Recensioni

Bunheads, commento alla nuova serie di Amy Sherman Palladino

Pubblicato il 10 luglio 2012 di emanuele.r

Una mamma per amica è rimasto nel cuore di molti spettatori, che a qualche anno di distanza dalla sua chiusura può vantare un gran numero di repliche e di fan. L’estate 2012 però segna il ritorno della creatrice e sceneggiatrice principale di quella serie, Amy Sherman Palladino, a 5 dalla conclusione di Gilmore Girls e a 4 dal fallimentare tentativo di The Return of Jezebel James: Bunheads, il suo nuovo show, ha esordito da poco su ABC Family e dichiara presto il suo debito proprio con le ragazze Gilmore.

Protagonista è Michelle (la spigliata Sutton Foster), ballerina di fila a Las Vegas che dopo l’ennesimo rifiuto professionale si lascia andare tra le braccia del ricco e stralunato Hubbell (un bravissimo e misurato Alan Ruck), un suo generosissimo fan che la sposa con la promessa di prendersi cura di lei e la porta nel suo paesino sull’oceano. Dove però vive con la madre, la severa insegnante di danza Fanny: riusciranno a integrarsi con la donna e con la comunità, a lei un po’ ostile?

Il pilot, scritto da Sherman Palladino con il co-creatore Lamar Damon e diretto dalla stessa creatrice, è quello di una tipica dramedy che, dopo un avvio più elegante e sobrio del solito, quasi ci fosse alla sceneggiatura un Sorkin più frivolo e femminile, diventa una tipica serie calorosa e “carina” come siamo abituati dalla penna della nostra.

Dopo un’apertura stile musical e un paio di dialoghi molto affilati – anche se detti a velocità meno supersonica di quelli storici di Rory e Lorelai -, la serie si configura come seguito ideale di Una mamma per amica: il paesino sul’oceano (per ora senza nome) sembra una nuova Stars Hollow, con tanto di abitanti un po’ strambi e curiosi (Truly, proprietaria di un negozio di abbigliamento e innamorata di Hubbell), teenager annoiati e bislacchi come le ballerine della scuola di Fanny – una in particolare, Boo, avrà con la protagonista un rapporto più intenso -, la musica delicata fatta di chitarre e coretti e soprattutto Kelly Bishop, inflessibile Emily 10 anni fa e ora in un personaggio molto simile come Fanny.

Sono i loro battibecchi, e ovviamente i dialoghi, il cuore di una serie che però non vuole ricalcare pedissequamente un modello ma semplicemente ribadire una visione della scrittura, un’atmosfera di fiabesca stramberia che popola da sempre gli script di Sherman Palladino; e che qui aggiunge una cura registica più acuta e sequenze di ballo non virtuosistiche ma piene di calore, come la finta audizione di Michelle alle allieve oppure il ballo al bar in cui le ostilità tra Fanny e Michelle si appianano, e Bishop ricorda al pubblico di essere stata la madre di Baby in Dirty Dancing. E qui arriva il colpo di scena geniale, in linea con il pubblico ABC Family: Truly, in un incidente stradale, ha colpito Hubbell. L’ha ucciso? E se sì, come andranno avanti le cose?

La svolta è fantastica perché cambia completamente il tono dell’episodio, perché incuriosisce lo spettatore e salda il legame affettivo già forte che gli autori hanno saputo creare in soli 45 minuti, conditi persino di auto-ironia (per esempio, quando Fanny prende in giro Michelle per la parlantina e le battutine, ossia per essere un personaggio di Sherman Palladino). Certo, chi non amava le Gilmore difficilmente amerà Bunheads, ma se pensate che il cuore dolce e strambo delle serie dell’autrice sia la vostra tazza di tè, questa è la vostra serie dell’estate.

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