Oltre a raccontare un episodio di evidente importanza come l’esplosione che il 12 dicembre del 1969 dilaniò la Banca Nazionale dell’Agricoltura a Milano, in piazza Fontana, Romanzo di una strage ha il pregio di avvalersi di un cast a dir poco d’eccezione, intarsiato di alcuni dei migliori attori del cinema italiano contemporaneo, tutti impegnati nella difficile sfida di incarnare la Storia.
“Conoscevo la vicenda di Pinelli per passione”, ha spiegato Pierfrancesco Favino, che nel film interpreta l’anarchico morto pochi giorni dopo la tragedia, precipitando in circostanze ancora molto controverse da una finestra della questura. Oltre all’interesse per questo personaggio storico, ci sono poi altri aspetti che, secondo l’attore, lo legano a Giuseppe Pinelli:
“Sono del ’69, avevo 41 anni quando l’ho interpretato e una famiglia come lui, e questo sicuramente ci avvicina. Inoltre sono sempre stato attratto da storie che hanno a che fare con la giustizia e l’ingiustizia, e sono molto toccato dalla vicenda di questa persona. Un uomo che ho potuto conoscere ancora meglio avendo la fortuna di essere stato ben accolto, insieme a Michela Cescon, in casa Pinelli da sua moglie Licia, che è una donna meravigliosa e ti fa capire con uno sguardo fino a dove puoi spingerti. Interpretando questo ruolo mi sono anche chiesto cosa avrebbe comportato se, un giorno, uscito di casa, non avessi più fatto ritorno, o se il motorino con cui Pinelli seguì i suoi compagni in questura fosse andato in panne, o se semplicemente lui fosse stato un altro tipo di persona e non avesse sentito il dovere di andare. L’intenzione comunque, d’accordo con il regista, era quella di non farne subito un agnello sacrificale. Per prepararmi a interpretarlo Marco Tullio Giordana mi ha fatto sentire le registrazioni degli attori dell’epoca, perché non voleva che Pinelli parlasse il milanese di oggi. Soprattutto, facendo parte di questo film, mi ha colpito la ferita profonda che quell’episodio ha inferto a una città davvero operosa, come si disse allora, nel senso migliore della parola. Una città che aveva voglia di costruire, così come quell’Italia che con Piazza Fontana ha visto la fine di un sogno, il sogno di lavorare e vivere in un Paese in cui si crede. Sono molto fiero di aver interpretato Pinelli, è un personaggio che porterò sempre con me e per cui mi piacerebbe essere ricordato”.
Valerio Mastandrea ha invece il ruolo del commissario Luigi Calabresi, figura controversa su cui a lungo si è scagliato l’anatema di alcune frange politiche e della loro ideologia:
“Con questo film ho cominciato un percorso molto personale che non è ancora concluso. Non sono entrato in contatto con la famiglia di Calabresi, un po’ per pudore un po’ perché pensavo che non fosse necessario andare a fondo su quel fronte dato che il film non si concentra se non per alcuni passaggi sulla vita privata del personaggio. D’altra parte, credo che Romanzo di una strage tessa un quadro abbastanza veritiero di chi fosse Calabresi prima e dopo la morte di Pinelli. È stato interessante ma anche difficile liberarmi da un certo pensiero e aprire delle porte che vorremmo restassero sempre chiuse, anche come forma di difesa personale. Probabilmente è il ruolo più difficile che abbia mai interpretato in 20 anni che faccio questo lavoro. Del film, inoltre, ho apprezzato la capacità di restituire quel senso di impunità lasciato da questo episodio della nostra Storia e che continua ad accompagnarla anche oggi”.
A fianco di Mastandrea, nella parte più “domestica” del personaggio di Calabresi, troviamo poi Laura Chiatti, che interpreta la moglie del commissario:
“Non ero nata all’epoca di questa storia e la conoscevo a grandi linee, come molte persone della mia età. Quindi questa esperienza mi ha arricchito e mi ha permesso di approfondire un lato importante del nostro Paese di cui altrimenti sarei difficilmente venuta a conoscenza. Per quanto riguarda il mio ruolo, devo dire che sono sempre stata affascinata e impaurita dall’interpretare un personaggio veramente esistito, e non mi era mai capitato prima. È stata una sfida, soprattutto non avendo modo di conoscere Gemma, la moglie di Calabresi. Ma ho potuto documentarmi attraverso il diario che lei ha scritto e da lì ho cercato di cogliere alcuni aspetti della sua personalità e restiuirli nel film”.
Luigi Lo Cascio, presenza ricorrente in molte opere del regista Marco Tullio Giordana, a partire da I cento Passi, interpreta invece il Giudice Paolillo, un magistrato retto e indipendente cui viene strappata l’indagine sul caso di Piazza Fontana:
“Il mio personaggio è forse meno conosciuto ma comunque è molto simile all’esperienza che ho fatto quando ho interpretato Peppino Impastato. Non è qualcosa che ha a che fare solo con il mestiere dell’attore ma riguarda te come persona. Poi si cerca di fare in modo che questa esperienza così intensa prenda forma nella figura di un personaggio, ma è innanzitutto un’esperienza fortemente umana. In questo film, però, non è importante spiegare chi sia il Giudice Paolillo, poiché la sua figura ma viene in rilievo per quel che rappresenta, per la sua funzione. Che è quella di mettersi nella posizione della Giustizia, senza tentennamenti, anche nel confronto molto difficile con la vedova di Pinelli. Questa posizione però è destinata a frantumarsi, a deflagrare, come un altro ordigno, quando gli diviene chiaro che la Giustizia non è automatica. Va applicata, e ad applicarla sono sempre gli uomini”.
Fabrizio Gifuni, infine, compare nei panni molto particolari di Aldo Moro, di cui ha meravigliosamente acquisito intonazione e movenze. Ma per l’attore, Romanzo di una strage è qualcosa di più:
“Questo film rappresenta il completamento di un percorso iniziato 10 anni fa con Marco Tullio Giordana con La Meglio Gioventù, diretto dallo stesso regista e sceneggiato sempre da Rulli e Petraglia. Quello era un grande racconto di come è cambiata nei decenni la società italiana, da cui non a caso era stata tenuta fuori la strage di Piazza Fontana. All’epoca Marco Tullio Giordana fu anche criticato per questo, ma evidentemente c’era già l’intuizione che a un evento di quella portata doveva essere dedicato un capitolo a parte, che non poteva essere archiviato in modo sintetico”.
Romanzo di una Strage uscirà nelle sale italiane il 30 marzo 2012. Potete trovare altre immagini del film sulla nostra scheda sul database cliccando sul riquadro sottostante. A questo link invece potete trovare la pagina Facebook ufficiale del film, mentre qui trovate la pagina Twitter, qui l’intevista a Marco Tullio Giordana, e qui la nostra recensione del film.