Nel primo American Pie sembravano la coppia più casta e anche più seria del folle gruppetto di amici che ha reso celebre la serie cinematografica. A una decina di anni di distanza li ritroviamo in American Pie – Ancora Insieme, ormai separati da tempo e divisi da due percorsi di vita molto diversi. Lui, Oz, vale a dire Chris Klein, è diventato uno showman televisivo perseguitato dalle fan scatenate di un programma tipo Ballando con le stelle. Lei, Heather, ossia Mena Suvari, è una dottoressa che non ha perso la sua caratteristica sobrietà. Che la rimpatriata faccia scattare di nuovo la scintilla? Naturalmente non ve lo riveliamo, ma intanto ecco l’intervista che abbiamo fatto a Chris Klein e Mena Suvari alla presentazione romana del film.
Com’è stato ritrovare tutto il cast originale dopo tanto tempo?
Mena Suvari: Sono molto onorata di far parte di American Pie – Ancora Insieme. Noi due non eravamo nel terzo capitolo della saga per cui è passata una decina d’anni dall’ultima volta che vi ho recitato. Non nascondo di essere stata sorpresa quando mi hanno detto del nuovo film, ma ho sempre amato la serie e quindi sono stata molto contenta di tornarci. In un certo senso è come una famiglia. Il primo American Pie è stato anche il primo grande film che ho fatto e ha totalmente cambiato la mia vita. Mi ha aperto praticamente un milione di porte dandomi la possibilità di fare quello che volevo, per cui sono e sarò sempre grata a questa serie.
Chris Klein: Prima di tutto lasciatemi dire che è un gran piacere trovarmi qui, a Roma, con una parte del cast per presentarvi American Pie – Ancora Insieme. È una serie che ormai ha 13 anni di vita, e ringrazio i registi John Hurwitz e Hayden Schlossberg per aver dato a tutti l’opportunità di esserne parte ancora una volta. Trovo molto bello il lato nostalgico di questo film, che ci ha fatto ricordare del perché abbiamo amato American Pie, oltre ovviamente a tutte quelle scene comiche divertentissime, in cui in particolare Jason [Biggs] è davvero imbattibile!
Mena, il tuo nome è legato a film come American Pie, ma anche American Beauty. Ti consideri un po’ un simbolo americano?
M. S.: La cosa divertente è che mio padre è nato in Estonia, quindi non è proprio quello che si suol dire un americano-tipo. Credo che aver lavorato in due film che avevano il termine American nel titolo, a brevissima distanza l’uno dall’altro, sia stata più che altro una coincidenza. Comunque sono state entrambe esperienze straordinarie e sono contenta di come sono state accolte dal pubblico. D’altra parte è il motivo che mi spinge a continuare a fare questo lavoro: raggiungere le persone attraverso le storie che raccontiamo sullo schermo.
Qual è stato l’episodio più divertente sul set?
C. K.: Non è facile sceglierne uno solo, perché questa serie è piena di scene divertenti, tanto che ognuno di noi ha “il suo momento” all’interno dei film. E poi c’è una vera e propria alchimia, nata tra noi sin dal primo American Pie. Eravamo attori molto giovani all’epoca, per cui questa sintonia è venuta proprio in maniera naturale, spontanea, anche perché non è qualcosa che si possa simulare. Il risultato è che fuori dallo schermo ci divertiamo forse anche di più di quanto si possa vedere nei film.
Che cos’ha di diverso questo American Pie e cosa invece lo lega agli altri?
M. S.: Per me la differenza sta nel fatto che ormai conosciamo incredibilmente bene i nostri personaggi, e sono stata contenta di poter far vedere Heather sotto una luce nuova. Da adulta lavora come medico, è una persona indipendente, e mi è piaciuto poter mostrare finalmente questo lato di lei che forse era rimasto più in ombra in precedenza.
C. K.: Non importa quanto tempo sia passato, sembra ieri che abbiamo fatto i primi film di American Pie. È sempre incredibile ripensarci. D’altra parte ci sono molte cose nuove in questo ultimo capitolo. Oz ad esempio è diventato famoso grazie a un reality sulla danza, e ha un gran numero di hip hop nel film. Di certo questa non è una cosa che mi sia capitata di fare negli altri American Pie. Ci siamo tutti buttati in un’avventura per alcuni versi completamente nuova.
Ci sono delle parti molto divertenti del film, che ricordano come fosse diverso essere adolescenti alla fine degli anni ’90, quando i cellulari non erano così diffusi e nessuno pensava a una tale esplosione dei social network.
M. S.: Sì, in questo periodo la tecnologia ha fatto passi da gigante, e di sicuro questo ha influenzato i giovani in qualche modo. Io però credo che sia una cosa positiva avere accesso a così tante risorse, poter ottenere le informazioni che ti servono quando lo desideri e ovunque tu sia.
È cambiato anche il tipo di comicità di American Pie?
C. K.: In realtà, credo che il tipo di humour usato in questa serie sia una delle cose che funzioni meglio in assoluto. In tutti i film ci sono delle scene esilaranti, con i protagonisti che finiscono sempre per cacciarsi in situazioni compromettenti. Magari non tanto compromettenti come quelle in cui puntualmente si trova Jason, ma dove la risata è comunque assicurata. Questo perché le reazioni dei personaggi sono molto ben costruite, traggono spunto da problemi universali, come quello della perdita della verginità per i più giovani, o la difficoltà di trovare la giusta sintonia nel rapporto con l’altro sesso. American Pie – Ancora Insieme riprende tutte queste caratteristiche della serie e le fa procedere verso un nuovo livello, pur mentendo un forte legame con i precedenti. Qui sta la sua forza: nel vedere Jim [il personaggio di Jason Biggs], che ce la mette tutta per crescere, ma dopo tanti anni si ritrova un’altra volta nudo in cucina senza mutande.
Ma questo film vi ha fatto sentire un po’ più adulti o un po’ più adolescenti?
C. K: A dir la verità credevo di essere cresciuto un po’ in questi anni. Poi è arrivato American Pie e mi sono ritrovato catapultato negli anni ’90… Tutto da rifare! A parte gli scherzi, la cosa bella di recitare in questo film è l’alchimia che ci lega l’uno all’altro, e che ci permette di continuare a essere divertenti. Questo vuol dire essere ancora immaturi? Beh, in questo caso sono contento di esserlo!