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Roma Fiction Fest 2012: Hunted, il commento in anteprima

Pubblicato il 30 settembre 2012 di emanuele.r

Parte oggi 30 settembre all’Auditorium Parco della Musica di Roma la 6^ edizione del Roma Fiction Fest, festival che fa il punto sulla produzione tv da tutto il mondo. Primo evento presentato in anteprima è Hunted, serie targata BBC che partirà in patria il 19 ottobre e da dicembre su Sky Uno. 

Protagonista è Sam Hunter, interpretata dalla fascinosa Melissa George, un’agente segreto privato che è coinvolta in un attentato dal quale si salva per miracolo. Quando un anno dopo torna all’agenzia per riprendere il suo lavoro, oltre a riabituarsi ai ritmi delle missioni dovrà anche cercare di capire chi l’ha incastrata in quel pasticciaccio. Creato da Frank Spotnitz, uno dei principali autori di X-Files, che ne ha anche scritto tutti gli episodi, Hunted (di cui è stato mostrato il pilota) è una serie action di stampo classico, che mescola intrighi alla Alias (nel quale George ha avuto un ruolo) e dinamiche professionali sulla scia di Spooks per creare un thriller spionistico al passo coi tempi.

Diretto da S. J. Clarkson, Hunted mette in scena una storia a metà tra il grande complotto internazionale (si apre a Tangeri) e il racconto di vendetta in cui i molti traumi – quasi tutti da manuale dell’eroina – di Sam concorrono alla descrizione di un’atmosfera paranoide in cui in filigrana, forse anche troppo, emergono i dilemmi morali sulle compagnie private che si occupano di sicurezza nazionale, anche questo un tema un po’ in ritardo sui tempi. Ma il vero cuore di Hunted è nel connubio tra dramma personale e storia d’azione: concepito come una miniserie, anche se Spotnitz è già al lavoro per scrivere una 2^ stagione come ha rivelato George in conferenza stampa, lo show racconterà una singola missione per ogni ciclo, come in 24, permettendo agli autori di scandagliare a fondo i risvolti di personaggi e situazioni.

Nervoso e curato nella regia e nel montaggio, Hunted ha il limite – almeno stando al primo episodio – di affastellare troppe trame, troppe storie parallele che confondono lo spettatore tra flashback, segreti sospesi (“Il mio primogenito non finirà sventrato e col pisello tagliato”, dice un uomo al padre, riguardo al figlio) e cambi di direzione non giustificato da un’impianto poco inventivo. Vale però la visione per la prova robusta di Melissa George, che mette a frutto la passione per le prove fisiche (a 5 anni era campionessa di roller skate) sfoderando combattimenti senza stunt e un piglio da guerriera. Se anche il resto dello show riuscirà a migliorare lo sapremo fra un paio di mesi.

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