Regia: Guy Ritchie
Cast: Robert Downey Jr., Jude Law, Rachel McAdams, Eddie Marsan, Noomi Rapace, Geraldine James, Stephen Fry, Jared Harris, Kelly Reilly
Durata: 2h 09m
Anno: 2011
1891: il detective Sherlock Holmes è sicuro che dietro alla facciata rispettabile del Prof. Moriarty, ci sia il suo più grande e pericoloso nemico. Insieme al fedele Watson, da poco sposato con Mary Morstan, incontrano Sim, una cartomante misteriosamente coinvolta e attraverseranno insieme l’Europa per mettere fine al caso.
La realtà supererà anche la loro immaginazione e il piano di Moriarty coinvolgerà le sorti dell’intero continente.
Due anni fa eravamo in molti ad essere rimasti sorpresi dalla moderna ed originale rilettura del più noto personaggio creato da Arthur Conan Doyle ad opera di Guy Ritchie e della Warner Bros. Qualcuno aveva storto il naso, ma non si poteva negare che era un prodotto fresco e intelligente, che è risultato particolarmente gradito anche al pubblico (oltre 500 milioni di dollari).
I sequel, soprattutto se così ravvicinati, sono particolarmente temuti perché il rischio di rovinare tutto quanto è molto elevato e gli esempi celebri non mancano (così come le eccezioni).
Per fortuna Sherlock Holmes: Gioco di Ombre appartiene alla seconda categoria ed è, a mio avviso, nettamente superiore al primo episodio e per diversi motivi.
Innanzitutto per la storia. Il fatto di non essere ambientata unicamente a Londra, ma di trasportare i protagonisti in giro per tutta l’Europa garantisce una nuova dose di freschezza che non sarebbe stata possibile girando unicamente nella capitale britannica. La trama è molto intricata, ma quanto basta per non diventare arroganti e finire per annoiare lo spettatore: anche in questo secondo episodio i fili vengono perfettamente tirati, ma lasciando un maggior grado di convinzione nello spettatore.
Questo anche perché il villain della pellicola è senza dubbio più concreto e credibile rispetto al primo film. Merito di Jared Harris, davvero eccezionale, ma sopratutto di una sceneggiatura che ha creato un incredibile Moriarty. Non sarà proprio come quello dei romanzi, ma sono riusciti a proporci uno dei più sottili e ambigui cattivi mai visti, capace di fronteggiare Holmes con la mente e non con il fisico (senza spolverare, ma c’è una scena ambientata nelle loro menti che è davvero spettacolare, ancor più delle scene d’azione).
Sherlock Holmes non sarebbe tale senza la coppia Robert Downey Jr.–Jude Law. Come prima, più di prima. L’alchimia del duo è unica, e liberatasi del peso dell’introduzione dei personaggi, questo sequel parte subito in quarta con una serie di siparietti comici raramente gratuiti e sempre molto divertenti. Alla coppia si aggiunge anche un sorprendente Stephen Fry, che interpreta lo strambo ma altrettando arguto fratello di Holmes, altro elemento di novità che impedisce alla pellicola di scadere mai nello scontato. Non si può dire lo stesso di Noomi Rapace, non a causa della sua interpretazione ma di un personaggio purtroppo poco sviluppato, più o meno volontariamente, e che purtroppo la lascia costantemente in ombra.
Altri punti di forza sono le sequenze d’azione e la cura maniacale del dettaglio. Guy Ritchie è riuscito infatti a proporre sequenze altamente originali, mantenendo lo stile del primo film e perfezionandolo grazie a scenari diversi e di più ampio respiro. Degne di nota sono una folle scena sul treno, la fuga nella foresta mentre i protagonisti vengono mitragliati e bombardati, un’incredibile sequenza ambienta all’Opera di Parigi: tutte hanno in comune la durata mai eccessiva (vizio che stanno prendendo molti action-movie), e un montaggio molto lucido e raramente confuso. Lo stile di Ritchie può piacere o meno, ma non si può negare la sua efficacia.
Ogni scena è poi ulteriormente potenziata dalla cura di ogni dettaglio, dal più piccolo elemento della scenografia (che rendono credibile ogni ambiente) fino ai fondali digitali, che questa volta non danno l’impressione di finto e artefatto rispetto al primo episodio. È costato tanto e si vede, ma l’effetto è garantito.
Ciliegina sulla torta, non di poco conto per me: la colonna sonora di Hans Zimmer. Ci sono tanti bravi compositori nel panorama cinematografico, e alcune leggende (come Williams) sono ancora vivi e vegeti. Ma Zimmer è forse l’unico che al momento attuale riesce a creare così tanti temi musicali che ti entrano in testa e non rimangono anonimi. Le soundtrack di Sherlock Holmes sono tra le perle della sua carriera, anche se gli esempi in pochi anni sono davvero molti.
In sostanza, se vi è piaciuto il primo amerete ancora di più questo sequel. Rimane certamente un prodotto di intrattenimento senza pretese elevate, ma proprio nella sua modestia (non di mezzi) riesce ad eccellere diventando probabilmente il più bel blockbuster visto nel 2011.
Voto: 8+
Sherlock Holmes: Gioco di Ombre arriverà nelle nostre sale domani, 16 dicembre 2011. Per maggiori informazioni potete consultare le nostre News dal Blog oppure curiosare sulla pagina Facebook italiana del film.