di ralenti, musiche ammiccanti e soprattutto patemi sentimentali familiari.

Tanto che il vero nocciolo del pilota non è tanto nel dilemma morale se accettare pratiche sessuali più o meno spinte per vivere (e pagare una rata del mutuo in contanti), quanto aiutare i clienti a riallacciare i rapporti con la moglie. E poi, la descrizione dei personaggi e del loro contesto lascia molto perplessi se quella borghese di riferimento è un’altra società, oppure se Budde e soci sono fermi a un’altra era. Love-Hewitt è bella, seducente e mediamente bravina, ma non abbastanza da farci innamorare della serie: chi si aspettava ammiccanti riflessioni intime, anche a causa di uno script molto poco curato, resterà implacabilmente deluso.

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