Regia: Carlo Virzì
Con: Claudia Pandolfi, Alessandro Roja, Marco Cocci, Corrado Fortuna, Dario Cappanera, Claudia Potenza, Frankie Hi Nrg Mc, Catherine Spaak
Durata: 1h 36mm
Anno: 2012
Quindici anni fa, i Pluto erano una rock band; energici, sboccati e provinciali come da tradizione del rock. Da una piccola cittadina industriale sul litorale toscano, avevano girato in lungo e in largo il circuito alternativo nazionale, inciso un paio di album, e piazzato anche un brano in un noto spot televisivo. Maurilio detto Mao era il cantante, Sabrina la bassista, Loris il batterista e Rino il portentoso chitarrista. Poi, sempre secondo tradizione, i quattro litigarono e si persero di vista; ognuno in fondo perso dietro ai fatti suoi, come direbbe Vasco. La memoria di quell’esperienza avventurosa e sfrenata sembra essersi perduta per sempre, nessuno ha più idea di chi fossero “I Pluto”. Finché un giorno, Loris il batterista, non si vede recapitare una sorprendente e-mail…
Una commedia hard rock un po’ cafona. Ecco come si potrebbe sintetizzare I più grandi di tutti, il nuovo film di Carlo Virzì (fratellino minore del più famoso Paolo) che racconta di questo gruppo di scappati di casa, rocker di provincia che hanno percorso l’Italia con il loro furgone scassato suonando nei peggio locali della penisola tra fiumi di birra, canne e bischerate varie. Ma poi il tempo passa, si è costretti a crescere e l’animo ribelle viene messo a tacere. L’aspetto interessante è che Virzì presenta i suoi protagonisti nel momento in cui hanno ormai appeso gli strumenti al chiodo: i Pluto (questo il nome del “complessino”) si sono ormai sciolti e i quattro componenti sono ora delle persone normalissime, a tratti pure un po’ noiose. Anti-eroi le cui vite vanno avanti un po’ per inerzia, tra mutui da pagare, le comunioni dei nipoti, padri da accudire e l’impiego in fabbrica. Fino a quando, un giorno, sono costretti a rivedersi e il diavolo del rock torna, anche solo per un attimo, a possederli e a rianimerà quelle loro vite a encefalogramma piatto.
I più grandi di tutti è un omaggio al rock. Ma qui non si celebrano le star; piuttosto si racconta, con tanta freschezza ed empatia (lo stesso regista è un musicista dalla tanta passione e dal relativo successo), chi non è riuscito a sfondare. La retorica è lontana; siamo invece sui sentieri più dissacranti alla School of Rock e alla The Blues Brothers. Ma anche alla Non pensarci nel descrivere l’apatia della provincia italiana (qui siamo a Rosignano Solvay, vicino a Livorno) dove la musica è spesso sinonimo di sopravvivenza.
L’aspetto dissacrante viene ben reso attraverso i quattro protagonisti (gradazioni diverse di un mondo sboccato e verace) ma soprattutto attraverso la loro musica: il repertorio dei Pluto era un compendio di “poesia punk-ignorante”, irriverente e volgare, dove gli album s’intitolavano “Paraculo”, “Sudo ma godo” e nelle hit “Vado al mare” si potevano trovare indimenticabili versi dalla rima baciata quali “Sputo in faccia al bagnino e gli fotto il pattino”. Applausi.
Ottima la scelta del cast. Claudia Pandolfi, Alessandro Roja (il Dandy della serie Romanzo Criminale), Marco Cocci e Dario Kappa Cappanera (chitarrista di professione che ha collaborato anche per Vasco Rossi e i Negrita) sono assolutamente credibili nei panni dei rocker un po’ grezzi e volagorotti mentre Corrado Fortuna è riuscito a ben rendere l’ambiguità del suo personaggio: un ricco fan dei Pluto costretto su una sedia a rotelle, un ragazzo che non è un santo e che ti ispira simpatia, non certo pietà. E poi c’è anche un autoironico Frankie Hi Nrg che tra le righe prende in giro i meccanismi dell’industria discografica.
Insomma si ride. La scena in cui i Pluto suonano sul tetto di una fabbrica pensando di essere “come i Beatles” e pensando di dare supporto agli operai in sciopero che invece li cacciano al grido “Andate a lavorare, buffoni!” è da manuale. Ma c’è anche un retrogusto amaro e il finale, senza svelare nulla, possiamo dire che è felice solo in apparenza.
Resta però un rimpianto: rispetto alle musiche dei protagonisti, il film è nel complesso fin troppo moderato, pulito. E invece avremmo preferito un’accelerazione maggiore sul pedale di un umorismo più scorretto e grezzo.
Un consiglio: rimanete in sala anche dopo la fine per godervi i titoli di coda. Perché è lì che qualcuno d’importante riuscirà a chiarirvi le idee e a dirvi, finalmente, se i Pluto erano stati dei geni o degli emeriti deficienti…
Voto: 7
I più grandi di tutti uscirà nelle sale il 4 aprile. Per l’intera copertura di news sulla pellicola e per tutti i materiali sul film vi basta cliccare sul riquadro sottostante.