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True Blood, il commento a Gone Gone Gone

Pubblicato il 14 agosto 2012 di emanuele.r

Attenzione: l’articolo contiene SPOILER

Gli scorsi episodi lo hanno dimostrati con pochi dubbi in merito: la 5^ stagione di True Blood, se non è la migliore, poco ci manca. Per gli intrecci appassionanti, per il respiro delle vicende che sfiora l’epica, per la finezza nella scrittura che mescola divertimento camp (come sempre), come la danza di Russell e Newlin sulle note di Teenage Dream di Katy Perry e una struttura intelligente. Gone Gone Gone, decimo episodio della stagione della serie HBO creata da Alan Ball, conferma la qualità pur rallentando un po’, in vista del finale fra 2 settimane.

Mentre si fanno sentire le conseguenze degli attacchi alle fabbriche di True Blood, con i vampiri affamati e pericolosi, Bill è deciso a sistemare la questione con Nora ed Eric, mentre Newlin e Russell devono gestire l’attenzione mediatica. Così, mentre Sam e Luna cercano di riprendersi Emma, le indagini su Warlow e i genitori di Sookie e Jason proseguono.

Scritto da Alexander Woo e diretto da Scott Winant, Gone Gone Gone è l’episodio che fa da cerniera tra i tumultuosi eventi della parte centrale, bellissima, della stagione e il gran finale che dovrebbe segnare la grande guerra tra vampiri, umani e fate e di tutte queste fazioni contro se stesse.

Perché tutto, nella sapiente costruzione stagionale degli autori, porta a una convergenza di tutte le razze una contro l’altra: ovviamente coi vampiri “in cima alla catena alimentare” come dice Bill, a gestire quella che potrebbe essere la definitiva evoluzione della razza. E coinvolti in questa guerra potrebbero esserci tanto gli umani, evidentemente, quanto i lupi mannari, che Russell ha più volte usato come guardie personali col suo sangue e che in questo caso sono direttamente coinvolti visto che Newlin ha con sé Emma e Sam e Luna fanno di tutto – anche mutare in topini bianchi – per trovarla.

Per non parlare delle fate: Jason e Sookie si rivolgono a loro per decifrare la pergamena trovata sotto il letto della nonna e scoprono un contratto, in cui mister Stackhouse cede la figlia al misterioso Warlow. Ma il vero ruolo delle fate lo rivela Russell: dopo aver cominciato a seminare il terrore dentro l’Autorità, si ribella alle venerazioni per Lilith e con la violenza – stendendo Salomé in primis – si prende il potere e declama il suo obiettivo: prendersi il sole, la possibilità di vivere il giorno, attraverso l’uso e gli esperimenti sul sangue delle fate.

Un episodio magari meno tambureggiate nell’azione, ma fondamentale per capire il progetto annuale e per prepararsi un finale: e a nuova riprova della ritrovata sensibilità degli autori nel comporre le storyline secondarie, una delle scene più belle della serie. Ha per protagonisti Hoyt, che vuole andarsene in Alaska, e i suoi “ex” Jessica e Jason a cui vuole dare l’addio: per potersene andare in pace, chiede a Jessica di ammaliarlo per impedirgli di ricordarlo e di pentirsi del gesto. L’incantesimo di Jessica è una delle dichiarazioni d’amore più belle degli ultimi tempi e la prova che Deborah Ann Woll è anche brava oltre che bellissima.

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