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Game of Thrones, il commento a A Man without Honor

Pubblicato il 15 maggio 2012 di emanuele.r

Nel bilancino con cui gli autori devono gestire il materiale narrativo delle serie, specie quelle brevi per la tv via cavo, bisonga sempre calibrare gli elementi, per non apparire ripetitivi e per non soffocare le storie. Così, dopo un episodio tutto azione, Game of Thrones si apre con una puntata all’insegna dei (bellissimi) dialoghi, delle rivelazioni dei personaggi, di psicologie e sentimenti che vengono a galla.

Spina dorsale dell’episodio, Theon che si trova alle prese con la fuga di Bran e i suoi servitori: dovrà dare fondo alla sua crudeltà per non passare da eunuco; intanto Jon e la bruta Ygritte attraversano le montagne tra imbarazzi e malizie, mentre Daenerys continua a cercare i suoi draghi rubati. E Jaime incontra un suo lontano parente.

Scritto dai curatori Benioff e Weiss e diretto da David Nutter, A Man without Honor è uno degli episodi più inconsueti all’interno della serie, perché se anche dedita all’arte delle parole, dei dialoghi, della costruzione e definizione dei personaggi, la puntata in questione blocca quasi del tutto l’azione, come la tregua durante una guerra, come la notte di una battaglia, per ascoltare le profondità di personaggi che o non avevano mai “parlato” o che non conoscevamo fino in fondo.

Come Sansa, ancora sconvolta dagli incubi che le ricordano il tentativo di stupro, che prima parla con Mastino del suo gusto per la violenza, e poi con Cersei, la quale spinge ovviamente perché dia un figlio a Joffrey, riflettendo su come una madre debba amare il figlio oltre ogni cosa: è proprio questo che preoccupa la giovane Stark, dato che ha avuto il suo primo ciclo ma non vuole farlo sapere (con la condiscendenza di Shae) ai Lannister. La stessa Cersei poi deve confessare a Tyrion la paura e la preoccupazione per il sadismo folle del figlio e per i ripetuti accoppiamenti col gemello Jaime.

Il quale, prigioniero degli Stark, cerca la complicità con un lontano parente, confidandosi, parlando: in realtà, preparando una trappola per scappare dalla prigionia. Una trappola che fallisce e potrebbe portare Lannister alla morte; così come l’ingenuo Jon, che dopo essersi fatto irretire da Ygritte, la quale lo stuzzica ripetutamente sulla sua inesperienza sessuale e gli propone un rapporto in mezzo al fango (“Invece che stare nudi di fronte a una ragazza, preferite invadere le nostre terre”), prima di scappare e condurre il bastardo Stark in una trappola in mezzo ai bruti. Ma forse l’evento più succoso di puntata  riguarda Daenerys: le sue ricerche dei draghi la portano al cospetto del consiglio di Qarth, dove tutti le voltano le spalle tranne Pyat e Xaro. Ma il perché è semplice: hanno cospirato, rubandole i draghi, per condurre il mercante al regno della città e l’Eterno al potere dei draghi. Il consiglio finisce sgozzato e la khaleesi è bloccata nella fuga dalle proiezioni di Pyat.

Un sussulto di violenza che rappresenta uno dei temi nascosti dell’episodio, come mostra il finale in cui Theon di ritorno a Grande Inverno mostra il pugno di ferro con gli abitanti e Luwin mostrando loro due corpi bruciati e mutilati, ma restandone scosso in prima persona. Esempio della sottigliezza di scrittura di un episodio che raggiunge grandi vette anche restando fermo, anche basandosi sull’inazione o al limite rinviando il cuore dei fatti alla settimana prossima, lasciando tutto in sospeso. Si può fare solo con grandi autori, ma anche con una fiducia inconsueta nello spettatore.

Cosa ne pensate di questo episodio? Ne mancano solo 3 al finale di stagione di Game of Thrones, per cui date un occhio al promo del prossimo, commentate questo articolo in basso e restate su Screenweek ed Episode39 per tutti i commenti sulle serie tv.