The Walking Dead, il commento a Grilletto facile

Attenzione: il seguente articolo può contenere spoiler. Leggetelo a vostro rischio o se avete visto l’episodio. 

Dopo una puntata di lutto e riflessione come la precedente, The Walking Dead torna con una puntata – la nona della seconda stagione – di tutt’altro segno,  almeno nella prima parte, dal titolo Grilletto facile (Triggerfinger in originale), tesa e avvincente con cui lanciare quello che dovrebbe sessere il filo rosso di questa seconda metà di annata: lo scontro tra Rick e Shane.

L’episodio comincia esattamente dove finiva il precedente: con Rick, Herhsel e Glenn dentro il saloon in cui hanno appena ucciso di due banditi e Lori nell’auto ribaltata che ha attirato più di uno zombie. I tre devono vedersela con gli amici dei banditi giunti lì seguendone le tracce, mentre le donna cerca di resistere agli assalti dei morti viventi, mentre Shane va a cercarla. Scritto da David Leslie Johnson e diretto da Billy Geirhart, l’episodio è per metà un horror western dalle evidenti ascendenze di Carpenter, per l’altra metà il dramma sociale sul branco e sulla leadership che si tesse anche lungo i rapporti umani (e quindi di potere).

Come dicevamo quindi due episodi in uno, ed entrambi di ottimo livello: il primo è più propriamente horror, quello che i fan – in parte delusi – vorrebbero sempre da The Walking Dead, con un prologo mozzafiato in cui vediamo Lori bloccata in auto con gli zombie intenti ad acchiapparla e i tre uomini intenti a difendere il fortino dagli amici dei teppisti appena uccisi. Tensione, suspense e silenzio che sfociano in una sparatoria tipicamente western che sciocca Glenn – che ne riporta le conseguenze alla fattoria – e che lascia uno dei banditi con la gamba trafitta da uno spuntone. Pur di non lasciarlo agli zombie accorsi, Rick decide di estrarlo, stracciandogli un musoclo, e portarlo con sé.

Cosa che fa andare, di nuovo, Shane su tutte le furie: con il figlio di Lori in arrivo, e la dichiarazione lascia più di uno – Carl compreso – scioccato, un’altra bocca da sfamare per di più in pessime condizioni non è il massimo. Per di più, quando Shane ha trovato Lori e l’ha portata a casa nonostante lei volesse andare a cercare il marito, l’uomo fa alla donna un discorso in cui si dice convinto che il figlio che aspetta sia il suo e che i due siano destinati a stare insieme. E’ questo che rende molto nervosa Lori, tanto da chiedere all’appena tornato Rick di fare qualcosa per fermarlo, temendo che, come lui ha ucciso uomini per difendere ciò che era suo (moglie, figlio), anche Shane farà lo stesso, credendo che Lori sia sua. Lo stesso Shane si prepara a fare qualcosa, dopo un dialogo con Andrea, la quale, rimproverandogli di non avere l’atteggiamento giusto per farsi accettare, risponde al sospetto che Rick porterà tutti a farsi ammazzare: “Allora impediamoglielo”.

Il finale dell’episodio, con Rick pensieroso rispetto alla nuova prospettiva, fa immaginare che oltre agli zombie, i veri nemici per gli umani siano dentro gli umani stessi, nelle loro invidie, nella loro difficoltà a vivere in branco: l’uomo come animale individualista è il nucleo filosofico della serie e dell’episodio che in questo episodio si esprime al massimo con scene dure e violente e intensi attimi d’introspezione, in pratica l’horror tv al suo meglio. Dove la serie ancora un po’ zoppica è nella descrizione dei personaggi, nella caratterizzazione meno raffinata delle ambizioni narrative: è un difetto che viene a galla quando gli episodi sono meno intensi di questo. E quindi, a Grilletto facile, possiamo perdonare molto.

Cosa pensate dell’episodio? E cosa vi aspettate dal duello Rick/Shane? Per averne un’idea guardate il promo del prossimo episodio, commentate l’articolo e restate su Episode39 e Screenweek per tutte le novità su The Walking Dead.