Dal 1984 a oggi senza perdere un colpo. C’era una volta in America, ultimo film e forse il più bello di un maestro come Sergio Leone, torna al cinema in versione restaurata, rimasterizzata in digitale 4K e con il director’s cut che reintroduce 26 minuti al montaggio originale, arrivando alla durata di 4 ore e 15.
Questa versione, già presentata al festival di Cannes di quest’anno e poi a Bologna, in piazza Maggiore, deve il suo splendore grazie a The Film Foundation e Gucci che hanno finanziato il restauro da parte della cineteca di Bologna e vede l’aggiunta di alcune scene, non tutte fondamentali ma sicuramente importanti: l’incontro di Noodles con la direttrice del cimitero di Riversdale, il tuffo in acqua con l’auto e la ricerca di Noodles, un dialogo tra Noodles e l’autista dell’auto in cui stuprerà Deborah, l’incontro tra Noodles ed Eve al casino, Deborah che interpreta Cleopatra e l’incontro (chiarificatore in termini narrativi) tra Max e Jimmy nella villa del senatore Bailey.
Il film, nonostante gli anni e le aggiunte, resta un’opera straordinaria sui miti fondativi del cinema americano – i gangster e la narrazione del male, qui ispirata a un libro di Harry Grey – e della società americana – il crimine, il sesso, il denaro, e lo fa unendo un sontuoso apparato registico e di messinscena con l’elegia di un mondo e soprattutto di sentimenti che il progresso, la carriera trascinano con sé.
Il riversamento digitale, posta l’età della pellicola originaria, è molto buono, anche se il materiale ritrovato e aggiunto – si credeva perduto – è decisamente meno pregiato dal punto di vista della conservazione, ma almeno si sono evitate le polemiche sul doppiaggio della riedizione in dvd, rifatto da capo: qui, l’audio originale è stato rimasterizzato a sua volta, mentre le nuove scene restano in originale coi sottotitoli. Un’occasione imperdibile, soprattutto per chi l’ha visto solo in home video, ma soprattutto per quegli sfortunati che ancora non hanno amato l’opera di Leone.