EXCL – Men in Black 3, il regista Barry Sonnenfeld ci parla del kolossal!

EXCL – Men in Black 3, il regista Barry Sonnenfeld ci parla del kolossal!

Di Leotruman

Men in Black 3 Tommy Lee Jones Will Smith foto dal film 4

Tra solamente quattro giorni Men in Black 3, il terzo capitolo della saga di Men in Black, arriverà nelle sale italiane. Sono passati dieci anni dal secondo capitolo, ma l’affetto degli spettatori nei confronti dell’agente J, interpretato da  Will Smith, e dell’agente K (qui interpretato addirittura da due attori: Tommy Lee Jones Josh Brolin), sembra essere immutato.

Dopo la featurette e le immagini dal backstage di ieri (le ritrovate qui), Screenweek.it ha il piacere di proporvi una nuova Esclusiva italiana: l’intervista al regista del film Barry Sonnenfeld.

È la terza volta che Sonnenfeld si ritrova dietro la macchina da presa per dirigere gli “Uomini in nero”, e nella chiacchierata ci ha svelato com’è stato tornare a dirigere Will Smith e Tommy Lee Jones, lavorare su una sceneggiatura complicata a base di viaggi nel tempo, di alcune divertenti sequenze come quella con Andy Warhol e delle sue emozioni sul set.

Men in Black III - Foto dal Backstage - Foto 1

Come ti è venuta l’idea di usare il viaggio spazio-temporale per un film?

È un’idea che venne a Will Smith durante le riprese di Men In Black II. Una notte venne da me e mi disse ‘sai Baz – mi chiama Baz -, ho avuto un’idea per Men In Black III. Secondo me dovrei tornare indietro nel passato e fare qualcosa tipo salvare la vita all’Agente K. Facendo ciò scopriamo segreti sull’universo e sulla vita di K che neanche J conosce. Sarebbe fantastico fare una versione del film con il viaggio nel tempo.’ Io risposi, ‘pensiamo a Men In Black II.’Poi per molti anni, ognuno continuò a fare le proprie cose fino a quando la Sony decise di fare Men In Black III; decidemmo che non sarebbe stato un altro episodio con un villain a piede libero, quindi l’idea del viaggio nel tempo tornò a galla. E’ un’idea così eccitante. Mi chiamarono per chiedermi a quale epoca stessi pensando, e il 1969 mi sembrò un anno perfetto, soprattutto perché fu l’inizio dei viaggi nello spazio, quello della nostra stessa avventura alla scoperta dei pianeti del nostro sistema solare. Anche dal punto di vista musicale fu un’epoca grandiosa. Ma quello che assolutamente non volevo fare era ambientare un film nel 1969 con hippy e droghe.

Sei molto coraggioso a tornare su Men In Black dopo tutta la sofferenza fisica che Will Smith ti ha causato negli anni…

Si. Durante Men In Black II Ho avuto un falso attacco di cuore, un infarto psicologico. In questo film (Men In Black III) Will Smith mi ha fatto male ad un’articolazione della spalla e ho dovuto operarmi. Mia moglie mi ha scattato una foto mentre ero in infermieria con i tamponi al naso; ho lavorato con il dolore fino alla fine. Ho mandato una copia della foto a Will Smith, in cui c’ero io in infermieria sotto effetto di antidolorifici e la risposta di Will è stata, cito testualmente: ‘E’ troppo divertente!’. Mi ha rotto anche una mano in Wild Wild West e mi ha fatto svenire sul set di Men In Black II. Mi afferrò e mi scaraventò a terra. Non è capace di stare fermo senza giocare e di non dare pugni. Se sono sul set e gli sto parlando, lui mi tira un pugno sullo stomaco. Se sto dirigendo Tommy Lee Jones e Will Smith è dietro di me, mi punzecchia, e sono sempre colpi bassi. Devo essere un masochista ma Will ha una tale energia positiva che è contagiosa e poi è veramente un tipo sveglio. E’ stato mio partner nel film sia per quanto riguarda la stesura della storia sia per la sua realizzazione in termini pratici. Io e Will eravamo veramente sincronizzati come un solo elemento. Lui mi proteggeva e io proteggevo lui e questa è la terribile gioia dell’avere uno stenografo come Will.

