Può un semplice film influenzare l’esito delle Elezioni Presidenziali Americane? In questi giorni si sta discutendo proprio di questo oltreoceano, a causa di una polemica legata a Code Name: Geronimo, pellicola che parla della caccia a Osama Bin Laden, l’uomo più ricercato di tutti i tempi, e che in Italia arriverà l’8 novembre, dopo essere stato presentato in anteprima al Lucca Movie Comics & Games.
In America il film sarà trasmesso il 4 novembre (solo 2 giorni prima del grande voto) in una versione “redux”, totalmente rimontata, su National Geographic US, col titolo Seal Team Six: The Raid On Osama Bin Laden. Stando a quanto riportato dal The New York Times, questa nuova versione è stata rimontata con filmati di repertorio che potrebbero far risaltare la figura dell’attuale Presidente degli Stati Uniti Barack Obama e, più in generale, aprire una finestra sul processo decisionale che la Casa Bianca ha avuto nell’operazione.
Nell’articolo del Times, per rafforzare questa tesi, si fa anche riferimento al fatto che uno dei principali finanziatori di questa pellicola è Harvey Weinstein, un grande sostenitore di Obama, da sempre dalla parte dei democratici. Sembra che questo materiale sia stato aggiunto sotto suo suggerimento e con l’aiuto di Meghan O’Hara, produttrice che in passato ha lavorato a stretto contatto con Michael Moore per titoli come Fahrenheit 9/11 e Sicko.
Ma quali sono le scene in questione? Una di apertura, suggerita proprio da Meghan O’Hara, che vede il Presidente durante la cena annuale dei corrispondenti della Casa Bianca, il giorno prima del raid; un’altra che lo mostra intento a fare una passeggiata solitaria, forse proprio quella durante la quale ha preso la rischiosa decisione; e un’altra aggiunta sul finale del film, all’interno della quale pronuncia la frase: “Giustizia è stata fatta”.
In una recente intervista Weinstein e il regista della pellicola John Stockwell hanno però voluto precisare che tali cambiamenti non hanno niente a che vedere con le elezioni, ma sono stati fatti con l’unico scopo di offrire un maggiore realismo alla storia. Stockwell ha inoltre aggiunto di aver sempre considerato il Presidente Obama come un personaggio fondamentale di questa pellicola.
A queste voci si è poi unita quella di Howard T. Owens, Presidente del National Geographic Channel, che ha voluto precisare quanto la sua compagnia abbia insistito affinché venisse rimossa dal film una scena che mostrava il candidato repubblicano Mitt Romney apparentemente contrario al raid: “Se fosse stato un film di propaganda non l’avremmo mai mandato in onda”.
Owens ha detto che questa première televisiva pre-elettorale è stata scelta con il solo intento di arricchire la programmazione autunnale: “Non abbiamo considerato altro se non le opportunità commerciali. […] Penso che trarremo vantaggio dal fatto di essere stati i primi sul mercato”. Il riferimento è ovviamente nei confronti di Zero Dark Thirty, la pellicola diretta da Kathryn Bigelow e incentrata sugli stessi avvenimenti di Code Name: Geronimo.
Per mesi il film di John Stockwell ha vissuto all’ombra di questo progetto, ma ora sembra essere tornato alla ribalta proprio grazie al piccolo caso mediatico che si è creato in questi giorni. Per quanto riguarda una sua possibile influenza sul risultato elettorale, risulta molto difficile crederci. Ma la curiosità riguardante le differenze tra le due versioni del film rimane.