Mancano solo pochi giorni all’uscita nelle sale italiane di Hunger Games, il fenomeno cinematografico di questa prima parte del 2012. Dopo gli incassi strepitosi in patria, con 360 milioni di dollari incassati fino ad oggi (quasi 600 nel mondo), la pellicola prodotta dalla Lionsgate sta per arrivare anche in Italia: uscirà il 1 maggio, ma già la sera del 30 aprile sono tantissimi i cinema italiani che hanno organizzato anteprime.
Abbiamo già visto e recensito da tempo la pellicola diretta da Gary Ross e con protagonista Jennifer Lawrence (QUI trovate la nostra recensione, mentre QUI il video-commento da Londra).
Hunger Games però rientra nella ristretta cerchia di quelle pellicole che, pur non essendo un sequel, godono già di un solido fan base. Questo perché si tratta dell’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo scritto da Suzanne Collins, autrice che ha già venduto decine di milioni di copie in tutto il mondo (anche in Italia sta scalando le classifiche nelle ultime settimane).
Non potevamo quindi farci mancare un nuovo commento in anteprima sulla pellicola, dedicato a chi ha letto e ben conosce il mondo di Hunger Games grazie alle pagine del romanzo. Il giornalista, e amico di ScreenWeek, Lorenzo Fantoni ha visto ieri sera il kolossal grazie ad una delle anteprime gratuite organizzate da Warner Bros Italia.
Dopo aver letto il libro e visto il film, ecco la sua dettagliata analisi sulle differenze e sulla validità dell’adattamento stesso.
“Eccoci dunque a parlare di Hunger Games, il nuovo “libro che devi leggere” se vuoi rimanere al passo con i tuoi amici che si sono divorati Harry Potter, o le tue amiche che si sono lette Twilight. Un romanzo per giovani adulti che rispetto ai suoi illustri predecessori ha dalla sua una caratteristica interessante: amori, personaggi e situazioni si muovono tutti sullo sfondo di un universo distopico in cui ogni anno 24 adolescenti vengono mandati a morire in una specie di Grande Fratello nazionale.
Pur non essendo qui a parlare del libro, è senza dubbio un romanzo che fa presa, per alcuni semplici motivi.
Prende elementi forti di opere precedenti come il citatissimo “Battle Royale”, in cui studenti nipponici si uccidevano con dovizia di particolari, e li rende più digeribili al grande pubblico. Colloca il tutto in un contesto reality, che per quanto ci si sputi sopra funziona sempre, e le cui meccaniche sono forse la parte più interessante. Infine, mette alla regia un personaggio femminile forte, determinato, pronto a lottare per il suo destino, che dopo una morettina imbranata e sballottata tra un lupo e un vampiro è senza dubbio un piacevole cambiamento. Il tutto viene scritto con una prosa asciutta, efficace e che obiettivamente vi porterà sempre a girare pagina per capire cosa succederà dopo, anche se ormai la parola “young” non compare più di fronte al vostro stato di “adult”.
Con queste premesse, l’adattamento cinematografico di Hunger Games era semplicemente troppo corazzato per fallire al botteghino, inoltre ha avuto il tempismo giusto di uscire quando ormai la serie di Harry Potter si è conclusa, quella di Twilight è sul viale del tramonto, e i ragazzi di tutto il mondo hanno bisogno di un racconto collettivo che li ossessioni (e fornire ossessioni di questo tipo è, secondo me una delle funzioni più importanti del cinema popolare).
Tagliamo subito la testa al toro, meglio il libro o meglio il film? Beh, mettiamola così, se avete la possibilità di farlo, il mio consiglio è di leggersi prima il libro e poi vedersi il film. L’adattamento di Gary Ross, a cui la Collins ha collaborato, pur essendo dignitoso, non ha lo stesso ritmo del romanzo e tralascia o impoverisce molti dettagli di non poco conto per esigenze di scena, ma questo non gli impedirà di soddisfare i fan e di fargliene ottenere degli altri.
La chiave del successo per la pellicola passa senza dubbio dal casting della protagonista, Katniss Everdeen, ci voleva un personaggio duro e fragile allo stesso tempo, che sapesse essere maschiaccio e femminile a seconda del momento, bella, ma non troppo bella, atletica, ma non mascolina. Jennifer Lawrence da questo punto di vista è semplicemente perfetta per il ruolo, e dopo X-Men: First Class e Un gelido inverno, questo è senza dubbio il ruolo che la lancerà definitivamente, sperando che una volta finita la trilogia, sappia ancora uscire dal ruolo.
Come già detto, il principale difetto del film è che diluisce un’opera che già annacquava le sensazioni più forti in un cocktail che tutti potessero bere. Quindi, dopo aver assistito a varie sforbiciate e semplificazioni (il rapporto con la madre e con Gale appena abbozzati, la “ripulitura” di Haymitch, che non è certo l’ubriacone scontroso che si vomita addosso del libro), lo spettatore, una volta arrivato alla competizione vera e propria, momento in cui la pellicola avrebbe dovuto aumentare il ritmo e virare verso l’action drammatico, si trova di fronte a una narrazione che si limita a fare il compitino, e che mette la già poca violenza letteraria quasi del tutto fuori cornice.
Certo, visto che parliamo di ragazzini che lottano mortalmente tra di loro, sono sempre scene forti, ma il loro impatto deriva più dalle emozioni che da ciò che (non) vediamo.
Esempio di tutto questo è l’inizio dei giochi, in cui il massacro di una decina di adolescenti, viene reso con un montaggio veloce, che lascia molto all’immaginazione, e in cui gli effetti ambientali vengono annullati dalla colonna sonora, meglio non sentire le urla di dolore di un ragazzino che si è appena preso una coltellata in pancia.
Ross decide di curare poco i punti più cari alla Collins, lascia troppo in sospeso una storia d’amore che non decolla, quella Peeta-Katniss, annulla personaggi interessanti e nel finale non trasmette il giusto senso di pericolo e di minaccia che farà da ponte al secondo capitolo.
Ci troviamo dunque di fronte a una storia che si fa ricordare più per le trappole di messa in scena che ha schivato che per le altezze narrative che ha raggiunto.
Un film guardabile, ma che non rischia, e si accontenta di realizzare una visione altrui, perdendo l’occasione di portare il racconto ad un livello successivo, più lirico, più drammatico, più violento, fotocopia leggermente sbiadita, ma sempre leggibile di un romanzo di successo.”
Qualcuno di voi ha visto la pellicola in anteprima ieri sera? Qual è il vostro parere o cosa vi aspettate dall’adattamento, se non lo avete ancora visto in sala?
Il primo episodio della saga di Hunger Games farà il suo ingresso nelle sale italiane l’1 maggio 2012. Cliccate sul riquadro sottostante per tutte le news e i materiali sulla pellicola, oppure sulla nostra pagina Facebook.