Deve essere difficile realizzare la sceneggiatura per un film in cui si viaggia nel tempo…

Sì, il solo primo capitolo è stato molto bello. Con il secondo e terzo, e specialmente se si tratta di un film con viaggio nel tempo, pensavamo in continuazione di aver fatto tutto e poi uno di noi si svegliava nel bel mezzo della notte pensando, ‘ehi un attimo, se uccidiamo questo tipo, poi nel futuro sarà morto’. Abbiamo visto Ritorno al Futuro tantissime volte perché quella per noi era la Bibbia per capire le regole di un film in cui si viaggia nel tempo e farne successo. Poi sapevamo che era importante avere Will Smith con noi dopo alcuni anni in cui non compariva come produttore. Aveva tra le mani diversi film ma noi volevamo il “nuovo film di Will Smith” e sapevo che l’avremmo convinto. Io e Will ci siamo sempre detti che per non rovinare tutto dovevamo scegliere qualcuno di veramente bravo da non far rimpiangere la coppia Will e Tommy, perché alla base del film c’è proprio questo stretto legame.

Men in Black 3 Jemaine Clement Nicole Sherzinger foto dal film 2
Ormai abbiamo capito che con Will Smith hai un rapporto eccezionale, ma com’è dirigere Tommy Lee Jones?

È strano che tu me lo chieda, perché in effetti dirigere Tommy Lee Jones nel primo film è stato un po’ difficile. Avevamo una visione diversa su quella che doveva essere la sua interpretazione, ma nel secondo e terzo film è andato tutto bene. Tommy era sempre sereno. Adora lavorare con Will. Ha completa fiducia in me. Ho delle foto di me e Tommy Lee Jones che ridiamo insieme! I miracoli accadono! La foto non è un falso, perché Tommy non si comporterebbe mai in maniera ipocrita. Lui adora la sua parte, perché la ripresa della reazione del suo personaggio è sempre più divertente della scena stessa. Ho fatto il direttore della fotografia per Harry ti presento Sally e per quanto Meg Ryan fosse divertente mentre fingeva un orgasmo, ogni volta che inquadravamo Billy Crystal che non faceva nulla era ancora più divertente.

A Tommy è dispiaciuto non esserci per tutta la durata di Men in Black 3?

Penso che a Tommy sarebbe piaciuto essere in tutto il film ma credo che a) Tommy rispetti la sceneggiatura, b) rispetta il lavoro di Josh (Brolin) e c) ha amato il risultato finale, ha visto il film e ha pensato che fosse veramente un buon lavoro. Gli sarebbe piaciuto esserci in tutto il film ma ha capito che la trama non lo permetteva. Alla fine il risultato è ottimo perchè credo che il pubblico non faccia differenza tra Tommy e Josh. Credo che loro vedano semplicemente l’Agente K e non penseranno mai “Ho preferito Josh a Tommy” o “Mi è piaciuto più Tommy di Josh”. Discutevamo sul fatto che Josh possa non ricevere l’apprezzamento che merita perché alcuni penseranno di aver visto lo stesso attore per tutto il film!

È stato difficile convincere Josh Brolin a fare la parte di Tommy?

È stato facile convincerlo ad interpretare quel personaggio. Appena ho letto la sceneggiatura, ho subito saputo di volere Josh. Quando lo vidi in W. di Oliver Stone pensai che fosse straordinario. In quell film interpreta George Bush e non tentò di imitarlo, ma creò proprio una sua versione di George Bush. Quello non era proprio l’accento del Presidente. Creò questa tensione straordinaria mangiando in ogni scena di W.. Se riguardi il film, ti accorgi della tensione presente nella scena in cui mangia patatine fritte e parla del mangiare un tramezzino al tonno. È stato straordinario. Ho detto “Per favore, ingaggiamo Josh Brolin”.

Men in Black 3 è più profondo dal punto di vista emotivo. Ti sei chiesto dove potreste portare il franchise in futuro?

