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La leggenda del cacciatore di vampiri – La recensione.

Pubblicato il 25 luglio 2012 di laura.c

Che i vampiri abbiano riconquistato il mondo (cinematografico) è ormai una certezza, ma nel nuovo film tratto dall’omonimo romanzo di Seth Grahame-Smith e da lui anche sceneggiato, la marcia dei non-morti verso il controllo degli Stati Uniti assume i tratti di un evento storico sotterraneo, collocato nel bel mezzo della guerra civile tra Nordisti e Sudisti. Come suggerisce il titolo originale Abraham Lincoln: Vampire Hunter (da noi semplicemente La leggenda del cacciatore di vampiri) il protagonista assoluto della vicenda è uno dei presidenti americani più famosi, il sedicesimo, noto non solo per aver guidato la nazione durante il tentativo di secessione degli Stati del Sud, ma soprattutto per aver abolito la schiavitù. Trasformare un personaggio simile nell’eroe di un film d’azione dai contorni horror e gotici era un’operazione rischiosa, e il regista Timur Bekmambetov, già dietro la macchina da presa del non proprio sofisticatissimo Wanted, l’ha affrontata con un approccio giustamente ludico e senza troppe pretese, che non vuole nascondere la propria vocazione trash.

Succede così che l’Abraham Lincoln del film, descritto soprattutto negli anni giovanili per poi arrivare con uno stacco temporale fino all’ultimo periodo della sua presidenza e della sua vita, non è né più né meno di quanto ci si possa aspettare dalle premesse: un giovane combattente senza macchia e senza paura, che maneggia con destrezza una grossa ascia per andare a mozzare le teste dei mostri che si nascondono tra la gente, riservando un po’ del suo tempo all’attivismo politico e a una ragazza che non può fare a meno di amare. A convincere molto meno è invece il contesto in cui si trova ad agire il futuro presidente degli Stati Uniti, che dovendosi intrecciare con la Storia dei libri di scuola, finisce anche per sposare una retorica libertaria fin troppo seria e a far prendere alla trama delle pieghe anche troppo epiche e pretenziose. I vampiri diventano così non solo i responsabili della tratta di schiavi, ma anche i proprietari delle piantagioni del Sud e (più o meno dichiaratamente) anche i responsabili di tutte le dittature del mondo, comprese quelle future. E Lincoln, di conseguenza, un paladino della “vera anima” degli Stati Uniti, pronta a portare democrazia e illuminazione dovunque regni il predominio dei non-morti. Dov’è che lo abbiamo già sentito?

Retorica a parte, a dominare è il carattere ovviamente trash dei combattimenti, dove non si smentisce l’estetica un po’ becera di Bekmambetov che ammicca agli amanti dello splatter (ma senza addentrarsi troppo nel genere), mentre il 3D punta sulle scene ad effetto e a far trovare il pubblico faccia a faccia con le fauci assetate di sangue dei vampiri. Spicca però la scarsa attenzione dedicata proprio alla costruzione dei non-morti, di cui viene stravolta la mitologia e che non sprigionano quel fascino che li caratterizza da Dracula in poi. Sarà un rigetto anti-Twilight… In linea con altri film come Fright Night o Priest, anche La leggenda del cacciatore di vampiri in 3D intende perciò sfruttare il filone vampiresco senza aggiungere (e senza alcuna pretesa di aggiungere) niente di particolarmente originale al genere. Rimane solo questa nuova visione insolita di un personaggio così mitico della storia americana, ben sorretto dal protagonista Benjamin Walker.

La leggenda del cacciatore di vampiri in 3D è nelle nostre sale dal 20 luglio, distribuito da 20th Century Fox Italia.