Web Therapy, il commento alla 2^ stagione della sitcom con Lisa Kudrow

Web Therapy, il commento alla 2^ stagione della sitcom con Lisa Kudrow

Di emanuele.r

I bene informati della tecnologia e della narrazione audio-visiva sanno che, con il declino della televisione come mezzo di comunicazione generale, il web e i suoi formati avranno sempre più successo col tempo. Tanto da essere catturati dalla televisione stessa. E’ ciò che succede a Web Therapy, comedy nata come serie per internet che, dopo un grande successo, è stata comprata da Showtime per farne una serie con episodi da 20 minuti giunta questa estate alla seconda stagione.

La trama principale vede Fiona Wallice, psico-terapeuta di discutibili capacità, creare un nuovo modo di fare le sedute: 3 minuti via video-chat. In questa 2^ stagione, Fiona deve affrontare la campagna elettorale del marito Kip e il lavoro sul libro da affrontare col suo amico-amante-editore Austen. Niente, ovviamente, andrà come vuole.

Creata da Lisa Kudrow – l’ex-Phoebe di Friends anche protagonista -, Don Roos (che dirige quasi tutti gli episodi) e Dan Bucatinsky, scritta sempre dai tre, ma affidandosi moltissimo all’improvvisazione, Web Therapy è una comedy moderna tutta inquadrata attraverso le webcam, in cui ai campi e controcampi con sguardo in macchina si alternano le schermate del computer con le finestre in simultanea (e infatti funziona meglio se visto su un computer che in tv).

Se la 1^ stagione si basava sulla serie web, su quegli episodi appena rimaneggiati o cuciti insieme, ampliati solo per alcuni snodi narrativi, la 2^ è la prova del fuoco perché vede i 3 autori dover creare una linea narrativa autonoma. Pare ci siano riusciti, perché se il meccanismo delle sedute trattato in quel modo poteva esaurirsi presto, la storyline dei nuovi episodi è più ricca e si adatta bene al meccanismo formale.

Sono due i fili conduttori che s’intrecciano: la campagna elettorale di Kip, che anche se non ama più la moglie ha bisogno di lei e di ridipingere la sua facciata privata per vincere, e il libro auto-biografico di Fiona così disastroso che Austen lo affida direttamente alla direttrice della casa che lo rivoluziona, solo per aiutare il candidato, essendo Austen un “king-maker”. Le due linee si intrecciano di continuo con risultati comici interessanti.

Anche, forse soprattutto, per merito degli attori, come l’odiosa Kudrow che stimola risate e violenza contemporaneamente, e delle guest-star, tra cui spicca Meryl Streep, che interpreta Camilla Bowner (la cui pronuncia inglese del cognome suona come “erezione”), titolare di un programma di riabilitazione per uomini cripto-gay – soprattutto repubblicani – a cui Kip va su consiglio di Austen. Causando un’ovvia reazione a catena.

Una 2^ stagione che mantiene ciò che la prima prometteva e che continua un interessante lavoro – nel mondo controllatissimo della tv, soprattutto quella scritta – sull’improvvisazione e l’estro comico secondo solo a Curb Your Enthusiasm.

Cosa ne pensate di Web Therapy e di questi episodi della 2^ stagione? Restate su Screenweek con le recensioni, i commenti e gli approfondimenti sulle serie tv del momento.

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