Attenzione: questo articolo contiene spoiler. Leggetelo a vostro rischio o solo se avete visto l’episodio.
E’ cominciata ieri sera su FoxLife l’8^ stagione di Grey’s Anatomy, l’amatissima serie medica creata da Shonda Rhimes per ABC (e che Screenweek seguirà ogni settimana per voi): e nel primo episodio della stagione, dal titolo Caduta libera, i medici del Seattle Grace si trovano ad affrontare delle crisi apparentemente insormontabili nelle loro professioni o nelle vite sentimentali, con il mondo che fuori dall’ospedale ha sempre bisogno di loro.
Infatti, mentre Meredith deve affrontare il licenziamento dovuto al sabotaggio dei test di Derek sull’Alzheimer (seppur a buon fine: dare una chance ad Adele) e la conseguente separazione dal marito, Christina dovrebbe abortire il figlio di Owen, ma non ci riesce. E se Karev vorrebbe uscire dalla condizione di pariah dovuta all’aver fatto la spia contro Meredith, un’enorme voragine si apre nel centro di Seattle trascinando con sé tre persone, di cui una bloccata col marito sotto una macchina. Scritto da Tony Phelan e Joan Rater e diretto da Rob Corn, l’episodio (il cui titolo fa riferimento alla canzone Free Fallin’ di Tom Petty) è un classico “dopo la tempesta” che racconta i modi in cui ricucire, o perlomeno affrontare non per forza positivamente, le conseguenze di una crisi, della caduta libera dei sentimenti e non solo.
Il tema dell’episodio è quanto mai semplice: le crisi che ogni buon matrimonio – anche professionale – si trova ad affrontare e le due versioni di ogni storie, le campane altrui così difficili da sentire ma che portano ognuno di noi a riconsiderare le proprie posizioni: certo, la crisi di Meredith è difficile da superare visto che il marito non vuole parlarle e Webber non può far altro che licenziarla, visto anche il parere della commissione medica. E non sarà affatto facile per il capo trovarle un altro posto di lavoro, come cerca di fare per tutto l’episodio, visto che le sue discutibili credenziali professionali sono riassunte dalla Bailey, quando le si chiede di scrivere una raccomandazione. E a questo si aggiunge anche la questione Zola: che fine farà la bambina da poco adottata se i due coniugi non si riappacificano, se Meredith, sul finire dell’episodio non troverà Derek (dicendo sottovoce che bisogno di lui)? La parte più interessante dell’episodio è però quella che riguarda il caso della settimana, ossia due coniugi in crisi che una tragedia può far ricongiungere: nella voragine, senza che Hunt o Torres possano scendere senza aggravare la situazione, il marito dovrà amputare la gamba da solo, seguendo le indicazioni di Callie. Ma non ce la farà, e Owen rischierà la vita per aiutarlo. E si becca nel finale la ramanzina di Meredith che cerca di far capire come Christina non sia per nulla adatta a fare la madre, accettando così il suo aborto.
E’ un peccato però che questo caso non sia gestito con la tensione che ci aspetteremmo e liquidato con pochi passaggi (per un confronto, basti pensare ad Aiutami, finale della 6^ stagione del Dr.House) per dare modo alla sceneggiatura di recuperare i vari personaggi secondari, trattati ora con ironia (la gelosia di Sloan verso Jackson che ora sta con Lexie, ma anche April al suo primo giorno da capo-specializzando) ora con superficialità (il rapporto tra Christina e la dottoressa Altman). La regia cerca di gestire l’episodio nel modo più corale possibile, ma così facendo rischia di tralasciare i punti forti della puntata: che però, bisogna ammetterlo è migliore della media non eccelsa degli ultimi due anni, più interessante e più vivace in sede di scrittura. Quindi un buon viatico per la stagione: voi che ne pensate? Buttate un occhio alle anticipazioni del prossimo episodio e restate con Episode39 e Screenweek per altre serie e notizie.