Come ormai saprete Joel Kinnaman, star della serie The Killing, è stato scelto per interpretare il ruolo di Alex Murphy nel remake/reboot di RoboCop, che sarà diretto da José Padilha.
I lavori di questo progetto sembrano pronti per partire, è stata decisa una data d’uscita, il 9 agosto 2013, e la produzione è attualmente al lavoro per stabilire il nuovo aspetto che dovrà avere il poliziotto robot.
A quanto pare si è deciso di donare una maggiore umanità a questa figura e alcuni dettagli li ha recentemente forniti lo stesso Joel Kinnaman.
Durante un’intervista per MTV, l’attore ha rivelato che il suo Alex Murphy sarà una figura più umana rispetto a quello interpretato da Peter Weller, e questa cosa si vedrà anche esteriormente:
“Molte questioni sono state recentemente sollevate dalla neuroscienza: ‘L’intelligenza del corpo umano risiede solo nel cervello?’ e si scoperto che la risposta è no. Il corpo ha una sua intelligenza e in questo senso siamo molto più di una creatura organica. Non è una torre di controllo che fa tutto. […] Si tratta di una nuova versione della storia. Ci sono molti elementi che provengono dall’originale, ma questa versione contiene più elementi di recitazione, soprattutto per quanto riguarda Alex Murphy versione robot. È molto più impegnativo. […] Al momento stanno ancora lavorando sull’armatura e sul suo aspetto, ma la visiera sarà trasparente. Si vedranno i suoi occhi e non solo la mandibola.”
Un po’ di tempo fa il regista aveva parlato di alcuni aspetti che intendeva affrontare nel film:
Mi piace la nitidezza e il tono politico di RoboCop, e penso che un film simile sia urgente ora più che mai. Ma non voglio ripetere quello che Verhoeven ha fatto in maniera così chiara e forte. Ho piuttosto intenzione di realizzare un film in grado di affrontare tutte quelle tematiche che non sono state trattate da Verhoeven. Se sei un uomo che viene trasformato in robot, come si riesce a fare questo? Qual è la differenza tra umani e robot? Cosa significa libero arbitrio? Cosa significa perdere il libero arbitrio? Sono queste le domande che ho in mente.
Alcuni di questi elementi sono sicuramente nel film originale, ma l’impressione è che José Padilha abbia deciso di abbandonare le metafore sociali e i toni grotteschi usati da da Paul Verhoeven, per focalizzare l’attenzione sul protagonista e sulla sua condizione. Voi cosa ne pensate?