Regia: Gary Ross
Cast: Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Liam Hemsworth, Elizabeth Banks, Willow Shields, Paula Malcomson, Wes Bentley, Stanley Tucci, Woody Harrelson, Lenny Kravitz, Donald Sutherland, Toby Jones
Durata: 2h 22m
Anno: 2012
Panem è lo stato totalitario sorto dalle ceneri degli Stati Uniti d’America. Ogni anno due ragazzi provenienti dai ognuno dei 12 distretti in cui è divisa la nuova nazione vengono estratti a sorte e lasciati a combattere in un’enorme arena tra loro fino alla morte: sono gli Hunger Games, uno spietato gioco che ha anche un valore politico ed intimidatorio.
Per la prima volta una ragazza prende il posto della sorella e si propone come tributo volontario. Si tratta della giovane Katniss Everdeen, un nome destinato a cambiare le regole del gioco.
[La recensione NON contiene spoiler]
Quando un film fa registrare incassi ai limiti del record negli Stati Uniti pur non essendo un sequel o un film di un già noto franchise, con un elevato gradimento da parte di critica e pubblico, la curiosità sale vertiginosamente. Soprattutto se dobbiamo ancora aspettare qualche settimana prima dell’arrivo della pellicola nel nostro paese.
Ho colto l’occasione di essere a Londra per un evento stampa e ne ho approfittato per andare a vedere il film di cui tutti parlano negli ultimi giorni.
Il clamore attorno ad Hunger Games è subito spiegato: si tratta di un kolossal particolarmente intenso ed avvincente, che ti coinvolge o meglio “rapisce” per le oltre due ore di proiezione a cui è impossibile rimanere indifferenti.
Non vi erano molte persone in sala alla proiezione pomeridiana, composta da spettatori di ogni genere ed età, ma ho sentito piangere, ridere, ho visto mani stringere con grande tensione i braccioli delle poltrone, ho percepito una grande partecipazione come ho visto poche altre volte in una sala cinematografica.
Il merito è dal brillante romanzo scritto da Suzanne Collins, primo di una trilogia, ma anche del regista Gary Ross, di un’intelligente produzione e di una fenomenale Jennifer Lawrence.
La pellicola segue interamente la storia di Katniss e lo spettatore riesce a il massimo grado di empatia nei suoi confronti e ad immedesimarsi con la ragazza e le sue scelte. Questo avviene sin dai primi minuti, quando ci viene presentato il tristissimo Distretto 12 dove vive, al momento della sofferta decisione di prendere il posto della sorella, ma anche quando per la prima volta si trova davanti un ricco banchetto sul treno che la porterà a Capitol City o entra nella sua lussuosa dimora. Katniss non cede allo specchio per le allodole ed rimane concentrata sul suo obiettivo: sopravvivere per tornare dalla sua famiglia.
Interessante il fatto che i trailer e le clip diffuse dalla Lionsgate nei mesi scorsi abbiano volutamente ed efficacemente tenuto nascosto quello che è il vero fulcro della pellicola: la gara. Gli Hunger Games durano per oltre metà della pellicola e sono crudi e spietati: ragazzi tra i 12 e i 17 anni realmente si uccidono tra loro e qualcuno può rischiare seriamente di rimanere turbato da alcune sequenze (PG13?). Le similitudini tanto chiacchierate col giapponese Battle Royale sono evidenti, in particolare per come è strutturata l’arena (in quel caso si trattava però di un’isola), la modalità della gara ed il centro di controllo. Anche alcuni improvvisi cambi di personalità nei tributi richiamano alla mente alcune scene della violentissima, ma eccessiva e stilizzata pellicola giapponese. È però il contesto ad essere totalmente differente, ed i numerosi sottotesti percepiti a partire dalla “mietitura”, dalle scene ambientate a Capitol City e dalle poche ma rivelatrici parole del Presidente Snow (Donald Sutherland), son ben più interessanti e gradualmente gettano le basi per il seguito alimentando il desiderio di saperne di più su questo terribile ma allo stesso tempo affascinante mondo distopico.
Gary Ross usa molta camera a mano, non solo durante la gara per aumentare la tensione ed evitare il visto R nelle scene di violenza (rendendole confuse ma intense), ma anche nella prima parte della pellicola. Qualcuno potrà non gradire, ma l’effetto immedesimazione con la protagonista è immediato e saldo. Non sarà eccellente la poca CGI presente (bastava almeno una decina di milioni in più), ma regista e produzione hanno saputo dosarla efficacemente con vari espedienti mascherando il budget limitato (80-100 milioni) ed evitando brutte figure. A dir poco incredibili i costumi in particolare della popolazione di Capitol City, che creano il giusto disagio che ci permette di capire come possano assistere ed essere divertiti dagli Hunger Games.
Il film non sarebbe però lo stesso senza la presenza di Jennifer Lawrence, uno dei casing più azzeccati di sempre. Un’attrice molto giovane che riesce però ad esprimere una grande senso di maturità. Un’interpretazione ed un ruolo che ricordano in molti aspetti la sua Ree di Un Gelido Inverno, pellicola che le è valsa la sua prima nomination agli Oscar. Ottimi anche i vari co-primari, dal sempre eccellente Stanley Tucci al tormentato Josh Hutcherson (non la racconta giusta quel Peeta!), fino a Lenny Kravitz o a Woody Harrelson, protagonista di un breve ma convincente arco narrativo come tutor dei tributi del Distretto 12, pronto a passare da alcolizzato disilluso a vero mentore dei ragazzi.
Un blockbuster intelligente che emoziona ed appassiona. Un nuovo franchise con elementi sci-fi e fantasy che può attrarre ogni genere di spettatore. Un film che non lascia indifferenti. E se questo non è già qualcosa al giorno d’oggi…
Voto: 8
Hunger Games uscirà nelle sale italiane il 1 maggio 2012. Per l’intera copertura di news sulla pellicola e per tutti i materiali sul film vi basta cliccare sul riquadro sottostante.