Può sembrare strano che un maestro della nostra cinematografia, quale Bernardo Bertolucci, sia stato spinto a tornare dietro la macchina da presa da una storia così semplice, intima e in qualche modo “limitata” come quella di Io e Te. Ma nel caso ce ne fosse bisogno, la sua scelta (e con essa il grande cinema) torna a ricordarci come i confini dello spazio, del tempo, della stessa immagine, non coincidano mai con quelli dell’arte e dell’anima.
Tratto dall’omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti, Io e Te parla dell’incontro-scontro tra un adolescente di buona famiglia, Lorenzo (Jacopo Olmo Antinori) e la sorellastra Olivia (Tea Falco) frutto di una precedente relazione del padre e agli antipodi rispetto al suo carattere schivo e taciturno. Lorenzo non sopporta la compagnia dei suoi coetanei né le preoccupazioni di sua madre, per questo invece di andare in gita scolastica si rifugia in uno scantinato facendo credere a tutti di essere partito per la settimana bianca. Olivia, di contro, ha bisogno di un posto isolato da tutti in cui disintossicarsi, in modo da arrivare pulita all’incontro con quello che potrebbe essere il suo vero amore. Ed è lì, tra le ombre di quel luogo dimenticato da tutti, che le loro rispettive solitudini troveranno il modo di avvicinarsi, dandosi rispettivamente la forza di uscire dal buio e tornare nel mondo con occhi nuovi e più liberi.
Io e Te non è un film speciale, non nel senso che viene attribuito comunemente all’aggettivo. Non c’è la grande Storia, non ci sono grandi drammi, grandi amori, grandi rotture, pulsioni squassanti o scene mozzafiato. La tensione narrativa non è in ciò che avviene sullo schermo, ma in un sottile processo di avvicinamento tra i due personaggi, che nell’economia della trama ha la forza di un Big Bang, ma che ovviamente la regia lascia trasparire solo da piccoli gesti, senza urla né tragiche esplosioni emotive. La crescita e la liberazione dei due ragazzi avviene con la semplicità di un abbraccio pieno di disperazione e speranza, accompagnato da un ballo su una musica che sembra provenire direttamente dal cosmo (la bellissima Space Oddity, cantata in italiano dallo stesso David Bowie su testo di Mogol). La grandezza del maestro è evidente proprio nella capacità di ridurre tutto ciò all’essenziale, sfruttando al massimo ogni piccolo elemento a propria disposizione, dalla luce, alla scenografia e soprattutto alla fisicità dei suoi attori. Da una parte il volto di Jacopo Olmo Antinori con tutti i segni dell’adolescenza, i sorrisi ingenui e un’intolleranza a volte incomprensibile e rabbiosa, tipica di quell’età ben precisa. E poi Tea Falco, scelta per incarnare la bellezza dell’alterità, con la sua invadente chioma bionda, i lineamenti splendidi ma spigolosi, lo spirito combattivo ma fragile, le movenze a un tempo popolari e altezzose.
Quello che però Bernardo Bertolucci maneggia meglio di ogni altra cosa è forse il tempo del racconto, in cui tutto viene scandito nella giusta misura, senza inutili lungaggini ma senza alcuna fretta di tirare fuori dai personaggi ciò che si intende esprimere. Una delle caratteristiche più apprezzabili di Io e Te, è il modo in cui la regia lascia il tempo di capire, di sentire, di guardare e ambientarsi. Il tempo di (fare) conoscenza. Per questo pur non essendo forse il capolavoro assoluto di Bertolucci, e pur occupandosi di una piccola storia e di un piccolo mondo, quello di Lorenzo e Olivia, il film riesce comunque a riassumere alla perfezione alcuni concetti essenziali, come lo stupore e la meraviglia del confronto col diverso, il timore della crescita, la necessità di scappare dalle gabbie che noi stessi ci costruiamo intorno. E lo fa con una naturalezza e una maturità a dir poco d’ispirazione.
Tutto e tutti cercano in continuazione di essere speciali. Ma speciale, guardando al significato originario del termine, rimanda a qualcosa di chiuso, di inscrivibile in una categoria e in una specie. Ecco, Io e Te è precisamente uno di quei film che ricorda, con violenta delicatezza, che a volte non c’è affatto bisogno di essere speciali. Che a volte essere altro è più che abbastanza.
Io e Te è nelle sale dal 25 ottobre, distribuito da Medusa Film. Vi ricordiamo che QUI trovate il reportage dell’incontro con il regista, Bernardo Bertolucci.