In America si è concluso da qualche settimana, ma in Italia – col ritardo consueto – One Tree Hill giunge ora con l’8^ e penultima stagione, tutti i giorni alle 17 su Rai2, nella solita programmazione estiva. Purtroppo però, questo nuovo ciclo di episodi conferma il calo e l’impasse in cui la serie di Mark Schwahn versa da qualche tempo.
Nella première dal titolo Davanti ai cancelli del paradiso (Asleep at Heaven’s Gate in originale), Haley e Nathan devono affrontare la partenza di lui per il ritiro NBA mentre lei scopre di essere incinta; Brooke vorrebbe godersi il rapporto con Julian ma viene arrestata; Clayton sogna la morte della moglie da parte di Katie; Alex e Mia devono contendersi l’amore di Chase che ora sta con la prima.
Scritto e diretto dal creatore, Davanti ai cancelli del paradiso continua a reiterare quella formula invecchiata assieme ai suoi personaggi senza dargli una scossa, senza cercare di ravvivarla, adagiandosi sulla sua lenta agonia cominciata con l’espunzione dell’elemento sportivo dal racconto: così resta il solito impasto da soap-opera che troppe volte rovina i drama di The CW, di assassini subdoli e psicopatici (quasi sempre donne affascinanti, alla faccia della misoginia), di rimpianti, di amori rotti e rincorsi eccetera.
Per esempio, i colpi di pistola a Clay e Quinn – con cui si chiude la stagione precedente – per tutto l’episodio sembrano un sogno malevolo, coronato da una bella giornata al mare , si rivelano alla fine veri e la vacanza idilliaca un sogno di Clay mentre agonizza in stanza, con la moglie a terra. Oppure, i rapporti coi genitori maligni e se non è Dan Scott è la madre di Brooke, che fa arrestare la figlia a causa dei bilanci truccati della loro società.
Sono queste finora le principali linee narrative: il resto gira a vuoto, con Nathan che cerca di spiegare al figlio come nascono i bambini prima di partire e il solito triangolo tra la brava ragazza e la sfascia-coppia che però dice di essere cambiata. Nessuna trovata, nessuna avventatezza, attori al di sotto del minimo sindacale (pessimo Robert Buckley): come una vera soap-opera One Tree Hill si continua a far seguire solo per forza d’inerzia, solo perché a qualche personaggio ci si è affezionati, solo per vedere come va a finire. E non dovremmo attendere molto.
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