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Pezzi di cinema, King Kong (1933)

Pubblicato il 22 gennaio 2012 di Marco Triolo

Dopo Godzilla, non poteva mancare King Kong! Questa settimana torniamo un bel po’ indietro nel tempo, fino ai favolosi anni Trenta, per uno degli assoluti classici del cinema fantastico americano. King Kong, diretto da Merian C. Cooper ed Ernest B. Schoedsack, ha segnato la storia principalmente per gli effetti speciali di Willis O’Brien, esperto della tecnica stop motion e maestro dell’ancora più famoso Ray Harryhausen. Visto oggi, con gli occhi di chi è assuefatto da vent’anni di computer graphic, King Kong mantiene il suo fascino e la sua potenza, e questo è senz’altro merito dei registi, di O’Brien e di tutti coloro che sono stati coinvolti nella realizzazione di questo grande film.

L’idea originale di King Kong proviene da Cooper, anche produttore, che prese forse ispirazione dal serial anni Venti Isle of Sunken Gold, dove una nave naufragava su un’isola misteriosa, e l’eroe di turno salvava la bella dalla divinità degli indigeni, una scimmia zannuta nota come Kong. Se i punti di contatto sono evidenti, bisogna anche dire che il genere dei jungle films, in cui un esploratore scopriva zone inesplorate di giungla abitate da qualche aberrazione della natura, erano molto in voga in quegli anni, ed erano inevitabilmente tutti simili. Cooper era appassionato di libri di esplorazione e l’idea di Kong, a quanto pare, gli venne dopo che ebbe letto “The Dragon Lizards of Komodo” di W. Douglas Burden. Cooper immaginò una tribù di gorilla che combattevano contro dei draghi di Komodo, ma infine decise che il gorilla sarebbe stato uno solo, che avrebbe combattuto lucertole giganti su un’isola lontana e che il mostro sarebbe morto in maniera spettacolare a New York.

Cooper iniziò a sviluppare seriamente il progetto dopo essere stato assunto alla RKO in qualità di assistente di David O. Selznick. Dopo aver visionato il materiale in stop motion prodotto da O’Brien per il film (mai finito) Creation, dove una spedizione americana trovava un’isola popolata da dinosauri, Cooper decise che nel suo progetto sul gorilla gigante ci sarebbero stati i dinosauri, e che per tagliare i costi si sarebbe girato utilizzando l’enorme giungla artificiale costruita in studio per le riprese de La pericolosa partita, film da lui prodotto, diretto da Schoedsack e interpretato dalla futura Ann Darrow, Fay Wray.

Il risultato fu una pellicola in grado di cambiare la storia del cinema, e che, esattamente come il suo mostruoso protagonista, rappresentava all’epoca “l’ottava meraviglia del mondo”. Kong è stato rifatto due volte (anche da Peter Jackson, nel 2005) e ha generato innumerevoli sequel, spin-off (quello contro Godzilla è il più famoso) e imitazioni. Ma resta sempre unico nel suo genere.

A seguire, l’iconico finale.