Attenzione, il seguente articolo può contenere spoiler. Continuate a leggere a vostro rischio o se avete visto l’episodio.
Chi ha letto i romanzi delle Cronache del ghiaccio e del fuoco di Martin – ma basterebbe anche solo aver visto la prima stagione della serie tv – sa che in Game of Thrones non ci si può affezionare di nessuno, perché è vero ciò che dice Arya, “Chiunque può essere ucciso”. E quello che accade nella prima sequenza di The Ghost of Harrenhal, 5° episodio della 2^ stagione, è uno di quegli incipit che mozzano il fiato e allo stesso tempo ribaltano carte che sembravano ben salde sulla tavola.
Infatti, dopo aver siglato un patto con Catelyn, Renly è ucciso dal “figlio” di Melisandre e Stannis: viene accusa Brionne dell’assassinio e così la guardia deve fuggire con lady Stark, prima che i Baratheon arrivino a loro. Nel frattempo, Arya – divenuta coppiera di Tywin Lannister – comincia il suo rapporto d’amicizia con Jagen, il quale si farà carico dei propositi vendicativi della piccola Stark. E Daenerys si fa “strada” presso di 13 di Qarth.
Scritto dagli showrunner Benioff e Weiss e diretto da David Petrarca, l’episodio come si diceva parte con una morte improvvisa, imprevista e che soprattutto rende Catelyn e gli Stark, che parevano aver trovato una nuova stabilità di guerra, di nuovo fuggiaschi, in preda dei “fantasmi” evocati dal titolo e di quei trucchetti magici con cui, secondo Bronn, non si vincerebbero le guerre: eppure il suo padrone Tyrion consulta gli alchimisti per procurarsi le loro scorte di Altofuoco, un fuoco liquido con cui distruggere l’intera armata di Robb Stark.
Sullo sfondo delle “scaramucce” tra Stark e Lannister, torna a farsi sentire la voce di Daenerys: dopo l’accoglienza a Qarth, da parte di Xaro, quest’ultimo fa alla madre dei draghi una proposta piuttosto allettante, ossia offrirgli metà del suo enorme patrimonio, col quale comprare uomini, armi, animali ed eserciti, in cambio della sua mano. Ma il vero ruolo del leone dell’episodio lo fa Arya: assunta a servizio da Tywin, che pare sapere della piccola Stark più di quanto lei stessa creda, la bambina comincia a stringere un’amicizia forte con Jagen, il prigioniero che aveva liberato durante l’attacco delle guardie Lannister, il quale per ripagarla si offre di servire i suoi progetti di vendetta. Si comincia con la guardia che nell’episodio precedente aveva torturato i suoi amici.
Un gran bell’episodio The Ghost of Harrenhal, che se conferma la difficoltà (comprensibilissima) degli autori di gestire i personaggi molteplici e le loro storie – come i molti personaggi che qua e là si perdono o dimenticano per poi tornare, lasciando una sensazione di fili non annodati -, ripropone anche la densità e compattezza narrativa degli episodi migliori, la capacità di Martin di sorprendere il lettore o lo spettatore e, al posto dei dialoghi preziosi, stavolta viene a galla la complessità dei personaggi.
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