The Killing, il commento alla première della seconda stagione
Appena cominciato negli USA e subito arrivato in Italia: per evitare spoiler e rivelazioni sulla trama, FoxCrime ha deciso per mandare in onda la seconda stagione di The Killing a soli 3 giorni di distanza dalla trasmissione originale. Buona mossa, che permetti anche agli spettatori italiani di godere dell’ottimo ritorno di una serie molto attesa, che Veena Sud ha adattato da un originale danese, e che in questo secondo ciclo di episodi rivelerà chi è l’assassino della giovane Rosie Larsen.
La cospirazione (Reflections il titolo originale) comincia dove finiva la prima stagione, con il consigliere Richmond aggredito da uno sconosciuto armato di pistola e in lotta per la vita. Nel mentre, Sarah capisce che il consigliere è stato incastrato e sente stringersi attorno a sé una rete di complotti e sospetti, mentre Holder interroga Belko, colui che ha sparato al consigliere. Perché l’ha fatto? Cosa sa questo squilibrato?
La stessa Sud scrive una première davvero intrigante e ben fatta, diretta da Agnieszka Holland, perfetta nel proseguire la linea narrativa del finale precedente, ma soprattutto capace di rilanciare nuove linee, dinamiche, avvenimenti senza mostrare strappi, anzi approfondendo i discorsi iniziati l’anno scorso.
Tre personaggi principali che si separano, relativamente, per dare vite a tre racconti paralleli: Sarah, spaventata per le conseguenze delle sue azioni e scoperte, si divincola tra il fuggire con il figlio e arrivare a scoprire cosa c’è dietro la morte della piccola Larsen, con nuovi indizi da scoprire, come la foto di una telecamera di sicurezza che mostra un braccio tatuato e l’auto di un misterioso e fuggevole Gil Sloane; Holder che ondeggia ambiguo tra l’interrogatorio di un uomo che avrebbe tentato di uccidere un presunto assassino e il mistero di quel pazzo che ha ucciso un consigliere candidato alle elezioni; e lo stesso consigliere Richmond, che non si vede praticamente mai ma agisce attraverso Jamie e Gwen, la loro paura di rimanere “soli”, ma anche l’opportunismo politico di una guerra elettorale in pieno svolgimento.
La cospirazione ci restituisce The Killing ancora più teso, cupo, compresso nella narrazione, nella scrittura dei personaggi e soprattutto nella regia che rende sempre più funzionali i chiaroscuri de-saturati della fotografia di Gregory Middleton e che sa sfruttare benissimi anche personaggi apparentemente minori, come Stan e Terry, specchio doloroso di una tragedia che va oltre il thriller.
Cosa ne pensate di questo ritorno di The Killing? Ed è solo l’inizio, visto che gli scatti fotografici a Sara sono solo il finale della prima parte di una doppia première che concluderà settimana prossima. Rimanete con Episode39 e Screenweek per avere sempre nuovi commenti dalle vostre serie tv preferite.