Titanic-Nascita di una leggenda, le interviste ai protagonisti

Titanic-Nascita di una leggenda, le interviste ai protagonisti

Di emanuele.r

E’ uno dei progetti più ambiziosi partoriti dalla Rai e da Rai Fiction in particolare, sia per il budget di 24 milioni di euro sia per il respiro del racconto: Titanic-Nascita di una leggenda (di cui potete leggere il commento qui) fa notare il peso della propria macchina produttiva fin dalla scelta degli attori, due dei più noti attori televisivi italiani, come Alessandra Mastronardi e Massimo Ghini, e una stella nascente dello show-business nord americano come Kevin Zegers. Li abbiamo incontrati per voi.

A Roma con Amore Antonio Albanese Alessandra Mastronardi foto dal film 5

Alessandra, quali sono state le difficoltà a recitare all’estero, con un regista irlandese, e com’è il personaggio di Sofia?

Più di tutte, la lingua. Non tanto recitare in inglese, perché è una lingua che ho studiato e conosco abbastanza bene, quanto perché l’accento con cui il regista Ciaran Donnelly parlava era in comprensibile per me i primi giorni, aveva una cadenza irlandese molto forte, tanto che andavo dal produttore De Angelis disperata, perché non ci capivo nulla (ride). Sofia è un personaggio molto attivo, che non subisce ed è una costante delle donne di questa miniserie. Non accetta di essere sottomessa o i compromessi sociali: è una donna che non vuole sentirsi in colpa per ciò che è, ed è per questo che vorrebbe andarsene da Belfast.

In questi giorni sei in sala con To Rome with Love di Woody Allen: sono due prodotti che potrebbero farti scalare le vette internazionali.

Beh, lo spero (sorride), ma quello che m’interessa è che due produzioni internazionali mi abbiano scelta per due ruoli molto diversi: Milly è un personaggio molto buffo, sopra le righe, che sembra uscita dallo Sceicco bianco di Fellini, incantata e tra le nuvole; mentre Sofia è consapevole, forte, fiera e sicura di sé.

Gossip Girl 3x13 Damien Promo 11

Kevin, recitare in una produzione così lunga e complessa è stata per te una sfida?

Sì certo, è la mia prima volta in una miniserie da protagonista, essere sempre in scena ti fa entrare dentro il personaggio in un modo che non conoscevo. La sfida però è stata anche per i realizzatori: 12 ore sul Titanic avrebbero annoiato lo spettatore, così si sono concentrati su un aspetto diverso, la sua costruzione, dando una grande importanza ai personaggi. Ed è questo che attrae un attore verso una sceneggiatura.

Non hai mai sentito il peso del film di Cameron o il confronto con Leonardo Di Caprio?

Grazie al cielo no. Il Titanic di Cameron è uno dei miei film preferiti, quindi ho apprezzato molto che la nostra storia finisca proprio con la partenza della nave, dove praticamente comincia il film. Così non ho dovuto pensare al confronto con Leo: se potessi avere anche la metà della carriera che ha avuto lui, sarei un attore felice.

Piano 17 Massimo Ghini Immagini dal film 21

Massimo, tu invece sei l’anima adulta della miniserie: che tipo di personaggio è Pietro e cosa ti è piaciuto di questo progetto?

Pietro è un emigrante dall’Italia all’Irlanda, ma è anche un’eccellenza che emigra, uno dei cervelli in fuga di cui si parla tanto. E’ questo che mi è piaciuto di Titanic-Nascita di una leggenda, quello di guardare anche all’oggi, raccontando quei grandi artisti e professionisti che sono costretti a lasciare l’Italia per trovare un lavoro che non c’è: in un dialogo col mio aiutante (Edoardo Leo), lui mi chiede se io preferisca l’Italia o l’Irlanda. Gli rispondo: “L’Italia, ovvio: c’è l’arte, la cultura, il cibo, la bellezza. Ma non c’è lavoro”. E questo dramma, è qualcosa con cui anche 100 anni dopo ci si trova a fare i conti.

Non avete avuto paura che il ritratto della famiglia Silvestri fosse il solito insieme di cliché folkloristici sugli italiani?

Sì, certo, anche perché la maggior parte degli sceneggiatori era straniera e quindi non poteva conoscere gli italiani. Su quello siamo intervenuti noi come attori, io, Edoardo, AlessandraValentina Corti, cercando di raccontare la tradizione italiana senza folklore,  e soprattutto inserendola in un contesto di grandi cambiamenti, mentre si confrontano con realtà geografiche, culturali e storiche in evoluzione. Speriamo di esserci riusciti.

Agli spettatori, da domani sera per 6 domeniche in prima serata, la sentenza: Titanic-Nascita di una nazione replicherà il successo di altri prodotti dedicati al transatlantico? Commentate l’articolo e restate su Screenweek per conoscere opinioni, commenti e notizie dal mondo televisivo.

 

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