Non mi interessa quello che faremo in futuro. Sembra un po’ la fine di una trilogia ed è piacevole tornare indietro al primo film con la consapevolezza di quello che poi veniamo a scoprire alla fine del terzo. In effetti, è quasi divertente riguardarlo sapendo già quello che accadrà! Penso che il secondo film non fosse così profondo dal punto di vista emotivo, quindi il terzo in un certo senso deve compensare il precedente. E Brolin è andato alla grande.

Men in Black 3 Foto Dal Film 07
Will è cambiato molto come persona in questi dieci anni in cui non avete lavorato insieme?

È cambiato molto come attore. Come ho detto, pensa molto alla storia ed alla struttura del film ed in ogni ripresa vuole sapere quello che deve aspettarsi, come personaggio, da quella scena. Ragiona molto più come un attore rispetto a dieci anni fa. In termini di lui come persona, è sempre stato sicuro di sé, incontrollabile, carismatico ed entusiasta e secondo me è cresciuto come professionista, ma come amico è sempre lo stesso. E non lo direi se non fosse vero.

Vi siete divertiti molto con la sequenza di Andy Warhol?

Quella è stata una delle mie scene preferite di tutto il film. Per me quella sequenza era così piena di energia e vitalità e trama. Ricordo con piacere quei giorni perchè giravamo sul set a Soho e potevo farmi dei bei pranzi e poi cenare nel quartiere! E poi penso che Bill Hader è stato fenomenale nella sua interpretazione di Andy Warhol. L’idea di ingaggiare Bill Hader in realtà è stata un’idea della produzione Sony ed all’inizo ero un po’contrario perchè non mi piace avere troppi comici in una comemdia. Mi piace che sia il pubblico a scoprire da solo gli aspetti comici senza rivelarglielo direttamente. Avevo paura che Bill potesse essere troppo ingombrante o troppo divertente, ma è stato semplicemente fantastico. Quella sequenza ha energia, e credo che anche Michael Stuhlbarg nella parte di Griffin sia stato eccezionale.

Hai dovuto riadattare alcuni aspetti comici del film per andare incontro ai gusti e trend del momento?

No. Non posso. Non sono un amante delle commedie moderne. Penso che quello che è accaduto è che, a causa del successo del tv show Americano Saturday Night Live, le commedie americane sono diventate come dei lunghi sketch. È difficile trovare una commedia veramente buona, con una struttura stabile, forte e dei personaggi sviluppati. Penso che le commedie attuali, quelle veramente divertenti, sono più un insieme di scene divertenti. Non significa che siano meglio o peggio. Semplicemente non fanno per me. Non saprei fare un film del genere. Get Shorty è stato vietato ai minori solo perchè veniva usata una certa parolaccia circa 1.800 volte. Ma credo anche che le commedie americane di oggi siano girate senza avere uno stile visivo coerente ed in parte ciò è dovuto al fatto che vengano utilizzate molteplici videocamere ed attori a volontà. Una delle scene più divertenti girate recentemente è quella diRicky Bobby: La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno, in cui sono tutti seduti intorno al tavolo e parlano del Bambin Gesù. È molto divertente, ma io non saprei come girarla. Non sono uno che dice ‘Esageriamo con la comicità’. Sono un tipo più controllato. In realtà sono uno abbastanza all’antica!

È vero che hai pianto quando avete girato la prima scena di Men in Black 3?

È vero, ho pianto, ma erano lacrime di gioia quando ho visto la prima scena di Will e Josh insieme, che è quella in cui Will viene interrogato da Josh. Piangevo perchè ha funzionato benissimo. Singhiozzavo e dicevo ‘Oh mio Dio, abbiamo il film!’.

Men in Black 3 Tommy Lee Jones Will Smith foto dal film 3
L’uscita di Men in Black 3 è prevista per il 25 maggio 2012 negli Stati Uniti, mentre in Italia arriverà già dal 23 maggio (anche in 3D). Per maggiori informazioni potete dare un’occhiata alle nostre News dal Blogcliccare sul riquadro sottostante o visitare la nostra pagina Facebook.

Fonte: ScreenWeek

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