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Game of Thrones, il commento a The Night Lands

Pubblicato il 10 aprile 2012 di emanuele.r

A volte anche HBO può sbagliare, o solo sottovalutare: è quello che è successo con The Night Lands, secondo episodio per la 2^ stagione di Game of Thrones, che  visibile agli abbonati del servizio HBO Go in America, è andato on line immediatamente, a ridosso della trasmissione di The North Remebers e parecchi giorni prima della messa in onda ufficiale della rete via cavo. E anche l’episodio in sé, personalmente, ci ha convinto poco.

Varie linee narrative, come sempre: Arya, che si nasconde da un paio di cavalieri che le stanno dando la caccia, condivide il suo segreto con Gendry, Tyrion si trova a dover fare i conti con il malumore causato dagli ordini di Joffrey e della sorella Cersei; il ritorno a casa di Theon Greyjoy vivifica le rimostranze del padre contro gli Stark per il possesso della corona, mentre Davos – braccio destro di Baratheon – organizza l’assalto ad Approdo del Re.

Scritto dagli showrunner Weiss e Benioff e diretto da Alan Taylor, The Night Lands prosegue nella presentazione dei personaggi, delle figure vecchie e soprattutto nuove, dei nuovi scenari, ma rispetto alla première rimane su un livello di racconto un po’ tiepido e meno appassionante.

Il tema centrale dell’episodio, che si sposa con quello di stagione ovvero il potere, è l’amicizia o meglio il modo in cui i rapporti sociali più o meno sinceri e più o meno affettuosi possano aiutare nella gestione del potere: Arya, per esempio, ha in Gendry qualcuno con cui spartire il peso del suo segreto, ma potrebbe essere anche un’arma a doppio taglio mettendo a rischio l’incolumità. Amicizia dunque è fiducia innanzitutto, come impara subito Tyrion, ai primi giorni da Primo Cavaliere, che deve affrontare le melliflue minacce dei suoi servitori – tra cui Lord Varys – le follie di Joffrey, ma soprattutto l’arroganza della sorella Cersei, che non sa o non vuole tenere il potere in maniera razionale e arriva a rimproverarlo di aver “ucciso” la madre nascendo.

Nel frattempo prosegue l’avanzata delle altre casate che vogliono il trono di spade: se Daenerys resta ancora in disparte, gran spolvero per Theon che mette in mostra subito lo spirito selvaggio e libertino della casata, prima d’imbattersi in quella che scoprirà essere la sorella Yara e poi il padre Balon, da cui ritorna dopo 9 anni dagli Stark, che l’avrebbero indebolito. A lui il compito di guidare la sua famiglia verso il regno? Sicuramente sul fronte Baratheon sono i seguaci a tirare i fili: Davos, che si allea con un pirata per depredare i Lannister, e Melisandre che nel finale seduce Stanis promettendogli un figlio.

Ma tutto questo tramare non si traduce in un racconto compatto, in una sceneggiatura avvincente e quindi questo secondo episodio, anche a livello d’intensità registica, sembra un passo indietro rispetto alla scorsa settimana: come dimostra anche il cliffhanger finale, con Snow che segue l’ombra di un uomo che sembra aver rapito un infante e si ritrova colpito in testa. Mezzo facile per attirare l’attenzione dello spettatore: se avessero gestito meglio il racconto non ce ne sarebbe stato bisogno.

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