Con un doppio episodio finale, Touch ha salutato il pubblico italiano su Fox (piattaforma Sky) a un paio di settimane di distanza dalla conclusione americana della 1^ stagione (confermato per una 2^). Lo ha fatto con un doppio episodio dal titolo Vortice che vede al centro dell’attenzione il rapporto tra Martin e il figlio Jake, capace di vedere i legami del mondo nascosti nei numeri.
L’episodio infatti si basa sulla procedura con cui i servizi sociali vorrebbero togliere la custodia di Jake a Martin, poco dopo aver scoperto che esiste una società che ha compiuto – e vorrebbe continuare a farlo – esperimenti su bambini geniali. Una soprattutto ossessiona i Bohm: Amelia, che una donna – la madre – sta cercando in riva all’oceano.
Scritto dal creatore Tim Kring con Carol Barbee, Robert Levine, Jonathan I. Kidd, Sonya Winton e Rob Fresco e diretto da Nelson McCormick e Greg Beeman, Vortice (Gyre in originale) è un bel finale capace di concentrarsi, senza l’enfasi e i toni un po’ patetici della stagione, sul cuore della serie che non è – come può apparire – i numeri e la loro forza fatale, ma il rapporto difficile, tormentato eppure vitale tra un padre e un figlio.
Se i numeri, le combinazioni, le equazioni sono l’unico modo per Jake di comunicare, Martin non può far altro che assecondarlo scoprendo il suo mondo che è il mondo intero, legato invisibilmente da cifre: e anche per impedire che il figlio, dopo la revoca della custodia, venga trasferito. Una cifra e una coincidenza dopo l’altra, i due fuggono e arrivano fino alla costa Ovest, a Los Angeles, dove incontrano Lucy (guest star di lusso Maria Bello, che risponderà alla delusione per la cancellazione di Prime Suspect U. S. partecipando probabilmente alla 2^ stagione), la madre di Amelia.
Esattamente quell’Amelia così simile a Jake che è stata rapita per esperimenti misteriosi, e che Lucy ha cercato di ritrovare seguendo, come Martin, i numeri lasciati dalla bambina. Ricerca che incrocia un sopravvissuto a uno tsunami, ma non dà frutti diretti, almeno per quest’anno: il finale, con Lucy, Martin e Jake che guardano l’oceano e il piccolo che per la prima volta stringe la mano al padre, fa intendere bene quale sarà la linea della prossima stagione.
E soprattutto dimostra la qualità del lavoro degli autori: senza concentrarsi troppo su cospirazioni e intrecci spionistici, per cui ci sarà spazio in futuro, senza far galleggiare la storia in attesa di un disperato cliffhanger, Vortice ha saputo dosare gli elementi e mettere in evidenza quello principale senza infastidire lo spettatore. La serie per ora resta sostanzialmente da rimandare, nonostante la bravura degli interpreti – Kiefer Sutherland su tutti -, soprattutto a causa di un tono troppo accesso per le storie non sempre interessanti che ha raccontato; ma le premesse per la 2^ stagione paiono più che buone.
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